Welfare

11/9, per Amnesty diritti umani sacrificati sull’altare della sicurezza

Spesso ''i governi hanno finito per sacrificare i diritti umani sull'altare dell'antiterrorismo'' e ''l'obiettivo della sicurezza 'a tutti i costi' si e' trasformato in un pretesto per col

di Redazione

In tanti casi ”i governi hanno finito per sacrificare i diritti umani sull’altare della sicurezza e dell’antiterrorismo” e ”l’obiettivo della sicurezza ‘a tutti i costi’ si e’ trasformato in un pretesto per colpire gli oppositori e le minoranze e giustificare nuove forme di repressione”. Questa la ‘denuncia’ lanciata oggi dal presidente della sezione italiana di Amnesty International, Marco Bertotto, in occasione dell’anniversario degli attentati dell’11 settembre. In un lungo commento sul dopo 11 settembre 2001, Bertotto osserva che ”la vera novita’ che abbiamo di fronte sta nella diffusione di un paradigma inedito, che considera apertamente i diritti umani come un ostacolo alla sicurezza e ritiene di poter sconfiggere il terrorismo con i soli strumenti della repressione, cioe’ intervenendo esclusivamente sui sintomi del fenomeno e non affrontando la radice vera dei problemi”. Un approccio, sottolinea Bertotto, che ”si e’ rivelato fallimentare sotto ogni punto di vista”. Il presidente della sezione italiana di Amnesty cita diversi esempi di iniziative destinate a limitare i diritti e liberta’ individuali adottate in nome della lotta al terrorismo. In Bielorussia, una normativa approvata lo scorso dicembre autorizza la perquisizione di edifici senza l’approvazione dell’autorita’ giudiziaria e in Pakistan, gli emendamenti alla legge sulla sicurezza nazionale mettono a rischio l’indipendenza della magistratura. Inoltre, l’atto sull’antiterrorismo introdotto lo scorso anno nel Regno Unito consente la detenzione a tempo indeterminato, senza accusa ne’ processo, di cittadini stranieri sospettati di collusione con il terrorismo internazionale. ”Promulgando nuove leggi e facendo ricorso alla vecchia brutalita’ – rileva Bertotto – in tante circostanze i governi (a partire da quello degli USA, dove ora un sistema di ‘giustizia di seconda classe’ si fonda su detenzioni arbitrarie e tribunali militari) hanno finito per sacrificare i diritti umani sull’altare della sicurezza e dell’antiterrorismo”. La Cina, ricorda ancora l’esponente di Amnesty, ha accentuato la persecuzione dei gruppi separatisti in Tibet, Mongolia interna e Xinjiang e la Russia che ha ottenuto un lasciapassare per intensificare la campagna militare e repressiva in Cecenia. ”Il pretesto della sicurezza internazionale – rileva ancora Bertotto – ha fornito la piu’ efficace delle coperture ai paesi che si sono raccolti intorno all’alleanza globale contro il terrorismo guidata dagli USA e ha prodotto nell’opinione pubblica appariscenti fenomeni di ‘indignazione a singhiozzo’: il mondo intero si e’ scandalizzato per l’imposizione del burqa, cui sono state costrette per lunghi anni le donne afgane, eppure nessuno solleva il problema dei diritti delle donne in un paese come l’Arabia Saudita o a rischio di lapidazione in diversi altri paesi”. Il paradigma della sicurezza che prevale a livello internazionale, per Bertotto, non solleva dubbi solo dal punto di vista morale e giuridico, ma anche da quello della sua concreta efficacia. ”Siamo davvero convinti che un mondo in cui a miliardi di persone sono negati i fondamentali diritti umani, primo tra tutti quello alla stessa sopravvivenza, possa essere reso piu’ sicuro con leggi repressive, l’uso della tortura e l’imprigionamento di qualche migliaio di stranieri sospetti?”. L’anno iniziato l’11 settembre 2001, conclude il presidente della sezione italiana di Amnesty, si e’ aperto con gli attacchi negli Stati Uniti e si e’ chiuso con il recente attentato in Afghanistan contro il presidente Karzai, l’alba e il tramonto di una giornata del mondo attraversata ogni ora da piu’ violenza e piu’ terrore: non basta questo a dimostrare che le misure repressive e liberticide adottate fino ad oggi dai governi non sono affatto servite a garantire maggiore sicurezza per tutti?”.


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