Le strade della Zisa, all’imbrunire, pullulano di gente. Gente che ancora non si rende conto – ma lo farà presto – che in questo quartiere con densità abitativa al top, a ridosso del centro storico di una Palermo dai mille volti, due anime si stanno guardando sempre più da vicino: quella verace, affaticata della moltitudine di persone che devono guadagnarsi la giornata, con quella spinta da una possibile rivoluzione socio-culturale che vuole renderla meno devastante, la fatica. Anime il cui punto d’incontro è destinato a essere uno più di tutti: l’ex mobilificio Ducrot, azienda che fino agli anni ’60 costruiva arredi per navi da crociera e per sontuosi palazzi come Montecitorio, il cui spazio di 55mila metri quadri è oggi interessato da un recupero quasi miracoloso chiamati Cantieri culturali alla Zisa.
Stiamo parlando di 25 padiglioni divenuti di proprietà comunale una decina d’anni fa e, con l’attuale amministrazione, riassegnati uno a uno ad Accademia di Belle Arti, Scuola di Sperimentale di Cinematografia, Centri culturali francese e tedesco, Cinema pubblico con 500 posti, Museo d’arte contemporanea, Laboratorio di scenografia del teatro civico. Ultimo ma solo in ordine di tempo, il padiglione 10, dove l’associazione Clac, attiva da anni nel quartiere, vincendo il bando di Fondazione Con il Sud – con un contributo di 480mila euro – si appresta a creare un incubatore socio-culturale che Palermo non ha mai visto: “assieme al consorzio Arca, partner del progetto, avremo a disposizione mille metri quadri basati sul co-working che dedicheremo all’accompagnamento di start up d’impresa sociale e culturale, dalla creazione di nuovi servizi di prototipazione sulla robotica leggera fino al recupero dell’identità del luogo attraverso un laboratorio di autocostruzione di mobili. Ancora: laboratori tessili, di cucina, di design , ecco alcune delle attività previste, che inizieranno al massimo a gennaio 2017, dopo la messa a punto del luogo”, spiega Filippo Pistoia, presidente di Clac, ente promotore del progetto Zisa Creativa, in rete con le altre 13 realtà, alcune delle quali già presenti ai Cantieri Culturali alla Zisa.
Le realtà non profit parlermitane oggi attive ai Cantieri collaborano già da anni a stretto contatto tra loro. "Siamo tutti uniti da un unico obiettivo: essere motore di comunità, spingere le persone del quartiere a vivere questi spazi, in un’idea di Ecosistema territoriale che include ogni fascia sociale e d’età”, sottolinea Pistoia. Oggi i padiglioni sono divisi dal quartiere da un muro di cinta, “che vogliamo abbattere producendo cultura e aggregazione: giovani, famiglie potranno venire a pranzare, vedere un film, andare all’area giochi per bambini, sperimentare i prodotti delle start up”. Una riqualificazione a 360 gradi dove ci si scambiano i saperi – “gli studenti di cinematografia e arte possono generare a loro volta nuove attività produttive, per esempio” – e si crea lavoro: “almeno 20 le figure che prevediamo di inserire”, continua Pistoia, “tra essi anche minori del carcere, già formati nell’uso di macchine a controllo numerico, così come altri giovani a rischio della Zisa, già ospiti dei centri di aggregazione dei nostri partner sparsi per il quartiere”.
Siamo tutti uniti da un unico obiettivo: essere motore di comunità
Filippo Pistoia
L’impressione è che Zisa Creativa nascerà sotto buoni auspici: Clac non è nuova a vincere bandi di Fondazione Con il Sud. Nel 2008, sempre in partenariato, l'associazione ha creato Epicentro Belice, un Ecomuseo-Spazio della memoria a Gibellina, nella Valle del Belice, nel quale si fa rivivere la società pre e post terremoto del 1968; nel 2012 ha preso l’ex deposito delle locomotive e l’ha trasformato in uno dei musei marittimi più belli d’Italia, l’Ecomuseo Mare Memoria Viva. “Rigorosamente gratuito e pieno di storie di marinai e cittadini palermitani che ci raccontano, ad esempio, come era la costa prima dell’urbanizzazione selvaggia degli anni ’70: un luogo amato dalle scolaresche così come da tutta la comunità”.
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