Un viaggio in camper tra 5 regioni e più di 50 tra associazioni, cooperative e Comuni del Sud Italia per co-progettare e ri-generare insieme. L’iniziativa, realizzata NeXt – Nuova Economia per Tutti, insieme al Forum del Terzo Settore, continua un percorso di formazione iniziato nei mesi più difficili della pandemia, dedicato alle realtà che devono ripensare o rafforzare le proprie strategie, trasformando la crisi in opportunità. Qui il racconto della prima tappa in Sardegna e qui quello della Campania per arrivare poi alla volta della Puglia e della Basilicata fino alla Calabria.
Entriamo in Sicilia con una nuova passeggera e protagonista del viaggio, Mirjam Ognibene formatrice per “Prepararsi al futuro”, il nostro progetto con le scuole e referente NeXt della Sicilia che si aggiunge al nostro team. Il panorama degli ETS siciliani è particolarmente variegato, incontriamo realtà che si occupano sì di sociale ma partendo da presupposti e mettendo in campo soluzioni diverse. Un tema ricorrente è però la relazione con la pubblica amministrazione: non si riesce a trovare gli strumenti collaborativi non tanto per la realizzazione di attività ma per l’individuazione di bisogni condivisi che possano concretizzare il tanto citato comma 2 del Codice degli Enti del Terzo Settore definisce con “Co-programmazione”. “La co-programmazione è finalizzata all’individuazione, da parte della pubblica amministrazione procedente, dei bisogni da soddisfare, degli interventi a tal fine necessari, delle modalità̀ di realizzazione degli stessi e delle risorse disponibili”
Articoli e commi a parte, il nostro viaggio riparte dalle persone che già informalmente stanno co-programmando con gli enti locali iniziative di cooperazione di vicinato, e in particolare partiamo da Ragusa dove incontriamo la referente per la nostra linea in FQTS, Emilia Arrabito insieme al presidente Giovanni Iacono e tutto il team al femminile di Svi.med. centro euromediterraneo per lo sviluppo sostenibile onlus. Da quasi vent’anni lavorano ai temi della sostenibilità ambientale, economia circolare, agricoltura e turismo e vogliono poter comunicare i risultati del loro lavoro attraverso le relazioni instaurate oltre che migliorare ancora di più il loro dialogo con le istituzioni locali e costruire una rete sul territorio. Si definiscono una sorta di terra di mezzo tra chi fa le ricerche e chi fa le cose. Il Presidente Giovanni Iacono ci ricorda come il loro ETS abbia preso l’acqua come paradigma dei problemi sociali, cercando di unire indissolubilmente l’aspetto ambientale con quello sociale. Se pensiamo che l’acqua è considerata la moneta del futuro o forse del presente, direi che sia una mossa saggia. Soprattutto se consideriamo che a infrangere un tabù del capitalismo è stato il Cme Group, che in collaborazione con Nasdaq ha annunciato la creazione del primo future al mondo sull’acqua. Il contratto impiega il Nasdaq Veles California Water Index con un un mercato da 1,1 miliardi di dollari.
Ma a parte scenari internazionali di cui dobbiamo sapere e che dovremo sempre di più attenzionare la vera sfida è quella del sociale ancora troppo poco presente quando si parla di economia circolare. La loro proposta, come idea di sviluppo da portare avanti, è un Tavolo per il futuro aperto a tutte quelle realtà territoriali che vogliono lavorare insieme attraverso una sorta di tavolo tecnico caratterizzato anche a livello tematico e sovracomunale che stimoli forme di collaborazione e sviluppo locale che superano la logica dei bandi. Il team di professioniste che abbiamo incontrato ha le idee molto chiare e le capacità per attuarle anche se la sfida nella sfida sarà capire il grado di apertura e di contaminazione che avverrà nei territorio ragusano e non solo.
La seconda tappa della giornata è la città di Modica, patria del cioccolato, dove incontriamo Viola Candiano e le altre socie dell’Associazione Ipso Facto, che si occupa di contrasto alla violenza sulle donne e offre un servizio di sportello antiviolenza in accordo con prefettura, comune e ospedali. Si occupano anche di prevenzione e sensibilizzazione nelle scuole con un lavoro più difficile verso i docenti. Nel loro operato riscontrano però la difficoltà di conciliare la vita privata con l’attività di volontariato e il bisogno di una riorganizzazione interna, di una leadership salda ma diffusa, di una carta dei servizi per sistematizzare le attività e passare da un approccio associativo a uno più vicino al modello dell’impresa sociale. Vorrebbero usare la problematica come momento ri-fondativo, strutturando inoltre partenariati strategici, con una rete esterna forte e di rappresentanza formalizzata e delle linee guida condivise. Concludiamo il nostro incontro con un invitante aperitivo a base di prodotti tipici locali presso Casa Don Puglisi, altra realtà virtuosa del territorio che ha fatto della qualità dei suoi prodotti e della lotta alla mafia uno dei capisaldi delle loro azioni.
