Migranti
120 milioni di persone in fuga: il doppio di dieci anni fa
I Paesi a basso e medio reddito ospitano il 75% dei rifugiati. I Paesi meno sviluppati hanno dato asilo al 21% del totale. «Dietro a questi numeri, in netto aumento, si nascondono innumerevoli tragedie umane», dichiara Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. «È giunto il momento che le parti in conflitto rispettino il diritto bellico e il diritto internazionale. Il fatto è che senza una cooperazione migliore e sforzi concertati per affrontare conflitti, violazioni dei diritti umani e crisi climatica, il numero di persone costrette alla fuga continuerà a crescere, portando nuova miseria e costose risposte umanitarie»
di Redazione
Lo scorso anno le persone costrette alla fuga hanno raggiunto nuovi livelli storici in tutto il mondo, secondo quanto riportato nel Rapporto Global Trends del 2024 dell’Unhcr, l’Agenzia Onu per i Rifugiati.
Il numero complessivo di persone costrette alla fuga – che tocca i 120 milioni a maggio 2024– è in crescita per il dodicesimo anno consecutivo e riflette sia i nuovi conflitti e quelli che mutano, sia l’incapacità di risolvere le crisi di vecchia data. La popolazione globale in fuga equivarrebbe a quella del dodicesimo Paese al mondo per ampiezza della popolazione, quasi come quella del Giappone.
L’anno scorso l’Unhcr ha risposto a un numero in netta crescita di crisi umanitarie nuove o in peggioramento, dichiarando 43 emergenze in 29 Paesi. Il più alto numero annuale di emergenze dichiarate degli ultimi dieci anni, quadruplicato nell’arco di soli tre anni.
Un fattore chiave che ha fatto lievitare il numero di persone costrette alla fuga è stato il devastante conflitto in Sudan: dall’aprile 2023, sono stati registrati più di 7,1 milioni di nuovi sfollati nel Paese, con altri 1,9 milioni in fuga oltre i confini. Alla fine del 2023, un totale di 10,8 milioni di sudanesi era sradicato dalle proprie abitazioni. Nella Repubblica Democratica del Congo e in Myanmar, milioni di persone sono state costrette alla fuga l’anno scorso a causa di feroci combattimenti. L’Unrwa stima che alla fine dello scorso anno, nella Striscia di Gaza, 1,7 milioni di persone (il 75% della popolazione) erano sfollate a causa della violenza catastrofica, e alcuni rifugiati palestinesi erano dovuti fuggire più volte. La Siria rimane la più grande crisi di rifugiati al mondo, con 13,8 milioni di persone costrette alla fuga.
«Dietro a questi numeri, in netto aumento, si nascondono innumerevoli tragedie umane. Questa sofferenza deve spingere la comunità internazionale ad agire con urgenza per affrontare le cause profonde degli sfollamenti forzati», ha dichiarato Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati. «È giunto il momento che le parti in conflitto rispettino il diritto bellico e il diritto internazionale. Il fatto è che senza una cooperazione migliore e sforzi concertati per affrontare conflitti, violazioni dei diritti umani e crisi climatica, il numero di persone costrette alla fuga continuerà a crescere, portando nuova miseria e costose risposte umanitarie».
Secondo l’Internal Displacement Monitoring Centre, l’aumento più consistente del numero di persone in fuga riguarda quelle che abbandonano le proprie case ma rimangono nel proprio Paese, cifra che raggiunge i 68,3 milioni di persone, con un incremento di quasi il 50% in cinque anni.
Il numero di rifugiati e di altre persone bisognose di protezione internazionale è salito a 43,4 milioni, includendo quelli sotto il mandato dell’Unhcr e dell’Unrwa. Il 73% dei rifugiati sotto il mandato dell’Unhcr proviene da soli cinque Paesi (Afghanistan, Siria, Venezuela, Ucraina e Sudan). La popolazione di rifugiati più numerosa a livello globale è quella afghana, che rappresenta uno su sei di tutti i rifugiati sotto il mandato dell’Unhcr.
Iran (3,8 milioni), Turchia (3,3 milioni), Colombia (2,9 milioni), Germania (2,6 milioni) e Pakistan (2 milioni) ospitano le popolazioni di rifugiati più numerose. Quasi tutti i rifugiati ospitati in Iran e Pakistan sono afghani e, allo stesso modo, quasi tutti i rifugiati in Turchia sono siriani. Nonostante la percezione, il rapporto Global Trends ci dice che la stragrande maggioranza dei rifugiati è ospitata in Paesi limitrofi a quelli della crisi (69%), e il 75% risiede in Paesi a basso e medio reddito che insieme producono meno del 20% del reddito mondiale. I 45 Paesi meno sviluppati, che insieme rappresentano meno dell’1,4% del prodotto interno lordo globale, ospitano oltre il 21% di tutti i rifugiati a livello mondiale.
In Italia, le persone titolari di protezione internazionale alla fine del 2023 erano circa 138mila, i richiedenti asilo 147mila e oltre 161mila i cittadini ucraini titolari di protezione temporanea, mentre si stima siano circa 3mila le persone apolidi.
Il rapporto Global Trends mostra che, a livello mondiale, più di 5 milioni di sfollati interni e 1 milione di rifugiati sono tornati a casa nel 2023. Queste cifre mostrano alcuni progressi rispetto alle soluzioni a lungo termine. In maniera altrettanto positiva, gli arrivi per il reinsediamento sono aumentati a quasi 160mila nel 2023.
«I rifugiati e le comunità che li ospitano hanno bisogno di solidarietà e di aiuto. Possono contribuire alla società, e lo fanno, quando sono inclusi», ha aggiunto Grandi. «Allo stesso modo, lo scorso anno milioni di persone sono potute tornare a casa, e questo rappresenta un importante barlume di speranza. Le soluzioni ci sono abbiamo visto Paesi come il Kenya fare da apripista all’inclusione dei rifugiati, ma ci vuole un impegno concreto».
Il rapporto offre anche una nuova analisi della crisi climatica e di come questa colpisca in modo crescente e sproporzionato le persone costrette alla fuga. Il cambiamento climatico sta esacerbando le esigenze di protezione e i rischi per le persone costrette alla fuga, contribuendo a nuovi esodi, continui e prolungati. Alla fine del 2023, tre quarti delle persone costrette alla fuga vivevano in Paesi con un’esposizione elevata o estrema ai rischi legati al clima.
Credit foto UNHCR/Ala Kheir
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