Famiglia

11mila adozioni in 11 anni

58 paesi coinvolti, nessun calo delle richieste: i dati del Rapporto del Cea

di Redazione

Veri e propri ambasciatori di solidarietà in tutto il mondo. Sono le associazioni non profit che operano nel settore delle adozioni internazionali, una rete che si è sviluppata «attraverso anni di esplorazioni, spesso al seguito di esperienze di cooperazione allo sviluppo, costruendo forti relazioni con istituzioni locali e, forse in misura ancora maggiore, con le strutture della società civile». Parole di Gianbattista Graziani, portavoce del Cea, il coordinamento degli enti autorizzati, nella presentazione del secondo Rapporto annuale (scaricabile per intero cliccando qui accanto), che contiene un ritratto del mondo dell’adozione internazionale. «Una vera e propria diplomazia civile, silenziosa, in grado di superare infiniti e inattesi ostacoli (al prezzo di quali ansie e preoccupazioni lo sanno coloro che sono quotidianamente impegnati negli enti) che consente di promuovere la famiglia italiana nel mondo e sostenere, per la sua piccola parte, il progetto di futuro della nostra comunità nazionale», aggiunge Stefano Bernardi, direttore di Enzo B e segretario del Cea. Gli enti che compongono il Cea rappresentano un terzo del totale degli enti e quasi il 40% delle adozioni effettuate nel 2010. Mediamente ogni ente ha seguito 65 coppie.

Sono oltre 11mila i minori adottati dal 2000 ad oggi, di cui 1.581 nel 2010; oltre 3mila le coppie attualmente in carico, 1.233 delle quali hanno adottato nel 2010; 58 i Paesi in cui gli enti sono autorizzati ad operare.

L’analisi dinamica evidenzia un trend progressivamente crescente se si considera che nel 2000 il numero di minori in ingresso in Italia per mezzo degli enti Cea segnava quota 43 a fronte delle mille e più adozioni del 2011. Il temuto calo delle adozioni non è avvenuto: mediamente gli Enti Cea ne hanno seguite 82 nel 2009, 93 nel 2010 e ancora 82 nel 2011. Anche se, sottolinea Graziani: «stiamo assistendo a un restringimento: alcuni paesi per varie ragioni non danno i bambini in adozione, si contrae il numero delle concessioni autorizzative estensive e cresce l’età media dei bambini, arrivata aquota 7 anni (sovente hanno special needs). Si restringe, di poco, anche la disponibilità delle famiglie: probabilmente il 2011 si chiuderà con un lieve arretramento che porterà il numero dei minori adottati al livello del 2009 (cioè 82 bambini)».

I tempi di attesa: almeno tre anni. Infine i costi: il costo medio per adozione è stato, per l’anno 2010, di 11.307 euro.

«Le adozioni sono parte del credito pubblico», aggiunge Bernardi. «Sarebbe tempo di rendersene conto e di agire di conseguenza, valorizzando l’impegno degli enti. Ieri sera è stata data la delega sulla famiglia al ministro Riccardi. Ed è un bene perché non va bene un periodo di tempo troppo prolungato senza il presidio su temi delicati».

Il sottosegretario uscente Carlo Giovanardi, dal canto suo, ha confermato che  presenterà le deleghe a Riccardi. «Confermo che il numero degli enti è opportunità è ricchezza». E poi non ha rinunciato a una stoccata polemica: «Non capisco perché abbiano nominato Spadafora a garante infanzia: in questi anni anni è stato solo polemico e viene da un organismo che è proprio nemico delle adozioni internazionali, che vorrebbe abolirle…».


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA