#VIAGGIOASUD/4

Viaggio tra Basilicata e Puglia: qui il Terzo settore è più vivo che mai

di Luca Raffaele

Continua il racconto del viaggio in camper tra 5 regioni e più di 50 tra associazioni, cooperative e Comuni del Sud Italia per co-progettare e ri-generare insieme. L’iniziativa, realizzata NeXt - Nuova Economia per Tutti, insieme al Forum del Terzo Settore

Un viaggio in camper tra 5 regioni e più di 50 tra associazioni, cooperative e Comuni del Sud Italia per co-progettare e ri-generare insieme. L’iniziativa, realizzata NeXt – Nuova Economia per Tutti, insieme al Forum del Terzo Settore, continua un percorso di formazione iniziato nei mesi più difficili della pandemia, dedicato alle realtà che devono ripensare o rafforzare le proprie strategie, trasformando la crisi in opportunità. Qui il racconto della prima tappa in Sardegna e qui quello della Campania per arrivare poi alla volta della Puglia, ecco la prima parte del racconto.

Il 19 ottobre andiamo in direzione Torchiarolo per incontrare la Rete pubblica assistenza Salento in cui, oltre a incontrare lo staff dell’associazione e della Pro Loco, abbiamo il piacere di incontrare il sindaco di Torchiarolo Elio Ciccarese e anche l’inaspettata e piacevole scoperta di Pasquale Bonasora neo-presidente di Labsus. Scopriamo di un iter virtuoso già avviato per l’adozione del Regolamento Beni Comuni e studiamo come questo importante strumento possa supportare lo sviluppo locale che stiamo portando avanti in questo viaggio, vale a dire il Patto di Rete e la griglia di impatto multidimensionale del Terzo Settore.

Sembrano esserci tutti i collegamenti e gli attori giusti. Ma dopo queste premesse importanti e da rimandare a un ragionamento con il Forum Nazionale approfondiamo l’idea di sviluppo della Rete pubblica Salento e ci concentriamo in particolare sul tema della povertà educativa per contrastare l’abbandono scolastico precoce, attraverso la costruzione di uno spazio di aggregazione per i giovani e delle attività ludico ricreative. 1 giovane su 10 è rischio di abbandono scolastico e serve far diventare gli spazi del territorio dei veri e propri luoghi di inclusione che possano lavorare sui talenti dei giovani e sulla loro volontà di unirsi anziché di dividersi.

Il concetto di scuola aperto ha funzionato fino a un certo punto e la sfida in questo caso è quello di far gestire direttamente i luoghi dai giovani, con una supervisione gentile degli enti locali, per ridare protagonismo e ripartire con attività sportive e artistiche per far conoscere e veicolare valori e insegnamenti. Non è facile ma l’esperienza delle persone sedute al tavolo e la volontà del Comune sembrano convergere. Staremo a vedere.

A pranzo incontriamo Luciana Delle Donne, fodnatrice dell’associaizone Mede in carcere”, amica e imprenditrice sociale, che da anni ha fatto capire che l’economia circolare coinvolge tutte le parti della vita (ambientale si ma anche economica e sociale) e che si può generare bellezza a partire dagli ultimi e da coloro che non sono considerati. L’abbattimento del tasso di recidiva dei lavoratori presenti in Made in Carcere e il benessere acquisito da loro sono un segnale chiaro e potente. Andiamo a vedere il nuovo spazio rigenerato in un quartiere di Lecce con diversi personaggi che ci accolgono sui muri dell’edificio, da Martin Luther King a Nelson Mandela per poi arrivare all’ultima invenzione di Luciana vale a dire il BILBenessere Interno Lordo, un modo per dire che la sua attività non fa crescere il PIL ma fa crescere tantissimi indicatori altrettanto importanti.

Il pranzo è magico, perché all’aperto nella piazzetta davanti al suo laboratorio e partecipato con tutti i lavoratori e lavoratrici dell’azienda che sembrano una vera e propria famiglia allargata. Le storie sono toste ma i volti sereni e la capacità di Luciana di guidare la barca anche quando il mare è in tempesta è invidiabile. Decidiamo di lavorare ulteriormente insieme su un progetto di Distretto Diffuso del Sud che punti a delle solide alleanze con il Terzo Settore pugliese per pensare una sanità di prossimità e una produzione responsabile e sostenibile.

