Essere ricoverati in ospedale per molti giorni non è una bella esperienza: la malattia, magari il dolore fisico, certamente la preoccupazione, il tempo che non passa mai. Per un bambino, vivere lunghi periodi in ospedale è ancora più stressante. I circa 4mila volontari delle associazioni Abio in tutta Italia portano serenità, calore e spensieratezza. «Le ore che abbiamo trascorso in loro compagnia sono state preziose», spiega la mamma di un piccolo paziente: «I volontari e le volontarie del reparto dove era ricoverato nostro figlio hanno saputo trasmettergli che si può giocare e continuare a colorare anche quando flebo, aghi e drenaggi ti terrebbero a letto. I giorni in ospedale sono stati un’attesa infinita, alleggerita solo da quelle tre ore in cui erano presenti i fantastici volontari di Abio, che sono entrati nella nostra vita con discrezione, allegria intelligente, professionalità e conoscenza della realtà in cui si calavano».
Il movimento Abio è nato nel 1978 a Milano e oggi Fondazione Abio Italia Ets coordina 53 associazioni locali, presenti in più di 100 ospedali e quasi 200 reparti pediatrici, di varie specializzazioni, in tutta Italia. I volontari Abio, ogni giorno, sono accanto ai bambini, agli adolescenti, alle famiglie che affrontano l’impatto con un ambiente sconosciuto, con la malattia e con la paura.
I volontari Abio, ogni giorno, sono accanto ai bambini, agli adolescenti, alle famiglie che affrontano l’impatto con un ambiente sconosciuto, con la malattia e con la paura
Sentinella dei diritti dei bambini
«In Italia, purtroppo, i bambini e gli adolescenti ricoverati in ospedale non vedono sempre garantiti i loro diritti», spiega il presidente Giuseppe Genduso. «Almeno un terzo di essi, per esempio, non viene ricoverato in reparti adatti alla loro età: in questi casi la presenza dei volontari Abio potrebbe essere ancora più importante. Siamo un sostegno anche per i genitori, perché la malattia di un bambino colpisce tutta la famiglia. I nostri volontari sono formati per ascoltare, offrire informazioni pratiche sull’ospedale, prendersi cura del bambino in caso di momentanea assenza dei genitori. Sulla loro formazione investiamo gran parte di quanto i cittadini ci donano con il 5 per mille».
È Fondazione Abio, a livello centrale, che organizza e coordina la formazione dei volontari su tutto il territorio nazionale e, inoltre, promuove progetti e interventi che hanno lo scopo di ridurre l’impatto dell’ospedalizzazione; allestisce camere o reparti di degenza in sintonia con i bisogni emotivi e affettivi dei bambini e degli adolescenti; sostiene l’applicazione delle indicazioni previste dalla Carta dei diritti dei bambini e degli adolescenti in ospedale e il percorso di Certificazione degli “Ospedali all’altezza dei Bambini”. «A ogni bambino che entra nei reparti dove siamo presenti doniamo un kit di accoglienza, che contiene, ad esempio, una scatola di pastelli e dei fogli da colorare: oggetti semplici, che diventano fondamentali in un momento potenzialmente traumatico. Ogni anno investiamo parte del ricavato delle raccolte fondi per acquistare poltrone letto per i genitori, perché i bambini hanno il diritto di avere sempre accanto mamma o papà. Una poltrona letto nella stanza consente al genitore di trascorrere il momento difficile della degenza dei figli in modo meno faticoso».
In Italia, purtroppo, i bambini e gli adolescenti ricoverati in ospedale non vedono sempre garantiti i loro diritti. Almeno un terzo di essi, per esempio, non viene ricoverato in reparti adatti alla loro età: in questi casi la presenza dei volontari Abio è ancora più importante
Giuseppe Genduso, presidente Fondazione Abio
L’importanza della formazione dei volontari
I volontari Abio sono persone che hanno i loro impegni personali, lavorativi, familiari ma che hanno scelto di donare il loro tempo per essere al fianco dei bambini malati. Il corso di formazione prevede una parte teorica, lavori di gruppo e un tirocinio di circa sei mesi, in affiancamento a volontari già formati. A ciascun volontario è chiesta la disponibilità a garantire un turno fisso di mezza giornata ogni settimana, oltre alla partecipazione alle riunioni di reparto e alla vita dell’associazione e del gruppo. La preparazione che i volontari ricevono durante il corso e i suggerimenti e i consigli dei tutor che li affiancano nei mesi di tirocinio rendono emotivamente più sereno l’impatto con il reparto. L’appuntamento settimanale è visto dai volontari come un appuntamento importante ed immancabile della loro quotidianità e vissuto sempre con serenità e grande dedizione.
«La misura dell’importanza del servizio che Abio svolge nei reparti ci è data dagli stessi bambini», conclude il presidente Genduso, «che spesso, quando vengono dimessi, ci chiedono quando possono tornare a giocare nelle stanze dell’ospedale da noi allestite con giochi, libri e tavoli colorati. Destinare il 5 per mille ad Abio significa credere nell’importanza dei diritti dei bambini e realizzarli attraverso la presenza dei nostri volontari in sempre più ospedali».
Per destinare il 5 per mille a Fondazione Abio, metti la tua firma nel riquadro “sostegno degli Enti del Terzo Settore” e inserisci il codice fiscale 97384230153.
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