#VIAGGIOASUD/3

Puglia, Terzo settore e comuni: la coprogettazione per promuovere comunità attive

di Luca Raffaele

La Puglia è la terza tappa del viaggio in camper tra 5 regioni e più di 50 tra associazioni, cooperative e Comuni del Sud Italia per co-progettare e ri-generare insieme. L’iniziativa, realizzata NeXt - Nuova Economia per Tutti, insieme al Forum del Terzo Settore

Un viaggio in camper tra 5 regioni e più di 50 tra associazioni, cooperative e Comuni del Sud Italia per co-progettare e ri-generare insieme. L’iniziativa, realizzata NeXt – Nuova Economia per Tutti, insieme al Forum del Terzo Settore, continua un percorso di formazione iniziato nei mesi più difficili della pandemia, dedicato alle realtà che devono ripensare o rafforzare le proprie strategie, trasformando la crisi in opportunità. Qui il racconto della prima tappa in Sardegna e qui quello della Campania per arrivare poi alla volta della Puglia…

Entriamo in Puglia con una nuova passeggera e protagonista del viaggio, Maristella Cacciapaglia ricercatrice del CeSVa e referente NeXt della Puglia che si aggiunge a Carlotta Longarini, responsabile valutazione degli Enti del Terzo Settore e dei percorsi di rete, Elisa Bianchini responsabile della comunicazione e della progettazione e Stefania Ferrua referente dei percorsi di open innovation e della Campania che, dopo aver visto la bellezza delle prime tappe realizzate, ha deciso di rimanere anche per i prossimi appuntamenti del #magiccamper.

La prima cosa che noto della Puglia è che, oggi come allora, l’utilizzo delle risorse europee, dal programma operativo regionale (che integra risorse Fesr – Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e Fse – Fondo Sociale Europeo), è riuscito nel valorizzare l’innovazione e la ricerca con obiettivo finale di favorire l’occupazione e l’inclusione sociale. Per non parlare di alcuni suoi strumenti specifici come l’Agenda Digitale Puglia 2020, che sembrano proiettare tutti i ragionamenti e le iniziative di questi anni verso nuovi modelli di sviluppo.

La capacità di spesa dei fondi è stata confermata, a inizio anno, anche dalla ricognizione dell’Agenzia per la Coesione Territoriale che certifica, per la Puglia, una spesa di 3 miliardi 232 milioni 96.180 euro sui complessivi 4 miliardi 450 milioni 599.375 euro del Programma Operativo 2014-2020.

Girando a bordo del Magicamper mi rendo conto di quanto tutto questo sia un grande successo, specie a confronto di casi in cui ci si è ritrovati a restituire i fondi all’Europa per pura incapacità di programmazione e di spesa. La Puglia, invece, ama agire contro questo trend anche in maniera non capillare, ma con una forte concentrazione nell’asse Bari-Taranto che attrae da solo la maggior parte di energie e risorse, un buon punto di partenza per una distribuzione che deve farsi più capillare.

I numeri sono importanti ma come spesso accade, non dicono tutto e se approfondiamo il “disegno industriale” che si cela dietro a una crescita sempre positiva mi accorgo che il modello è rimasto fermo a diversi anni fa, quando la prima volta che venni a Taranto fui accolto da uno dei più sapienti e umani amministratori della cosa pubblica che ho avuto la fortuna di conoscere, Guglielmo Minervini.

“Bollenti spiriti” è stata infatti la politica più efficace degli ultimi 20 anni e rimane a oggi la più valida, nonostante si sia fatto di tutto per smontarne i pezzi e ricostruirli con immagini distorte e fatte male. Guglielmo è stato un assessore scomparso troppo presto, all’età di 55 anni dopo aver lottato con tutte le sue forze contro un tumore.