Da una idea diversa di carcere arriviamo a una idea diversa di circo con l’associazione Stranivari a Parabita. Qui incontriamo Luca Andolfi e Gema Caballero Sànchez che dalla Spagna ha deciso per amore di trasferirsi in Puglia, in un paese di poco più di 8mila persone. Entriamo in un luogo magico, una distesa di terreno color nocciola con una ricca vegetazione tutt’intorno e al centro un pallone tensostatico trasparente.

Dentro, tutti gli attrezzi del mestiere per fare un’attività circense formativa, per piccoli e grandi, mettendo a frutto l’esperienza di lui, giocoliere professionista e da una parlantina veloce e vivace e di lei, trapezista solida e gentile, sicuramente più taciturna di lui. Ci raccontano di come sia stato complicato far capire che per ottenere i loro certificati di maestri da una delle scuole più importanti in Europa non sia impresa facile e che coinvolgere i giovani e i docenti in queste attività produce dei risultati eccezionali. La loro principale attività, oltre a qualche spettacolo in giro per la Puglia, è stata sviluppata con le scuole grazie alla sapiente guida di un paio di insegnanti e la stabilità di un rapporto continuativo con scuole e organizzazioni del territorio sembra essere il loro nodo fondamentale. Il Comune ha puntato fin da subito in questa attività concedendo lo spazio anche se poco altro, ma ora sembra non riconoscere il valore di quella attività che dovrebbe essere ridimensionata per costruire un alloggio vacanze per anziani. Dietro alla loro struttura e a un piccolo edificio in cui sono presenti i costumi e gli attrezzi più ingombranti si erge un immobile enorme confiscato alla mafia qualche anno fa che potrebbe essere un luogo dove il circo incontrerebbe l’attività di accoglienza e foresteria per gli artisti e gli studenti che potrebbero venire da fuori. Rendere qualcosa che è sempre pensato nomade e itineranti come un elemento stabile del territorio che possa ripensare anche alle esperienze da farti condividere, giorno e notte. Abbiamo l’idea e serve ripartire dalle scuole già in partenariato per presentare il nuovo disegno al Comune e prolungare il loro comodato d’uso per far capire che anche a Parabita si può innovare in equilibrio su un filo e con fiducia verso la comunità. Ritorniamo con le immagini del cirque du soleil che mi ronzavano nella testa, l’unica forma di circo per esistente, e con l’immagine di Luca e Gemma mentre si esibivano ancora vivide nella mia mente.

Mentre ci muoviamo verso Taranto non potevo non fare una tappa obbligata da Creativi Viaggi, non solo perché Alessandra Cotugno ed Elena Stefanelli sono due amiche di vecchia data, ma anche perché sono stati i nostri angeli custodi in questo viaggio. Un’agenzia che da anni si occupa di turismo sostenibile e responsabile, alla quale abbiamo affidato la gestione e l’organizzazione del nostro magic camper in modo puntuale e attenti alle esigenze di ogni luogo che visitavamo. Sembra che il magic camper abbiamo spinto altri formatori a emulare il nostro percorso per conoscere da dentro gli ets con cui si è entrati in formazione negli ultimi anni. Un meta risultato molto bello. Dobbiamo riprendere a viaggio per e con le comunità.

Il 20 ottobre dalla Puglia ci spostiamo un giorno in Basilicata, dove il numero di enti del Terzo Settore che hanno partecipato è stato esiguo rispetto alle altre regioni ma non di meno valore. La nostra azione lucana si concentra a Potenza, iniziando la giornata con l’Associazione Insieme onlus e la sua presidente Maria Elena Bencivenga. Abbiamo incontrato già comunità di recupero per persone affette da diverse patologie ma, a parte la distinzione tra residenzialità e semiresidenzialità e un problema generale legato al lavoro post cura, gli ambienti erano tutti aperti e simili in un certo senso.

