Politica

100 milioni di volontari da moltiplicare

«Né campagne né convegni. Gli 11 milioni per il 2011 finanzieranno l'attività delle associazioni», annuncia il parlamentare di Bruxelles

di Joshua Massarenti

Cento milioni di volontari, un contributo economico degli enti non profit stimato fra il 3 e il 5% del Pil. Bastano queste cifre per intuire quanto valore aggiunto può offrire il mondo del volontariato all’Europa. «Un mondo che è cresciuto tantissimo negli ultimi vent’anni e che le istituzioni europee stanno imparando a conoscere e a rispettare, ma la strada rimane ancora lunga». Lo sostiene Marco Scurria, già presidente del Modavi – Movimento del volontariato italiano e deputato Ue in quota Pdl. A Bruxelles, Scurria è soprattutto noto per essere stato il relatore del dossier che ha portato la Commissione europea a decidere che il 2011 sarà l’Anno del volontariato. «È stata una battaglia lunga e difficile, ma le istituzioni Ue non potevano continuare a ignorare questa realtà. Si tratta di un’opportunità fondamentale che il volontariato europeo e quello italiano devono sfruttare per crescere, cambiare e rafforzare il loro peso in Europa». Del resto «in tempi di crisi economica, non c’è mai stato così bisogno di uno spirito di solidarietà».
Vita: Onorevole, l’Anno europeo per la lotta contro la povertà sta scorrendo nell’indifferenza più assoluta. Succederà lo stesso per il volontariato?
Marco Scurria: Di sicuro non vogliamo la solita campagna di comunicazione o i classici convegni da organizzare in giro per l’Europa. Promuovere il volontariato per dire quanto è bello fare volontariato non offre molto valore aggiunto. Mi pare molto più utile e concreto lanciare una serie di iniziative e attività a favore delle associazioni del terzo settore europeo. Disponiamo di fondi pari a 11 milioni di euro, tre per i preparativi e otto per il 2011. Abbiamo chiesto di destinare questi fondi al mondo associativo coinvolto in progetti sociali, culturali, etc. e di costruire un modello di progettualità comune tra le associazioni di volontariato in Europa. L’armonizzazione del panorama europeo è una sfida fondamentale.
Vita: Concretamente che cosa significa?
Scurria: Vogliamo capire se ci sono dei modelli di volontariato riproducibili da un Paese all’altro. Oggi l’Italia propone un modello di volontariato molto più sviluppato, anche sul piano legislativo rispetto ai nuovi Stati membri dell’Est Europa. Lo scambio di best practice sarà un momento importante per cogliere le possibilità di contaminazione tra un modello e un altro. Il passo successivo sarà l’elaborazione di una sorta di Libro Bianco in cui diremo alla Commissione europea che il volontariato è un tema sul quale bisogna continuare a lavorare. L’obiettivo finale è di sfruttare gli spazi che il nuovo Trattato di Lisbona offre alla solidarietà per lanciare un’iniziativa parlamentare a favore di una armonizzazione legislativa del volontariato a livello europeo. E perché no, la nascita di un’agenzia europea ad hoc.
Vita: Che cosa si aspetta dall’Italia per il 2011?
Scurria: Ho suggerito alle autorità italiane di non organizzare il solito bando con una distribuzione a pioggia dei fondi a migliaia di piccole associazioni. Sostenere il mondo del volontariato è importante, ma è necessario pensare a un’iniziativa forte, che rimanga nel tempo e che favorisca il terzo settore italiano. Del resto qui a Bruxelles la presenza di questa realtà si fa sempre più sentire. Basti pensare alla mole di lavoro enorme che hanno prodotto i Centri di servizio per il volontariato presso le istituzioni europee per dar nascita all’Anno europeo.

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