Sostenibilità

11mila Kmq per trovare l’oro

Lo riferisce Legambiente che oggi ha diffuso i dati dell'oro nero nel nostro paese

di Redazione

Ad oggi in Italia sono stati rilasciati gia’ 95 permessi di ricerca di idrocarburi, di cui 24 a mare, per un’area interessata di circa 11mila chilometri quadrati (kmq). A questi si devono aggiungere le 65 istanze presentate solo negli ultimi due anni, di cui ben 41 a mare per una superficie di 23 mila kmq. A tracciare lo scenario dell’Italia del petrolio e’ la Legambiente che oggi ha diffuso i dati dell’oro nero nel Belpaese. Il nostro paese, attraverso 12 raffinerie, 14 grandi porti petroliferi e 9 piattaforme di estrazione off-shore, riferisce l’associazione ambientalista, movimenta complessivamente oltre 343 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi all’anno a cui vanno aggiunte le quantita’ di petrolio e affini stoccati in 482 depositi collocati vicino al mare, che hanno una capacita’ di quasi 18 milioni di metri cubi. Guardando per aera geografica, oltre la Basilicata, storicamente sede dei piu’ grandi pozzi, dove si estrae oltre il 70% del petrolio nazionale proveniente dai giacimenti della Val d’Agri di proprieta’ di Eni e Shell, le regioni in cui sono presenti pozzi a terra sono l’Emilia Romagna, il Lazio, la Lombardia, il Molise, il Piemonte e la Sicilia. Nel mare le piattaforme attive sono 9 per un totale di 76 pozzi da cui si estrae olio greggio. Due sono localizzate di fronte la costa marchigiana (Civitanova Marche – MC), tre di fronte quella abruzzese (Vasto – CH) e le altre quattro nel canale di Sicilia di fronte il tratto di costa tra Gela e Ragusa.

Sulle oltre 500mila tonnellate estratte nel 2009, secondo Legambiente il 50% circa proviene dalle piattaforme denominate Rospo Mare di proprieta’ di Edison di fronte la costa abruzzese. In particolare la corsa all’oro nero, stando anche alla localizzazione delle riserve disponibili, riguarda le aree del mar Adriatico centro-meridionale, dello Ionio e del Canale di Sicilia. Ma nuove istanze di ricerca, riferisce ancora l’associazione ambientalista, sono state avanzate anche per il golfo di Cagliari e Oristano in Sardegna e un’area sorge tra le isole del Parco nazionale dell’arcipelago toscano. Su terra invece la ricerca del greggio riguardera’ soprattutto le regioni del sud, dove le stime localizzano il 90% delle riserve nazionali. Il rischio trivellazioni, riferisce infine Legambiente, minaccia pesantemente le aree marine. La corsa all’oro nero ha portato infatti molte compagnie ad avanzare richieste e in alcuni casi ad ottenere permessi di ricerca in zone estese per un totale di circa 39mila kmq dislocati in 76 aree, localizzate per la gran parte in aree di elevato pregio ambientale e considerate zone sensibili proprio per i loro ecosistemi fragili e preziosi da tutelare

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