Qui cambia tutto. L’apertura e il grado di inclusione è la stessa delle altre comunità ma l’impostazione sembra essere diversa, sia nella composizione degli edifici che costituiscono un vero e proprio villaggio di sostenibilità, con laboratori, cucine, luoghi di meditazione e campi da tennis e calcio tutti perfettamente collegati e armoniosi con il territorio, che nella gestione imprenditoriale che oltre al grande carisma e alle capacità di Maria Elena ha la fortuna di avere abili progettisti come Fabio Stefanelli. Altra peculiarità sembra essere il fatto che la comunità sia in uno dei luoghi più belli e “trafficati” di potenza, quindi non marginale e ben visibile da tutti i cittadini tanto che a volte il problema con, per fortuna, una piccola parte di loro è stato proprio quello di voler cacciare sopra un monte per non doverli vedere. Come se fossero intrusi o le problematiche dei loro cari, dato che sono persone del posto, non dovessero essere viste così spesso.

La bellezza di quel l’ubicazione sta proprio sull’affaccio davanti a un fiume che è diventato il loro luogo simbolo per mandare messaggi sociali, attraverso la realizzazione di lenzuola con immagini e lettere ricamate a mano che una volta sono a favore del sindaco di Riace e una volta mandano messaggi contro la mafia. Ogni persona non è ferma con le mani in mano ma si adopera per pulire o costruire piccole estensioni di quei tanti luoghi di aggregazione ma la cosa che più mi ha stupito è stata la cucina e la pizzeria della comunità che una volta alla settimana diventa un luogo aperto al pubblico dove i partecipanti alla comunità si mettono a fare la pizza per se e per gli altri con una grande qualità. Quel luogo sembra essere il loro volano di sviluppo attraverso la creazione di una vera e propria pizzeria di comunità che potrebbe allargarsi con uno stabile in costruzione proprio al suo fianco. Qui il dialogo con il Comune è assente e non sembrano esserci prospettive per fare un lavoro di integrazione delle persone della comunità, oltre alla possibilie attività di inclusione lavorativa e al boratorio da pizzaioli attivabile all’interno dell’associazione.

Dal fiume risaliamo le strade per il centro di Potenza per incontrare l’Associazione Human Flowers e la sua presidente Ligia che da Cuba è venuta in Italia per cercare lavoro e sviluppare un percorso di integrazione per tutti quegli stranieri che hanno bisogno di corsi di lingua e sviluppo di alcune competenze artigianali. Il lavoro sviluppato con il Comune sembra esserci anche se non pienamente realizzato ma la loro idea è di sviluppo è molto chiara e vale a dire la creazione di una impresa sociale, collegata all’associazione, con core business servizio di catering multietnico. Il loro obiettivo è quello di partire dai talenti e dalle competenze dei partecipanti all’associazione per creare un ristorante dedicato alla multietnicità. Anche qui il collegamento sembra essere scontato ma a volta le cose semplici sono le più complesse da vedere.

La possibilità di collegare la voglia di creazione un’attività ristorativa a partire dalla cultura di accoglienza e accessibilità degli utenti di HUman Flower è la stessa che Insieme onlus vorrebbe creare con la sua pizzeria. Unire una pizza sociale a dei piatti multietnici mi sembra una bellissima combo, evitando costi di gestione iniziali molto alti per l’inizio di un’attività e soprattutto unendo le forze per unire ipotenziali clienti che prima di tutto devono venire per la qualità del cibo e poi per i progetti di reinserimento al loro interno.

Prima di lasciare la Basilicata passiamo in uno dei luoghi simbolo di Potenza, poco distante dalla sede del CSV dove con FQTS abbiamo realizzato degli incontri regionali. Scambio Logico è un esperimento di successo di Legambiente di piccola distribuzione organizzata che è stata premiata anche durante uno dei Cash Mob Etici realizzati l’anno scorso perché riuscita a coniugare attenzione e supporto alle realtà del territorio con una gestione inclusiva e non elitaria dei prodotti presenti al suo interno.

Visitiamo con il presidente lo spazio dello shop e la parte sopra di quello stabile che era una parte della stazione presente a pochi passi. Per ora le loro attività trasversali continuano con l’organizzazione di feste privati e per quando si potrà, con un po’ più di facilità, anche di eventi pubblici con il futuro spazio birreria che nascerà al suo interno. Potrà essere uno dei luoghi di aggregazione per il mondo associativo locale che oltre a fare una buona spesa possa ritrovarsi davanti a un buon bicchiere di birra o un succo biologico in base ai gusti

Ritorniamo a Taranto, la nostra base di questi giorni, dopo aver fatto un concentrato della Basilicata con la speranza che per il prossimo anno, molte altre associazioni possano unirsi e partecipare al percorso di sviluppo del Forum. Durante le ore di percorso, tra mail, chiamate e un po’ di stanchezza ci viene in mente di condividere un momento esperienziale diverso, dopo le tante esperienze fatte, e di immergerci nello sport locale con un derby di eccezione tra Taranto e Andria. Così prendiamo i biglietti, eravamo tutto il team al completo con anche la presenza di Leonardo Becchetti, grande tifoso di calcio, e non potevamo farci sfuggire quell’occasione. Portiamo fortuna e il Taranto vince in rimonta.

