Andate a mangiare a InGalera, il ristorante nato all’interno della II Casa di Reclusione di Milano Bollate: progetto unico in Italia, che ha aperto i battenti da poco grazie a un ambizioso sogno che ha guidato da anni la cooperativa sociale ABC La sapienza in tavola e che ora si è realizzato.
“In questi undici anni di lavoro in carcere, ho sempre pensato che aver costituito una cooperativa di catering sia stato davvero scoprire nuovi mondi. Quando parti per trovare una terra sconosciuta puoi farlo in due modi, pioniere o pirata, orgogliosamente abbiamo sempre scelto il primo. Anche per il progetto ristorante InGalera, sognato e coccolato, persone e luoghi assolutamente differenti ma con un obiettivo comune: offrire il meglio, volere il meglio nel proprio lavoro", spiega Silvia Polleri, presidente di ABC La Sapienza in Tavola. "Desidero che InGalera diventi un marchio forte e credibile e possa costituire un importante elemento nel curriculum di ogni detenuto che vi transiterà; non dimentichiamo che chi imprime il “fine pena mai” a chi è stato in prigione è la società. Voglio contribuire a togliere questo stigma”.
Nata nel 2004 dentro il carcere stesso per offrire professionalità e lavoro a detenuti ammessi e non alla misura alternativa dell’art. 21 ex O.P., la cooperativa ABC crede nel valore del percorso riabilitativo nel tentativo di eliminare lo stigma che la società imprime a chi ha trascorso un periodo della propria vita in carcere. La Casa di Reclusione di Milano-Bollate, nota per la sua politica penitenziaria volta a valorizzare l’aspetto rieducativo della pena, è il contesto perfetto per poter realizzare un sogno di questo tipo.
“Il ristorante InGalera, frutto di preziosa sinergia tra il pubblico e il privato, non si pone il solo obiettivo, già di per sé rilevante, di fornire ai detenuti competenze formative e lavorative utili al loro reinserimento sociale", sottolinea Massimo Parisi, Direttore della II Casa di Reclusione di Milano Bollate. Con la sua costante apertura al pubblico vuole costituire per chiunque un’opportunità d’interfacciarsi con l’universo carcerario e di riflettere sul senso della pena. In tal modo il ristorante può farsi portatore di un messaggio culturale che intende incidere sul senso comune della pena e rafforzare così le basi per un’effettiva inclusione sociale dei detenuti. Per questo va il mio sentito grazie a tutti coloro che ne hanno consentito l’attivazione”.
InGalera offre 52 posti a sedere ed è aperto a pranzo e a cena, sei giorni su sette. Propone la formula “quick lunch” a pranzo dal lunedì al venerdì, mentre il sabato a pranzo e tutte le sere propone cena alla carta. Ci lavorano complessivamente nove persone, cinque in cucina e quattro in sala, assunte dalla cooperativa ABC la sapienza in tavola. Sono tutti detenuti, a esclusione dello chef e del maitre, professionisti esterni chiamati a dare prestigio al progetto. I tirocinanti della sezione carceraria dell’Istituto Frisi sono quattro.
52 posti a sedere ed è aperto a pranzo e a cena, sei giorni su sette. Propone la formula “quick lunch” a pranzo dal lunedì al venerdì, mentre il sabato a pranzo e tutte le sere propone cena alla carta.
All'inizio ABC pensa il progetto “Dal carcere alla città: il ristorante sociale, un'idea di impresa”, il cui scopo è l’apertura di un ristorante che offra ai detenuti un vero e proprio curriculum lavorativo e riabilitativo. Anche PwC Italia, parte del network professionale leader nei servizi alle imprese, sulla scorta di esperienze sviluppate a livello internazionale e riconoscendo nel food un elemento determinante per la cultura e lo sviluppo del nostro Paese, ha ideato un progetto di “ristorante sociale”. Ha quindi avviato la collaborazione con ABC per la pianificazione e lancio del ristorante sostenendolo finanziariamente e con le proprie competenze economiche e finanziarie.
Francesco Ferrara, partner di PwC che ha seguito il progetto spiega: “Siamo particolarmente orgogliosi di aver contribuito a quest’iniziativa fin dalla sua ideazione, attraverso lo studio del business plan del ristorante. Abbiamo messo il nostro know how al servizio di un’impresa sociale coinvolgendo attivamente nel progetto i nostri migliori talenti. Essere parte attiva delle comunità in cui operiamo è il senso più profondo della nostra Corporate Responsibility ed è in linea con le numerose attività che PwC già svolge in Italia e nel mondo”.
Il progetto trova un altro prezioso partner nell’Istituto Alberghiero Paolo Frisi, all’interno del carcere di Bollate dal 2012: proponendo ai detenuti percorsi didattici-formativi in grado di consolidare e ampliare le possibilità di reinserimento nella società, l’Istituto prepara professionalmente il personale del ristorante sociale. Grazie infine al sostegno economico e di condivisione di obiettivi e strategie di Fondazione Cariplo e Fondazione Vismara, nel 2015 il sogno si avvera e la Direzione della Casa di Reclusione, autorizzata dal Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, concede in comodato d’uso nella propria struttura gli spazi possibili alla realizzazione del ristorante sociale. Il ristorante è stato arredato grazie alla collaborazione di grandi marchi del design italiano come Alessi, Artemide e Pedrali. Il sito del ristorante, www.ingalera.it, è stato realizzato da Italia Multimedia srl.
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