La campagna di Oxfam “Al giusto prezzo” ha coinvolto oltre 20mila consumatori che hanno chiesto agli attori più influenti della grande distribuzione organizzata di tutelare diritti e contrastare gli abusi nelle filiere agroalimentari. A distanza di un anno, Oxfam ha stilato un report che vede Coop Italia al primo posto. In particolare, rispetto all’anno precedente per i diritti dei lavoratori Coop ha ottenuto un punteggio del 54% (+12%).
«Se un'azienda fa uso di caporalato e sfrutta in maniera negativa un bracciante agricolo quell'azienda deve essere allontanata dal mercato», sottolinea Giuseppe Baiardi. dottore agrario e consulente per le aziende della filiera alimentare.
Esperto di certificazioni etiche, Baiardi fa da filtro tra le industrie e le aziende agricole per migliorare queste ultime e aumentare il livello di qualità del prodotto. «Se si elimina dal mercato le aziende critiche sul fronte dlla legalità, queste per necessità dovranno adeguarsi ed applicare tutte quelle condizioni che permettano loro di parteciparte ancora della filiera»
Una strategia, quella di Baiardi e di Coop, che è anche e sopratutto una forma di tutela nei confronti non solo della filiaera ma anche del cliente.
«Essere trasparenti significa innanzitutto mettere il consumatore nelle condizioni di capire cosa c'è dietro ogni prodotto. Noi sappiamo che c'è una storia spesso non bellissima», speiga Oliviero Forti, responsabile immigrazione per Caritas.
Laureato in Giurisprudenza all'Università La Sapienza di Roma, Fortis da vent'anni si occupa di mobilità umana.
Ha curato per Caritas/Migrantes il Dossier statistico immigrazione e ha collaborato con università e istituti di ricerca. E non ha dubbi: «La prima responsabilità che dovrebbe sentire la Gdo è quella di garantire negli scaffali prodotti equi e giusti. Torno ad uno slogan usato da Coop anni fa: “buoni e giusti”. In quel “buoni” c'erano e ci sono tanti diritti che vanno rispettati».
Nell'immagine di copertina due lavoratori della filiera Coop di Rosarno
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