Per quando non si possa sintetizzare il suo operato, potrei ricordare i suoi tre capisaldi: redistribuire reddito finalizzato alla creazione di imprese; azzerare clientele e logiche corrotte e stabilire il principio che i soldi devono essere ha chi ha una programmazione, le competenze e la capacità di realizzare un’idea. Quando in alcune riunioni mi scontravo con la logica del bivio forzato tra occupazione e salute, mi ricordo bene l’insegnamento di superare la maledetta logica di emergenza e di non cadere mai nel ricatto morale che non può esistere in un paese civile come l’Italia perché se si co-progetta in modo sapiente e coinvolgendo le realtà organizzative e imprenditoriali locali, tutti gli aspetti dell’economia, della salute e dell’ambiente si possono mantenere insieme. Con questi frammenti di ricordi, affronto questa tappa con un po’ di scottature sulle braccia ma tanta speranza. Insomma, le aspettative sono alte.

Decidiamo di iniziare da una prima tappa significativa per diverse ragioni, vale a dire il Comune di San Severo con l’esperienza dell’ente del terzo settore “La strada dei Sapori”. San Severo è potenzialmente un gioiello ma sembra non scrollarsi da dosso le problematiche sociali legate al suo passato ruolo strategico assunto nel traffico degli stupefacenti e dei recenti problemi con la criminalità locale. Per fortuna esistono antidoti e anticorpi sociali potenti proprio come la Strada dei Sapori, che è riuscita a ripensare un nuovo volto alla città di San Severo capace di raccontare la ricca tradizione culinaria locale e legarla a una esperienza di visita e accoglienza basata su arte, cultura e legalità. Arriviamo all’appuntamento con il nostro solito ritardo dovuto alla mia goffa guida del camper, che ogni giorno sembra migliorare ma lentamente, e veniamo subito accolti da Lilli Antonacci che oltre a essere una delle colonne dell’associazione è anche un’amica del Forum che da anni lavora alle linee formative di FQTS, persona con un sorriso dolce e un pensiero acuto.

L’accoglienza è bellissima, non solo per il calore e il cibo sul tavolo al centro della sala ma per il numero delle persone presenti e riunite in cerchio. 15 donne eccezionali, imprenditrici, attiviste, dirigenti pubblici e formatrici che sono la vera ricchezza della Strada dei Sapori e della città, coordinate dalla presidente Paki Attanasio che sembra aver fatto un lavoro di connessione complicato ma di quelli che rimangono nel tempo.

Cambiare il volto di una città, però, può essere una sfida ardua se non si conoscono bene le varie anime di un territorio e soprattutto se non si mettono al centro le esigenze dei più giovani che poi dovranno abitare quei luoghi. Detto fatto. Durante la discussione sul modello di sviluppo prendono parole due giovani della realtà Made in San Severo che con un bel progetto sono state riuscite a coniugare l’attenzione verso il cibo tradizionale, con corsi di cucina e presentazioni ricette locali, a quella degli eventi che parlano non solo di cibo, ma anche di legalità fino a connettere anche l’arte con laboratori teatrali e web radio, per la diffusione del concetto di legalità anche attraverso il bello.

L’idea è partita da un concetto di comunità attiva che si deve riappropriare di spazi abbandonati o lasciati alla criminalità per avviare una vera e propria rigenerazione urbana e attività esperienziali come il cucito creativo. Purtroppo il loro progetto si è fermato per una questione di finanziamenti ma proprio questa battuta di arresto sembra essere il punto di ripartenza per Paki che propone di rimettere in moto l’esperienza valorizzandola all’interno della Strada dei Sapori. Le idee girano e viene proposto un collegamento con la consulta delle associazioni per aumentare la rappresentatività di questo gruppo eterogeneo che necessita di rafforzare l’anima più imprenditoriale di attraverso l’estensione del marchio di qualità di Made in San Severo, dal turismo ai prodotti fino ad arrivare ai servizi.

Vedendo i volti di queste donne appassionate e competenti penso a come sia semplice unire i “puntini” e basta solo ascoltare e fare le domande giuste, senza soluzioni pre-confenzionate. La primaaspettativa è pienamente soddisfatta e credo che lo saranno anche le altre, così dopo aver fatto uno spuntino insieme e aver ricevuto delle splendide “rose circolari” e una confezione di olio e pasta locali ci rimettiamo sul nostro camper per raggiungere il piccolo borgo Torre Maggiore.