Il secondo giorno ci porta dal mare siciliano verso l’entroterra che ci riserva paesaggi bellissimi e ci fa incrociare una serie di rocche con castelli fortificati fino a giungere a Milena, il paese delle Robbe, la parte antica del paese formato da tanti agglomerati di case che formano piccoli villaggi, separati l’uno dall’altro da qualche centinaio di metri, immerse nel verde dei mandorleti e degli uliveti. Qui, presso il Circo Pace e Bene gestito da Carmelo e Nunzio Vitellaro, incontriamo, tra gli altri, Giuseppe Montemagno presidente di ARCI CALTANISSETTA. Realtà composta da 8 associazioni affiliate presenti in 8 comuni diversi con 640 soci totali circa. Si va dai circoli di Gela e Mussomeli che sono i più antichi a quelli di Caltanissetta, gestito da studenti degli ultimi anni di scuola superiore, e Milena che è il più recente. Essendo una realtà molto variegata hanno riscontrato una iniziale criticità: trovare un tema comune di progettazione. anche se tutti sono accomunati dalla difficoltà, causata dalla pandemia, di un calo netto della partecipazione dei soci alla vita dei circoli. Il percorso di FQTS ha consentito loro di riflettere sul co-progettare in vista anche del Congresso dell’ARCI provando a creare un percorso in cui questa progettazione è il primo momento, il punto di partenza in un congresso aperto ai soci e al territorio. l’obiettivo è quello di creare relazioni con gli stakeholder per un ragionamento più complessivo sullo sviluppo territoriale. Quindi una attività di rete con sempre maggiori sinergie: orizzontali, tra i circoli e verticali, con gli stakeholder regionali e nazionali. L’idea da cui partire la trovano nella mappatura dei terreni ed edifici da riqualificare per lo sviluppo locale che connetta spazi urbani moderni con patrimonio storico-culturale. Per poi progettare azioni di turismo sociale e promozione del territorio. Un’altra idea è quella di uno sportello fisico o digitale come strumento o luogo che ha l’opportunità di essere volano per le opportunità di sviluppo di territori e singoli.
Continuiamo il nostro tour e arriviamo a Enna alta, ci accoglie una nebbia così fitta che facciamo fatica anche a vedere i numeri civici sulle case. E’ tutto molto suggestivo ma il nostro mezzo è solido anche se deve andare praticamente a passo d’uomo. Siamo saliti fin qui per incontrare UISP Sicilia, il suo Presidente Enzo Bonasera e gli altri associati delle UISP locali. Ci accolgono con un progetto molto interessante: “Giocare per diritto” da un bando di Con i bambini, ha come beneficiari i bambini che vivono la mancanza di uno dei due genitori perché detenuti e ha quindi l’obiettivo di ricostruire il rapporto tra figli e genitori, con attività sia all’interno che all’esterno delle carceri, nelle scuole e nelle zone a rischio, con l’ausilio di partner. Sono coinvolte 8 case circondariali a livello regionale e si sviluppa creando strutture permanenti che alla fine del progetto restino all’interno del carcere (aree già esistenti adattate o rigenerate come aree di colloqui o zone limitrofe). Prevedono azioni formative per gli operatori del carcere che svolgeranno un ruolo al suo interno. L’attività ludica è lo strumento per creare la relazione tra bambini e genitori detenuti. L’Università di Catania si occuperà di monitorare a due anni dall’intervento i risultati. Obiettivo è far emergere l’abbattimento della recidiva grazie allo sport e al progetto, le idee che vengono fuori dal confronto sono molto stimolanti. Innanzitutto partire dalle fragilità per includere più soggetti possibili; creare una filiera imprenditoriale sport-lavoro nel tessile e somministrare ai bambini e ragazzi dei questionari per rilevare i loro bisogni. Anche in questo ETS riscontriamo una difficoltà di rapporto con alcune amministrazioni comunali per poter replicare l’esperienza positiva di tre dei comitati locali UISP che sono riusciti a instaurare buoni rapporti con i comuni per l’implementazione del progetto.
Lìundici novembre è stato il terzo ed ultimo giorno di viaggio, siamo arrivati a Palermo e accogliamo nella nostra magiccar anche il prof. Leonardo Becchetti che passerà con noi questa fase del tour. Iniziamo con una ricca colazione insieme a Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica e nostro affezionato sostenitore. Il viaggio continua in una location molto particolare, un circolo a strapiombo sul mare sede dell’Associazione Di Sana Pianta, una realtà che mette insieme 8 donne tutrici volontarie di minori stranieri non accompagnati, con la presidente Valeria Antinoro troviamo anche Manel Buosselmi presidente dell’Associazione Fatima che raccoglie al suo interno donne musulmane. L’idea che si vuole realizzare inizialmente è un’agenzia per conciliare domanda e offerta di lavoro per badanti. Nel confronto viene fuori un’ulteriore idea: una filiera per attività ristorativa, corsi di cucina etnica e di sartoria tradizionale e non, con annessa narrazione del patrimonio culturale che ci sta alla base per giungere poi a specializzarci nella gestioni di eventi viste anche le competenze di gestione e marketing di Manel. La prima attività da mettere in campo sarà la realizzazione di due mappature: dei soci del circolo e dei talenti presenti tra le donne che frequentano l’associazione Fatima e i giovani che hanno in carico le tutrici Di Sana Pianta attraverso due questionari. Per pranzo ci ritroviamo a Casa San Francesco, un ex convento dei frati cappuccini che oggi ospita il Giardino Bistrot “Al Fresco” e parte del laboratorio di Cotti in Fragranza, realtà top in tema di reinserimento sociale dei detenuti gestita dalle super Lucia Lauro e Nadia Lodato.
