Formazione

10 campanelli d’allarme sul rischio di violenza psicologica

Lines e WeWorld, consolidano la partnership, avviata già nel 2021 con l’opening dello Spazio Donna di Bologna, inaugurando un nuovo Spazio Donna a Pescara, città in cui l’azienda ha sede. In Italia solo l’11% delle donne che subiscono violenza denuncia l’accaduto, di queste quasi il 40% addirittura non parla con nessuno di quello che ha subito, spesso per vergogna o addirittura perché le situazioni vissute sono ritenute la normalità

di Redazione

Lines e WeWorld consolidano la partnership, avviata già nel 2021 con l’opening dello Spazio Donna di Bologna*, inaugurando un nuovo Spazio Donna a Pescara, città in cui l’azienda ha sede, e presentando un decalogo per individuare i principali campanelli d’allarme di potenziale violenza. Diventano così 8 gli Spazi Donna WeWorld operativi, in Italia, ma la collaborazione è solo all’inizio e l’obiettivo è quello di portare aiuto in tutta Italia con l’apertura di altri centri che, oltre a sostenere le donne a rischio di violenza e in situazioni di fragilità, offrano percorsi di supporto psicologico e per l’empowerment femminile.

In Italia solo l’11% delle donne che subiscono violenza denuncia l’accaduto, di queste quasi il 40% addirittura non parla con nessuno di quello che ha subito, spesso per vergogna o addirittura perché le situazioni vissute sono ritenute la normalità.


È quanto emerge anche dall’indagine – realizzata da WeWorld insieme a Lines – con il coinvolgimento di psicologi ed educatori dei centri presenti sul territorio nazionale – che ha portato alla stesura di un decalogo – consultabile sui social networks e negli Spazi Donna di WeWorld – con l’obiettivo di individuare i segnali predittivi e indicativi di potenziali forme di violenza nei confronti delle donne:

1. Quando si rivolge a me è spesso aggressivo ed utilizza un tono di voce molto alto.
2. Quando siamo con gli altri, mi contraddice in continuazione e sminuisce quello che dico.
3. Di fronte ad impegni concordati, li nega e dice che sono io che ho capito male.
4. Quando esco con le mie amiche, mi dice che non sono una buona madre e/o una buona compagna.
5. Vuole accompagnarmi sempre e dappertutto, non mi permette di uscire da sola.
6. Quando non sono con lui, devo tenere il cellulare sempre a portata di mano per rispondere subito a messaggi e chiamate da parte sua.
7. Vuole conoscere tutte le mie password di accesso (pc, social media, cellulare).
8. Qualsiasi tipo di abbigliamento che indosso viene giudicato inadeguato, perché il mio partner ritiene che attiri l’attenzione.
9. Non vuole che esca con le mie amiche perché le giudica stupide e ha paura che possano avere una cattiva influenza su di me.
10. Quando gli dico che mi interessa un lavoro, mi dice che io non sono capace e che non mi serve perché tanto provvede lui a me.

Sono i “10 campanelli d’allarme” da non sottovalutare per aiutare le donne a riconoscere potenziali situazioni e vissuti di violenza, psicologica, economica e sociale.

È la violenza psicologica la forma di violenza più frequente e spesso più difficile da riconoscere, alcuni gesti di prevaricazione e controllo nella nostra cultura non vengono riconosciuti come potenzialmente violenti e spesso confusi con gesti di attenzione e di cura da parte del partner.

“Come Lines abbiamo preso un impegno con le donne e abbiamo deciso di fare la nostra parte collaborando con WeWorld per combattere la violenza, che rappresenta la degenerazione della discriminazione di genere e che in Italia conta ancora purtroppo troppi casi. Siamo consapevoli che la violenza contro le donne è un problema culturale e anche per questo abbiamo promosso il programma “DOMANDE SCOMODE @SCHOOL”, che quest’anno ha raggiunto circa 100.000 studenti. Vogliamo continuare a dialogare con i giovani perché sono loro i principali fautori del cambiamento” dichiara Ione Volpe, FemCare & AdultCare Marketing Director di Fater.

“WeWorld da più di 10 anni lavora in Italia per contrastare il fenomeno della violenza maschile contro le donne combinando l’intervento di empowerment sul territorio, per ridare vita e indipendenza alle donne, a due strumenti fondamentali: prevenzione e sensibilizzazione – dice Marco Chiesara, Presidente di WeWorld – Anche grazie al lavoro di realtà come la nostra il problema della violenza sulle donne e la dimensione del suo sommerso è molto più conosciuta. Ma il lavoro da fare è ancora enorme. Prima di tutto nel riconoscere che la violenza non è solo quella fisica ma ci sono forme molto più sottili e altrettanto gravi. Quello che ancora manca è cambiare il modo in cui si considera la violenza: il problema della violenza contro le donne non è un’emergenza estemporanea, ma una questione strutturale, duratura, continuativa.”

Parallelamente verrà rilanciata una campagna media istituzionale per combattere la discriminazione di genere, la cui voce narrante è quella della cantante Emma Marrone, realizzata da Armando Testa. Il messaggio è importante e incita alla parità di genere: “Se una donna è gentile con un uomo, non significa che stia cercando le sue avances. Se si veste in modo più sexy non è colpevole di essersi andata a cercare molestie, verbali o fisiche. Se è innamorata non diventa proprietà del partner, l’amore è libertà, non possesso. Basta pregiudizi, basta violenza sulle donne. Cambiamo gli schemi. Rompiamo il silenzio”.

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