Qui incontriamo l’ets Borgo antico che cambia la tipologia di sedute presenti nella sala dove faremo l’incontro, questa volta siamo dietro a un tavolo con 30 persone di fronte a noi, ma non cambia la sostanza di voler dare vita a un territorio, questa volta partendo dalla scuola e dalla voglia di investire nei giovani, partendo però dagli studenti delle scuole medie e superiori, per formare una figura di ambasciatori/trici del territorio che possa da una parte fornire competenza trasversali su un settore, quello turistico, in rapida espansione e dall’altra promuovere con un linguaggio nuovo il territorio.

Le docenti sembrano concordare di riconoscere queste competenze attraverso un percorso strutturato di certificazione delle competenze e un dirigente scolastico rilancia dicendo di come ci sia bisogno di rispolverare un vecchio Patto educativo che era stato promosso tempo fa e a cui nessuno aveva dato seguito. Approfondendo un po’ la dinamica il problema non era tanto il patto in sé ma l’oggetto perché la presenza dell’assessore del Comune di San Severo ha evidenziato di come fosse necessario creare un’alleanza per lo sviluppo locale di Torre Maggiore a partire dall’educazione ma senza vincoli tematici.

Il lavoro di co-programmazione con il Comune sembra essere un valido alleato per portare a casa risultati concreti e dato che in questo territorio, rispetto a San Severo, non è presente una casa delle associazioni, una strada per accompagnare questo processo potrebbe essere quella di unire i vari ets locali e le imprese con cui gli studenti potrebbero fare delle attività sperimentali in un coordinamento gestito a rotazione da tutte le realtà della Rete.

Questo permetterebbe di portare avanti le attività sul Patto senza appesantire le azioni ordinarie di ogni singolo aderente. In questo caso il ruolo del Comune sarebbe solo quello di facilitare l’aggregazione, senza esigere il coordinamento che erroneamente alcune amministrazioni vogliono fare per concentrare le azioni, e connettere domanda e offerta quando sono compatibili e complementari. Ogni associazione in questo meccanismo di responsabilità reciproca dovrà attivare uno “sportello di comunità educante”, come detto il primo ambito tematico del patto ma non l’unico, per analizzare maggiormente i bisogni del territorio e attivare servizi di turismo sostenibile per e con i giovani del territorio, sempre in stretto raccordo con le scuole.

Dopo aver parlato di bellezza da ri-attivare tramite il turismo locale, la presidente di Borgo Antico Giuseppina Sacco non poteva che farci vedere le bellezze di Torre Maggiore e dopo un pranzo insieme, iniziamo un veloce tour con il castello ducale che è stato dichiarato Monumento Nazionale dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti nel 1902. A forma di quadrilatero irregolare, è dotato di sei torri, di cui quattro cilindriche merlate, situate agli spigoli, e due quadrangolari, l’una mutila nel cortile centrale (sec. XII), che costituisce il mastio o maschio del Castello, l’altra più piccola nel lato sud.

Il bene non sembra per niente essere valorizzato nonostante ci siano pregevoli affreschi di Scuola napoletana conservati nella Sala del Trono e nella Cappella Palatina; e sembra che solo la biblioteca comunale posta al suo interno sia frequentata. Oltre a quello le vie e le chiese visitate sono tutte caratterizzate da un disegno, una costruzione e un dettaglio che ti rimane vivido nella mente e che potrebbe essere raccontato molto ma molto di più. Dopo aver capito il grande potenziale di quel territorio ci rimettiamo in cammino per incontrare Art Labor a Foggia.

La strada non è lunga ma tortuosa e dopo qualche dosso di troppo per la tenuta del nostro camper, il sentiero ci porta in uno splendido casolare in cui ci accoglie la presidente di Art Labor che ci racconta la loro esperienza di cura dalle tossicodipendenze. Il loro schema è quello della semiresidenzialità che è stato pensato per gestire gli incontri secondo un modello che simula il più possibile quello di una vita normale composta dal tragitto casa e lavoro da intraprendere.

Purtroppo quel casolare non è di proprietà dell’ente e qui la co-progettazione bisogna farla prima di tutto con il proprietario per far capire non solo il valore sociale delle attività portate avanti dall’associazione ma anche la convenienza dalle loro attività produttive che a causa del COVID19 ora sono ferme. Proprio l’attività produttiva e il lavoro del caseificio e dei campi intorno al casolare sembrano essere un punto dal quale ripartire, anche se quello stesso caseificio è stato incendiato da una delle poche persone che sono state accolte in residenzialità piena.

