Non profit

10.000 italiani in attesa di un organo

A Milano si lavora per una campagna mediatica per promuovere la donazione degli organi

di Redazione

Diecimila italiani in attesa di un organo, le liste che si allungano giorno dopo giorno, l’asticella delle donazioni immobile. E’ l’Italia dei trapianti, un mondo in costante emergenza. Nonostante gran parte della popolazione (quasi 2 italiani su 3) sia favorevole a donare organi, contro un terzo di indecisi e un 8% di contrari. “Dopo 11 anni di crescita – spiega Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro nazionale trapianti (Cnt) – il numero dei donatori si e’ stabilizzato a fronte di un forte aumento delle iscrizioni alle liste d’attesa. Per ridurle, accanto ad un sistema efficiente e di qualita’, come e’ quello italiano, e’ necessaria la donazione. Senza questo ‘atto di solidarieta’ civile’ non ci puo’ essere trapianto”. Per smuovere le acque, gli ‘addetti ai lavori’ hanno deciso di insistere con le campagne di sensibilizzazione. Su questo binario viaggia anche l’ultima iniziativa targata Onda (Osservatorio nazionale sulla salute della donna). Al fianco dell’associazione il Comune di Milano che, con l’assessorato alla Salute, ha deciso di impegnarsi in prima persona a favore delle donazioni di organi. Dalla partnership nasce un opuscolo (Trapianti, un’importante prospettiva di vita’) realizzato da Onda con la collaborazione del Cnt, dell’Associazione Nord Italia Transplant (Nitp) e dell’Associazione italiana donatori di organi (Aido), e uno spot prodotto e realizzato da Jwt per Onda, che sara’ trasmesso sull’Urbanscreen di piazza Duomo ed e’ gia’ visibile sul sito dell’Osservatorio. Obiettivo: sciogliere i dubbi (medici e legislativi), troppo ricorrenti anche nella categoria dei favorevoli a donare. La campagna prendera’ il via a breve nella metropoli lombarda, uno dei fulcri della rete del Nord Italia Transplant, realta’ da 25 mila trapianti eseguiti in 40 anni di attivita’. Oltre 8 mila i donatori del bacino. Solo a Milano, invece, i numeri parlano di quasi 8.500 trapianti con 1.322 donatori. Ma anche nella regione piu’ popolata d’Italia le liste d’attesa continuano a ricevere iscrizioni. Oggi in Lombardia sono oltre 2 mila i pazienti che sperano in un organo. E sara’ sempre peggio.

Dall’indagine sugli italiani e le donazioni, condotta nel 2009 proprio da Onda, emerge “una maggiore ritrosia delle donne ad essere donatrici. Ci auguriamo che anche questo ‘gap’ sia almeno in parte colmato”, riflette Francesca Merzagora, presidente di Onda. Il problema, aggiunge l’assessore comunale alla Salute, Giampaolo Landi di Chiavenna, “e’ anche quello del consenso dell’individuo al prelievo dei propri organi, che scatena ancora a livello emozionale forti resistenze per la particolare connessione che intercorre tra vita e morte”. Una strada in salita quella che porta dalla donazione al trapianto. Si passa attraverso “momento delicati – sottolinea Mario Scalamogna, direttore del Centro Nitp – che coinvolgono molte persone, tra cui i familiari del potenziale donatore travolti dalla morte del loro caro”. E quando il paziente non puo’ piu’ aspettare si interviene con trapianti di organo da vivente. Succede per il rene ma anche per il fegato, ormai dal 2001. “Il trapianto di fegato, che prevede l’asportazione del 50-60% dell’organo – spiega Luciano De Carlis, direttore della Struttura complessa di chirurgia generale e dei trapianti all’ospedale Niguarda di Milano – avviene generalmente da consanguineo, riducendo il rischio di incompatibilita’ immunologica. Per il donatore le conseguenze sono minime: il fegato recupera il 90% delle sue dimensioni volumetriche in circa un mese”. Per il trapianto di rene oggi sono state messe a punto tecniche robotiche per un prelievo mininvasivo. La rete nazionale, conclude Nanni Costa, “ha raggiunto un alto livello di organizzazione”. Negli anni sono nati “protocolli, linee guida per uniformare l’attivita’ e per lo svolgimento dei controlli di qualita’, e un sistema informativo in cui sono registrati i donatori e attraverso cui e’ garantita anche la tracciabilita’ degli organi e il follow-up dei pazienti. Molto resta ancora da fare per favorire la donazione”.

 

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