Cultura
10 novembre: e sabato si gioca a bandiere
Da una parte, Ferrara in marcia per lAmerica e la guerra. Dallaltra Casarini in marcia contro Ferrara. Dal Genoa social forum piovono le dissociazioni.
La logica dell?assemblea-corteo-assemblea è una logica perdente», afferma secco Maurizio Gubbiotti, uno dei segretari nazionali di Legambiente, alla richiesta di un commento sulla conferma, da parte del Roma social forum, della manifestazione no global del 10 novembre. «Questa scelta», continua Gubbiotta, «tradisce anche lo spirito di Firenze, l?assemblea di tutti i forum locali che si è svolta il 20 e 21 ottobre scorso. Siamo stufi del taglio radicale e antagonista che una parte degli aderenti al movimento (Cobas, Rifondazione e centri sociali in testa) vuole dare alle mille anime uscite da Genova. Noi al Roma social forum non aderiamo, come non aderiremo a questa marcia convocata per contrapporsi a quella indetta da Berlusconi. Aderiamo però alla due giorni che la precede, che si occupa della fame del mondo e dei problemi dell?agricoltura, mentre il 10 faremo una raccolta fondi per Emergency».
Ermete Realacci, che di Legambiente è il portavoce nazionale e che a Genova era in prima fila, ci va giù ancora più duro: «Noi abbiamo lavorato per la Perugia-Assisi, quello era il luogo e il contenitore corretto. Personalmente, la solidarietà agli Usa l?ho portata scendendo in piazza subito dopo gli attentati, il 12 settembre, con migliaia di romani, Veltroni e Casini. Quel giorno, Ferrara non l?ho visto, come noi non ci saremo, il 10, né con gli uni né con gli altri, a inseguire due cortei che mi sembrano più una parodia grottesca di un dramma gigantesco che scelte di valori». La posizione dell?Arci è più sfumata, ma altrettanto distante dalla frenesia di piazza che sembra essersi impadronita del movimento: un secco «no, grazie» viene da Giampiero Rasimelli, del Forum del Terzo settore: «Noi non ci saremo e se qualcuno organizza una manifestazione la cosa non ci riguarda».
Più aperta, invece, la posizione di Raffaella Bolini, responsabile esteri dell?Arci, portavoce e testa pensante del Gsf, anche se volto meno noto dei vari Agnoletto, Casarini, Caruso, che spiega: «Come Arci abbiamo organizzato più di 200 pullman per Assisi e oggi siamo un po? stanchi. Personalmente, il 10 spero di essere in volo per il Tagikistan dove porteremo i nostri progetti e i nostri fondi per i profughi, insieme a Onu e Ics, ma comunque quello che abbiamo deciso a Firenze è chiaro e tutti lì erano d?accordo. Questo non è un movimento-partito e non deve diventarlo. Logiche vecchie nel fare politica e nel costruire i movimenti non devono prevalere, anche se a Firenze il pericolo è stato corso: due giorni di decisioni comuni e, domenica, qualcuno (i Cobas di Piero Bernocchi, ndr) che voleva votare il corteo?». Però la Bolini rivendica l?intera tre giorni romana, «indetta contro la guerra, ma pensata subito dopo Genova» e soprattutto ci tiene a spiegare ?la filosofia di Firenze?«dove c?è chi marcia, chi organizza iniziative, chi banchetti, chi concerti, come noi?. Infatti, il 10 sera si terrà una festa, alla Bocca della verità. Sempre che tutto fili liscio, s?intende. Le premesse non sono tra le migliori, però, come fa capire Luca Casarini, oggi leader della Rete dei disobbedienti, che raggruppa centri sociali, Giovani comunisti, collettivi studenteschi e universitari: «Quella del Polo sarà una parata per la guerra, con tanto di bandiere e comizi. Noi andremo a Roma in massa per gridare no a chi dice viva le bombe. I terroristi sono loro e il Governo. Piuttosto, tengano sotto controllo la polizia». I più saggi restano, al solito, quelli della rete Lilluput: hanno scritto un documento, diffuso a Firenze, che in sostanza diceva «con questi metodi, c?avete stufato».
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