Famiglia

1.850 bambini hanno in mano il “passaporto per il futuro”

Il progetto nazionale avviato da Fondazione Mission Bambini, realizzato con 12 organizzazioni partner e selezionato dall’Impresa sociale Con i Bambini nel Bando del Fondo a contrasto della povertà educativa minorile si è chiuso, ma continuerà. «Abbiamo consolidato il modello che ora potrà essere utilizzato nei territori», annuncia Vincenzo Walsh, responsabile area progetti della fondazione

di Antonietta Nembri

Tre anni di progetto con in mezzo una pandemia non sono facili da portare avanti. Ma Fondazione Mission Bambini e le organizzazioni partner (dodici in otto regioni) hanno trovato la soluzione per raggiungere l’obiettivo: contrastare la povertà educativa nella fascia 0-6. Stiamo parlando del Progetto nazionale “Servizio 0-6: passaporto per il futuro”, selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, il progetto rappresenta il fiore all’occhiello degli interventi della Fondazione in ambito educazione in Italia.

Avviato nel 2018 e conclusosi nell’estate di quest’anno il progetto aveva come obiettivo far uscire 700 bambini tra 0 e 6 anni nel triennio dalla povertà educativa «l’ambizione era quella di creare in ogni sede un centro infanzia e di comunità secondo tre macrodirettive», spiega Vincenzo Walsh (nell'immagine), responsabile area progetti di fondazione Mission Bambini. La prima riguardava l’accessibilità dei servizi per i bambini che vivono in contesti di fragilità da ottenere attraverso la gratuità, o l’allungamento degli orari dei servizi, ma anche dando vita ad azioni extracurriculari come laboratori diretti ai piccoli o formativi per le famiglie. Una seconda linea ha riguardato la comunità educante «nel progetto è stata prevista la figura dell’operatore di prossimità e accoglienza. Abbiamo formato 18 persone all’interno dei servizi che avevano tre obiettivi», spiega Walsh. «Accompagnare e orientare le famiglie all’interno dei servizi stessi, attivare il territorio e le organizzazioni presenti sia pubbliche sia private e infine favorire il mutuo-soccorso tra le famiglie con l’attivazione del volontariato».
L’ultima e terza linea di sviluppo del progetto ha guardato alla sostenibilità economica. «Come Mission Bambini abbiamo formato 17 manager di sostenibilità, figure professionali che si sono occupate del controllo di gestione dei servizi e dell’attivazione di raccolte fondi sia rivolte a individui sia rivolte ad aziende, ma che hanno agito anche sul fronte dei bandi pubblici locali» continua Walsh.


Sopra, Ellen Hidding, madrina del progetto e degli interventi di Educazione Italia 0-6 anni di Mission Bambini; in basso un servizio educativo per la prima infanzia sostenuto attraverso il progetto a Napoli – foto di Alessandro Raccone (Social Valet)


Beneficiari del progetto sono stati nel triennio 1.850 bambini, «ogni anno sono stati 770 i piccoli che hanno potuto godere dell’accesso gratuito o dell’estensione d’orario dei servizi oltre che dei laboratori extracurriculari, mentre il progetto ha coinvolto 900 genitori. La comunità educante ha visto l’attivazione di 204 organizzazioni sul territorio con un aumento del 15% di nuovi accordi» elenca il responsabile area progetti che aggiunge: «Sono stati attivati un migliaio di volontari e ben 450 famiglie hanno potuto partecipare al mutuo soccorso. E tutto questo considerando che abbiamo anche subito un anno e mezzo di Covid».

La pandemia è arrivata nel bel mezzo del progetto «Nel marzo 2020 si è fermato tutto, i servizi (11 nidi e 7 scuole dell'infanzia) sono stati chiusi. I bambini e le famiglie, oltretutto in condizioni già di fragilità, si sono ritrovati isolati. Occorreva lavorare a distanza», ricorda Walsh. «Ma già ad aprile eravamo pronti con la piattaforma Patapum, un portale diviso in fasce d’età e laboratori in cui tutte le organizzazioni partner hanno potuto caricare contenuti multimediali» ricorda Walsh. «La rete non si è fermata, abbiamo avviata l’educativa domiciliare e il portale continua a essere attivo».

E ora che il progetto è ufficialmente finito? «Si prosegue come Mission Bambini e grazie a donatori e aziende. Il bando di Con i Bambini è servito per consolidare un modello che la fondazione aveva già pensato e che oggi ha a disposizione delle linee guida e una vera e propria cassetta degli attrezzi non per replicare perché ogni territorio ha la sua peculiarità, ma per implementare questa esperienza».

Inoltre, per la fine del prossimo anno la Fondazione Zancan, incaricata del monitoraggio e della valutazione d’impatto, fornirà i dati sul modello realizzato.

Queste le località e le organizzazioni del progetto

Badolato (CZ), Coop. Sociale La Cicogna; Catania, Associazione Talità Kum; Lecce, Cooperativa sociale L'impronta; Marcheno (BS), Coop. Sociale Fraternità Impronta; Milano, Fondazione Aquilone Onlus; Napoli, Associazione C.E.Lu.S. -Cooperativa Solidee; Novara, Gerico Cooperativa sociale; Palermo, Associazione Kala Onlus – Cooperativa sociale Pueri; Roma, Coop. Sociale L'accoglienza Onlus; Sanluri (SU,)Istituto Madonna di Bonaria

In apertura foto di ©Alessandro Raccone (Social Valet)


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