Welfare

10mila bambini adottati dopo il 2011: le famiglie non avranno alcun rimborso

La Commissione Adozioni Internazionali ha fatto sapere che entro fine anno verranno liquidati integralmente i rimborsi per le adozioni concluse nel 2011. Dopo di allora però non c'è stato più alcuno stanziamento di fondi dedicati, quindi «non verrà dato seguito ad ogni eventuale istanza di rimborso relativa agli anni successivi al 2011»

di Sara De Carli

Ci sono voluti sei anni, ma i rimborsi per le spese sostenute dalle famiglie per le adozioni concluse nel 2011 sono finalmente in corso e saranno liquidati integralmente entro la fine dell’anno 2017. Lo ha comunicato oggi la Commissione Adozioni Internazionali sul proprio sito.

La CAI informa però che «successivamente al DPCM del 4 agosto 2011, non vi è stato alcun provvedimento analogo che preveda il rimborso delle spese sostenute per le adozioni concluse dopo il 31 dicembre 2011. Pertanto, non verrà dato seguito ad ogni eventuale istanza di rimborso relativa agli anni successivi al 2011».

I minori entrati in Italia per adozione dal 1 gennaio 2012 al 31 dicembre 2015 sono stati 10.353 (dati CAI, 3.106 minori adottati nel 2012, 2.825 nel 2013, 2.206 minori adottati nel 2014 e 2.216 nel 2015), più quelli del 2016 e del 2017, su ui non abbiamo ancora dati ufficiali, ma possiamo immaginare circa 2mila per ciascuno dei due anni, in linea con gli anni precedenti. Minori per le cui pratiche adottive i genitori ora non avranno alcun rimborso.

Tecnicamente c'è poco da dire: successivamente al DPCM del 4 agosto 2011 non vi è stato alcun provvedimento analogo che esplicitamente preveda fondi per il rimborso delle spese sostenute per le adozioni. Nonostante si sia tentato più volte di inserire emendamenti ad hoc nella legge di stabilità – un esempio per tutti questo del 2014 – la politica ha sempre "dimenticato" questo specifico tema. Rimborsi tecnicamente impossibili, quindi, a dispetto delle rassicurazioni arrivate un anno fa dalla ministra Marie Elena Boschi, che l’8 giugno 2016 rispondendo a un’interrogazione alla Camera parlò di 20 milioni di euro destinati ai rimborsi. «Ci sono anche 7 milioni e mezzo, derivanti dai riporti relativi alle annualità precedenti, che sono sempre destinati ai rimborsi e quindi relativi alle adozioni internazionali ma per quanto riguarda le spese sostenute dalle famiglie», disse. A questi 7 milioni e mezzo «si aggiungono 12 milioni e mezzo, sempre nell'ambito del Fondo per le adozioni internazionali, che sono destinati appunto ai rimborsi per le spese sostenute». L’interrogazione nasceva esattamente dal fatto che la liquidazione dei rimborsi era ferma da mesi e che da tempo ci si chiedeva se i rimborsi delle spese adottive rientrassero o meno nel fondo per le adozioni internazionali da 15 milioni di euro creato dalla Legge di stabilità 2015.

Foto Miguel Medina / Getty Images

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.