Il nostro pomeriggio continua ai Cantieri culturali della Zisa dove incontriamo nella sede fresca di restauro di Legambiente Sicilia, il Circolo Mesogeo con le referenti per FQTS Vincenza Gambino e Silvia Timoneri e il presidente Francesco Liotti. I componenti presenti ci parlano del Forum dei contratti di fiume e di costa, strumento che funziona dal basso con capofila il comune di Palermo città metropolitana e 5 associazioni di vario tipo. Partono dall’esperienza del fiume Oreto con un’opera di riqualificazione di acque e fognature, partendo dall’asse fluviale fino alle montagne. L’obiettivo è quello di creare gli strumenti per fare una pianificazione territoriale e collaborativa. Come azione iniziale si prevede la rete da fare con le scuole. L’idea che nasce dal confronto, ispirata da esempi già esistenti in Italia, è quella di giovani che diventano manutentori del verde, uno stimolo all’auto-imprenditorialità, con la creazione di veri e propri spin off scolastici cooperativi. Un altro aspetto importante è quello della comunicazione esterna con la costruzione di strumenti di divulgazione. La nostra giornata e il nostro tour si conclude presso l’ Associazione Erripa Achille Grandi dove incontriamo oltre al presidente Gianni Giardi anche il giovane Francesco Marasà, volontario del servizio civile che ha lavorato al nostro project model ad un progetto su riciclo e riuso che non guardi esclusivamente alla parte degli abiti quanto piuttosto al cibo prendendo spunto da esperienze già in attivo in Italia.
Il nostro viaggio si conclude con una cena etnica presso Moltivolti, un ristorante con uno spazio di coworking che si dedica a progetti di inclusione sociale e lotta alla povertà nato oltre sette anni fa nel cuore di Ballarò, mercato storico del quartiere Albergheria di Palermo. Ci guardiamo in faccia, visibilmente stanca ma felice e ci accorgiamo di aver fatto qualcosa che in questo momento di pandemia non pensavamo di poter fare.
Facciamo un po’ di conti con i nostri pensieri e prima di prendere il volo e ritornare a Roma per lavorare sul futuro da costruire dopo questi incontri ci accorgiamo come tutte le esperienze che abbiamo incontrato e che sono state colpite, più o meno direttamente dal Covid-19, hanno aumentato la consapevolezza del valore sociale delle azioni della comunità di un territorio per la promozione della salute e per il benessere del territorio stesso.
Nel Sud, in particolare, quando la comunità sfrutta le risorse locali e le sinergie (tra gli attori del terzo settore, del volontariato e i professionisti dei settori sanitari e sociosanitari) e anche quando la comunità “non fa” (con evidente riferimento al lockdown), il contributo che la salute di un territorio riceve ha un effetto non soltanto moltiplicatore, perché amplifica legami e connessioni verso i più fragili, ma anche equo, perché va alla ricerca di chi non arriva ai servizi.
In riferimento al patrimonio culturale del percorso formativo di FQTS, la sperimentazione delle attività nel 2021 hanno fatto emergere la consapevolezza che i processi di cambiamento con e per il territorio, devono essere affrontati secondo un approccio di community bui quindi sulla densità e la qualità delle relazioni, e sull’empowerment, cioè la consapevolezza di una comunità di potersi auto-determinare e quindi di progettare e realizzare il proprio sviluppo, così come sulla propensione al cambiamento e all’accoglienza che dovranno essere uno dei parametri di riferimento delle nostre comunità.
E’ nato quindi un cambiamento di paradigma nell’azione di tutela e promozione della salute, basato non tanto e non soltanto sulle “strutture” formali, ma su un capovolgimento del ruolo delle istituzioni e dell’interazione con la comunità: il community building.
Il percorso formativo, nel suo complesso, potrà avere un obiettivo ambizioso, quello di passare da una logica di “capacity building” a una di community building e offrire ad ETS e Reti, ma anche ai singoli partecipanti alle linee formative, un nuovo paradigma, che veda la Comunità quale reale protagonista del processo di cambiamento, e non come spesso accade, mera destinataria di interventi, troppe volte fini a sé stessi.
*Luca Raffaele, direttore di NeXt – Nuova Economia per Tutti
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