Il lavoro da fare in quello spazio è quello di conoscere maggiormente le realtà produttive che abitano il territorio e in particolare di coinvolgere le imprese locali che possono co-gestire quel bene, approfittando del grande spazio a disposizione. L’idea infatti è quella di abbattere i costi di gestione delle attività ma anche offrire un presidio stabile sul territorio che possa dare più sicurezza per il personale. Nel giro post incontro vediamo le bellissime maschere di teatro che venivano prodotte dalla comunità di Art Labor per alcune compagnie teatrali locali che sono di una bellezza rara.

Il 17 ottobre, anche se di domenica, non ci fermiamo e con la forza e la tenacia di una squadra al mio fianco eccezionale ci mettiamo in cammino per incontrare Acli Diritto al sorriso, direttamente in un piccolo bar nei pressi di Conversano. Incontriamo Anna Lippolis che è al suo secondo anno come partecipante della nostra linea formativa e dopo aver notato con piacere la crescita professionale che ha avuto in un solo anno, per sicurezza ed esperienza acquisita, parliamo davanti un buon caffè della loro idea di recuperare i beni abbandonati presenti a Conversano con un focus però rivolto allo sviluppo di competenze di “manutentore del verde”.

L’idea è sempre quella di mettere il buon lavoro al centro cercando di anticipare le competenze di domani e la richiesta crescente di formazione professionale sulla green economy che attraverso i giovani del servizio civile e gli studenti universitari le Acli intercettano da tempo. La progettualità sembra sempre di più acquisire una forma concreta dal momento in cui Anna ci racconta anche del corso di formazione, lungo e articolato, che avrebbero impostato per portare alla pulizia e alla gestione di un bene già individuato non poco distante da dove siamo. Anche in questo caso è quanto mai essenziale fare una buona co-programmazione con il Comune e lavorare fin da subito su due filoni: estendere la mappatura dei beni da recuperare e orientare meglio lo sviluppo delle competenze non solo per gestire le aree verde pubbliche ma anche quelle private. In questo caso i Giovani Acli potrebbero avere un ruolo strategico e collegato con l’idea di incubazione sociale prevista a livello nazionale e in collaborazione con quanto stiamo già portando avanti con il NeXt HUB.

Dato che uno dei grandi assenti che abbiamo incontrato in alcuni dei nostri incontri realizzati fino a oggi sono le università decidiamo di andare a Bari, ospiti del Balab dell‘Università di Bari al prof. Gianluigi De Gennaro e alla referente dello spazio Annalisa Turi come poter connettere maggiormente il mondo accademico a quello del Terzo Settore. Lo spazio del Balab sembra incarnare tutti quei principi di apertura e reciproca contaminazione che sono tipici dello spirito di Gianluigi e dell’università, uno spazio di coworking che è stato sede di tanti eventi sullo sviluppo sostenibile e l’innovazione e luogo di crescita di startup innovative. Su carta sono tanti gli spunti e l’alleanza tra Terzo Settore e università perché solo da questa collaborazione si può attivare un processo capace di innovare in modo condiviso e a medio lungo termine. Da una parte bisognerebbe che il terzo settore si misurasse con studi e ricerche in ogni sua azione e dall’altra bisognerebbe dare gambe alla terza missione universitaria che dovrebbe dare indicatori sempre più misurabili per cui un ateneo dovrebbe partecipare alla vita associativa di un territorio. Ci lasciamo con l’idea che le reti che stanno nascendo in Puglia debbano essere affiancate anche dagli atenei e prima di andare via non potevano non incontrare la referente di FQTS Puglia Angela Petruzzelli che oltre a essere una cara amica è anche una coordinatrice eccezionale che con grande umanità. Angela è riuscita a gestire situazioni non facili di alcune associazioni che sono entrate in formazione a distanza e che rischiavano di essere assorbite dalle urgenze derivante dalla pandemia.

Continua…

*Luca Raffaele, direttore di NeXt – Nuova Economia per Tutti

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