Non profit

12 ong scrivono a Berlusconi: no alla guerra in Iraq

Arci, Save The Children, Terre Des Hommes e altri scrivono al governo. Il testo della lettera a Berlusconi

di Carlotta Jesi

La società civile italiana scende in campo per scongiurare una guerra contro l’Iraq. E lo fa con una lettera inviata al Presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Silvio Berlusconi firmata da 12 ong impegnate nella difesa della pace e dei diritti umani. I firmatari sono: Alisei, Arci, Arciragazzi, Associazione Italianats, Centro Alfredo Rampi, Ciai, Cies, Cocis, La Gabbianella, Save the children, Terre des Hommes, Vis

Le loro richieste? La società civile fa appello al governo perché assuma una posizione chiara nel più assoluto rifiuto di una logica di guerra e perché affermi la necessità di misure urgenti perché i bambini e la popolazione civile dell’Iraq non vengano privati dei loro diritti fondamentali.

Le ong chiedono inoltre che si cerchino soluzioni diplomatiche per scongiurare la guerra e auspicano l’avvio di accordi multilaterali che rendano possibili programmi per potenziare la capacità di sostentamento dei civili iracheni.

Ecco il testo della lettera:

LE ORGANIZZAZIONI CHIEDONO SOLUZIONI DIPLOMATICHE A DIFESA DELLA POPOLAZIONE CIVILE IRACHENA

Presidente Berlusconi, Ministro degli Esteri,

Le organizzazioni firmatarie, espressione della società civile impegnata nella difesa dei diritti umani, assieme a quelle che vorranno sottoscrivere questo appello, chiedono che il Governo italiano si faccia promotore di misure urgenti perché i bambini e la popolazione civile in Iraq non vengano privati dei loro diritti fondamentali, privilegiando soluzioni diplomatiche nel più assoluto rifiuto di una logica di guerra.
Oggi l?Iraq è un paese ferito a morte, che da anni convive con piaghe incurabili nell?indifferenza collettiva. Otto anni di conflitti con l?Iran, la Guerra del Golfo, la conseguente instabilità interna, un embargo miope rispetto ai problemi umanitari e alle esigenze della popolazione, hanno colpito gravemente gli iracheni. Il tasso di mortalità infantile è tra i più alti al mondo e più di un bambino su cinque è malnutrito. Una bambina ogni tre non va a scuola a causa della povertà e della mancanza di infrastrutture, mentre malattie facilmente prevenibili colpiscono i bambini iracheni, che rappresentano metà della popolazione del paese. La distruzione della capacità di sopravvivenza e il deterioramento progressivo del sistema scolastico hanno portato all?incremento del lavoro minorile e del numero dei bambini che vivono in strada, oltre all?annullamento della quotidianità e delle speranze per un futuro accettabile.
Dopo dodici anni di sanzioni, che hanno indebolito il funzionamento delle istituzioni e compromesso i mercati, la popolazione civile è estremamente vulnerabile e qualsiasi intervento militare avrebbe ricadute gravissime sulla capacità di approvvigionamento di beni primari e sulla disponibilità dei più basilari servizi sanitari. Basti pensare che due terzi della popolazione dell?Iraq del nord dipende esclusivamente dalle razioni alimentari, importate dal centro e dal sud del paese e il 60 per cento delle famiglie sopravvive con meno di 300 dollari l?anno. Nel caso di un intervento militare, che come anticipato da più fonti colpirebbe quasi sicuramente centri ad alta densità di popolazione, la distribuzione degli aiuti previsti dal programma Oil-for-Food delle Nazioni Unite cesserebbe, mettendo seriamente a repentaglio la sopravvivenza delle centinaia di migliaia di bambini. Inoltre, i paesi confinanti chiuderebbero le frontiere, le agenzie umanitarie e le ong dovrebbero evacuare il loro personale (indebolendo di conseguenza i programmi) e le autorità locali potrebbero ostacolare oppure non essere in grado di far fronte alla distribuzione alternativa di risorse alimentari e sanitarie.
I primi a pagare il prezzo di un conflitto, che potrebbe portare ad una pericolosa destabilizzazione in tutto il Medio Oriente, sarebbero i soggetti più vulnerabili, i bambini.
Preservare la popolazione e soprattutto i più piccoli dall?ennesima catastrofe è ancora possibile. L?auspicio è che siano avviate soluzioni diplomatiche e un possibile accordo sulle questioni umanitarie, come finanziamenti per lo sviluppo ? programmi che potenzino e rendano autonoma la capacità di sostentamento delle famiglie, creando più occupazione, progetti di riabilitazione scolastica, rafforzamento delle imprese locali che producono materiale sanitario – che ridurrebbero la dipendenza dagli aiuti esterni e che potrebbero diventare elementi importanti di una rinnovata e positiva relazione tra l?Iraq e il resto della comunità internazionale.
Una soluzione diversa da quella qui auspicata non farebbe altro che aggravare le già precarie condizioni della popolazione e negare definitivamente ai bambini, alle famiglie e alle comunità, i loro più elementari diritti.

ALISEI ? Associazione per la cooperazione internazionale e l?aiuto umanitario
ARCI
ARCIRAGAZZI
ASSOCIAZIONE ITALIANATs
CENTRO ALFREDO RAMPI Onlus
CIAI ? Centro italiano aiuti all?infanzia
CIES ? Centro Informazione e Educazione allo Sviluppo
COCIS
LA GABBIANELLA ? Coordinamento per l?adozione a distanza Onlus
SAVE THE CHILDREN Italia
TERRE DES HOMMES
VIS ? Volontariato internazionale per lo sviluppo

Per adesioni all?appello e informazioni si prega di contattare Save the Childen Italia:
Tel. 06/4740214
e-mail: info@savethechildren.it

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