Pubblico qui un mio commento sull’ultimo Rapporto ONU sulla popolazione, uscito il 27 giugno sul «Corriere della Sera»
Il World Population Prospect per il 2012, rapporto ONU sugli andamenti della popolazione mondiale pubblicato il 13 giugno, raffredda gli ottimismi circa un rallentamento della crescita demografica. Invece dei 10,1 miliardi in arrivo per la fine del secolo del precedente rapporto, nel 2100 si arriverà agli 11 miliardi, pur con l’aleatorietà che previsioni a così lunga distanza possono presentare.
La maggior parte dell’aumento si avrà, come previsto, nelle popolazioni in via di sviluppo,che passeranno dai 5,9 miliardi del 2013 agli 8,2 del 2050, mentre quelle delle regioni sviluppate rimarranno abbastanza stabili attorno a 1,3 miliardi. In Africa la popolazione salirà dagli 1,1 miliardi attuali ai 2,5 miliardi nel 2050. In questo continente nel 1950 vivevano 227 milioni di persone, nel 1975, 419 milioni e nel 2009 erano già più di un miliardo.
Nel recente libro di Lester Brown, presidente dell’Earth Policy Institute pubblicato in Italia col titolo “9 miliardi di posti a tavola” a cura di Gianfranco Bologna, la veloce crescita demografica, accoppiata a uno sviluppo incontrollato dei consumi, colpisce tutte le basi della vita sulla Terra.
Aumenta la richiesta di acqua per usi irrigui e già oggi gran parte delle acque dei grandi fiumi è oggetto di contese tra le nazioni rivierasche; il progressivo inurbamento in molte aree fa aumentare a dismisura le esigenze idriche; nel contempo la distruzione delle foreste per sopperire alla carenza di terre coltivabili e di pascoli per il bestiame (in Africa i capi di bestiame sono passati da 352 milioni nel 1961 agli 894 milioni attuali) aggrava lo stato di erosione e la perdita di suoli fertili con gravi conseguenze sul clima e sulle barriere coralline. Infine i prelievi di risorse ittiche per una popolazione in crescita sia nei numeri sia nelle esigenze alimentari, stanno mettendo a rischio per sovrasfruttamento l’80% delle riserve ittiche oceaniche in tutto il Pianeta.
Questa situazione pone l’Umanità di fronte a un grave dilemma: o proseguire imperterriti nel consumo delle risorse e nella crescita demografica o imparare a vivere nei limiti di una sola Terra, l’unica che abbiamo.
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