Il giorno dopo, prima di andare alle Settimane Sociali di Taranto, organizziamo un incontro con un mastro d’ascia, uno dei pochi rimasti a Taranto, che con il suo lavoro organizza percorsi di formazione e inclusione sociale di studenti con particolari difficoltà. Riuniamo nella sua officina, bellissima e che si apre con una barca in legno appesa frutto del lavoro di 2 anni, alcune delle organizzazioni del Terzo Settore più rappresentative del territorio tarantino e leccese per capire se ci sono le premesse per lavorare su una rete stabile nel territorio che contrasti la dilagante povertà educativa. Incontriamo, oltre alla già citata Creativi Viaggi, la realtà di un incubatore/coworking dal titolo Coviamo e due rappresentanti illustri del territorio come il prof. Piergiuseppe Ellerani e Fabio Garrisi. Il ragionamento ci porta ad affrontare il problema dalla sua fine e quindi dalla creazione di un eco sistema capace di assorbire le competenze e i talenti dei ragazzi per poi rafforzare o eventualmente ripensare l’apporto formativo con già chiare le ricedute sul territorio. Ci lasciamo con altri incontro e altre tappe che possono essere intrecciate anche con alcuni degli ETS che abbiamo incontrato nel nostro cammino.

La mattina dopo torniamo seri e partecipiamo alla Settimana Sociale dei cattolici italiani di Taranto per capire un altro legame particolarmente interessante per una corretta co-progettazione del Terzo Settore che non può non tenere in considerazione anche il ruolo delle Diocesi e delle parrocchie locali che molto spesso affrontano problemi simili con strumenti diversi ma non per questo distanti.

Dai tre giorni intensi e positivi di Taranto si è parlato delle stesse cose ma con un linguaggio diverso. Le buone pratiche di imprese, organizzazioni e Comuni sono stati non solo gli elementi distintivi delle settimane sociali di Taranto ma anche i capisaldi dai quali ripartire per il lavoro delle Diocesi nei territori.

C’è stato infatti un percorso sui territori, nelle diocesi, di raccolta delle migliori storie imprenditoriali, amministrative e di enti di terzo settore, capaci di conciliare valore economico, sostenibilità ambientale, dignità del lavoro e ricchezza di senso di vita. In questo percorso sono state individuate 274 che sono state valutate con gli stessi indicatori di sviluppo sostenibile che abbiamo messo a punto per il percorso di FQTS e che crea in questo modo un comune sentire e un riconoscimento eccezionale.

Ma l’elemento che più si è avvicinato al tema della co-progettazione è stato quello di imparare a far rete, sul serio per capire come coinvolgere tutti gli stakeholder del territorio, creando comunità di ecologia integrale che nel percorso di FQTS chiamiamo alleanze di scopo. L’ambizione delle Settimane sociali così come il viaggio che abbiamo intrapreso non è solo quella di censire e supportare le buone pratiche, ma di metterle in rete e di far sì che diventino ambasciatrici di un’economia diversa e di un’alleanza tra amministratori virtuosi, imprese sostenibili, cittadini, reti della società civile, parrocchie, per promuovere un nuovo modello di sviluppo locale.

Con questo auspicio nella testa che davvero tutto è connesso come il claim della Settimana Sociale, soprattutto se si connettono soggetti diversi per obiettivi comuni, rimettiamo le nostre valige sul camper e ci mettiamo in viaggio per la Calabria, incuranti del tempo che sembra non essere dalla nostra e con un’energia rinnovata per un Terzo Settore vivo più che mai e una Chiesa che decide di allearsi e di fare una cosa rivoluzionare, vale a dire votare col portafoglio verso le socialmente e ambientalmente sostenibili.

*Luca Raffaele, direttore di NeXt – Nuova Economia per Tutti

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