Cultura
11/9: Crdinal Silvestrini, evitare scontro di civilt
Il Card. Achille Silvestrini, in un'intervista in diretta trasmessa nel corso della rubrica 'Una chiave di lettura' su ONE-O-FIVE LIVE
di Redazione
Dopo la tragedia dell’11 settembre 2001 tutto il mondo e’ cambiato, ma l’immane tragedia delle Twin Towers avrebbe anche risvegliato le coscienze di tutti sulla gravita’ del terrorismo. Questo e’ uno degli aspetti della riflessione di S.E. il Card. Achille Silvestrini, in un’intervista in diretta trasmessa nel corso della rubrica ‘Una chiave di lettura’ su ONE-O-FIVE LIVE, il canale in FM della Radio Vaticana. ”L’aspetto positivo e’ quello di aver suscitato una coscienza, una consapevolezza dell’interdipendenza del mondo, e nello stesso tempo di avere anche suscitato una riflessione, anche dei giuristi, su che cosa e’ il terrorismo – sostiene il Cardinal Silvestrini. Ma l’11 settembre ha anche spinto i responsabili delle nazioni a esaminare le cause di queste violenze inumane che si sono verificate. Ha dimostrato che c’e’ davvero una globalizzazione di avvenimenti che non si possono ignorare. Dall’altra parte – aggiunge Silvestrini – ha provocato anche delle tentazioni di contrapposizione, ha rafforzato l’idea che ci sia uno scontro di civilta’, ma dobbiamo fare il possibile perche’ questa idea non prevalga”. Convinto della possibilita’ che nuovi atti di terrorismo si verifichino proprio a causa delle ingiustizie sociali del pianeta, il Card. Silvestrini aggiunge: ”D’altra parte queste ingiustizie esistono: abbiamo visto al Vertice della FAO sull’Alimentazione e a quello di Johannesburg sullo sviluppo sostenibile, la difficolta’, la resistenza che c’e’ in questi grandi convegni internazionali, non a proclamare le difficolta’, ma a prendere delle risoluzioni che possano in qualche modo cambiare la tendenza, porre dei rimedi. E questo secondo tutti gli osservatori e’ veramente un atteggiamento che puo’ alimentare la violenza e quindi anche gli atti terroristici”. Ad un anno dalla tragedia, la minacciastatunitense di attaccare l’Iraq potrebbe avviare una spirale di violenza inarrestabile. ”Indubbiamente la preoccupazione e’ forte – riferisce il Card. Silvestrini. In Europa si sono levate voci autorevoli, in Germania, per esempio, rifiutando questo ricorso alla forza. Io credo che la posizione piu’ chiara, piu’ completa, e’ stata quella detta da S.E. Mons. Tauran, per la Santa Sede. ‘Privilegiare sempre il dialogo, non isolare mai un Paese o un Governo’. Ovviamente non si puo’ combattere un male con un altro male, aggiungendo male a male – precisa il Cardinale. La questione dell’Iraq non e’ isolata. Se per esempio si trovasse una soluzione, come tutti auspichiamo, per la Terra Santa, questa avrebbe gia’ un effetto tale nel Medio Oriente che potrebbe rendere veramente inutile contrapporsi all’Iraq”. La strada per evitare lo scontro tra civilta’, secondo Silvestrini, ”e’ quella che ha detto il Papa tante volte. Non si deve mai rinunciare a questo sforzo di dialogo. Naturalmente per il dialogo occorre anche, come ha detto tante volte il Papa, aver fiducia che il terrorismo non e’ l’Islam, ma che c’h un autentico Islam, quello veramente diffuso in maggioranza in tutto il mondo, che prega e che sa farsi solidale con chi e’ nel bisogno – prosegue il Cardinale. Occorre aiutare l’Islam, nelle sue frange di estremismo, ad accogliere nella propria fonte religiosa gli elementi per cui Dio non puo’ essere fatto ostaggio delle ambizioni degli uomini, ricordando che il fanatismo e il terrorismo profanano il nome di Dio e sfigurano l’autentica immagine dell’uomo. Il Papa l’aveva gia’ detto da tempo, nel Kazaksthan, il 24 settembre dell’anno scorso”.
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