Stefano Lucchini

“Sulla disabilità dire bene fa bene”

di Giampaolo Cerri

Il gruppo Intesa Sanpaolo adotta un Glossario per riferirsi alla persone con disabilità e chiama l'Anffas a collaborare alla stesura. Il capo degli Affari istituzionali e comunicazione: "Parlare nel modo più corretto significa diffondere questi argomenti"

Il gruppo Intesa Sanpaolo, nelle scorse settimane, si è dotato di un Glossario per affrontare correttamente i temi della disabilità.

Una sorta di baedeker linguistico per i propri dipendenti e collaboratori che, sempre più spesso, nel loro lavoro, si trovano ad affrontare il tema e a dialogare con persone disabili e le loro famiglie oppure a parlarne con i media o sui canali di comunicazione. Che non sia banalmente timbrare il cartellino del "politicamente corretto" lo si capisce dal fatto che, per la redazione, Intesa Sanpaolo sia sia avvalsa della storica associazione che in Italia si occupa di disabilità, l’Anffas (leggi l’intervista al presidente, Roberto Speziale). Ne abbiamo parlato con Stefano Lucchini, a capo degli Affari istituzionali e della comunicazione esterna del gruppo bancario e artefice dell’operazione.

Un'azienda che sente l'esigenza di comunicare correttamente su un tema come la disabilità è, ancor oggi, un fatto raro. A maggior ragione se è un'azienda con 100mila dipendenti. Quando e come, in Intesa Sanpaolo, vi siete posti il tema?

Quest’estate abbiamo applaudito le atlete e gli atleti dei Giochi paralimpici a Tokyo e ora tocca agli sport invernali di Pechino. Siamo ammirati e orgogliosi delle loro imprese, ma sappiamo che la vita quotidiana delle persone con disabilità e delle loro famiglie può essere molto complessa. Per questo Intesa Sanpaolo sostiene numerose iniziative per il mondo della disabilità, proprie e di altri enti. Il glossario nasce da un’esigenza precisa: comunicare con chiarezza, precisione e soprattutto rispetto queste iniziative testimoniando l’attenzione attribuita da Intesa Sanpaolo alle persone, al loro benessere, alle specificità di ognuno. La guida per usare “le parole giuste” del mondo delle disabilità contribuisce nel suo piccolo a questa visione.Con un’aspirazione più ampia e collettiva: favorire la diffusione di questi argomenti. Parlarne nel modo corretto è un tema di diritti, anche diritto dell’informazione. Non a caso il progetto è nato nell’ambito dell’ufficio stampa, quindi nella sfera della comunicazione giornalistica. Pensata per i media, la guida è a disposizione di tutti sul nostro sito di gruppo.

Si tratta di uno strumento per comunicare, con le parole giuste, verso l'esterno. Anche se riguarda altre aree aziendali – immaginiamo anche le Risorse umane e non solo la Comunicazione – c'è, in questo senso, anche una policy o un impegno di Intesa Sanpaolo verso il proprio interno?

Abbiamo un programma molto articolato per la gestione della disabilità in azienda che vede un gruppo di circa 60 colleghe e colleghi impegnati concretamente a favorire le persone con disabilità, ad ascoltarle e a diffondere la cultura dell’inclusione in banca, con iniziative come la fornitura di mascherine trasparenti da utilizzare con colleghi e clienti sordi o progetti organizzativamente più complessi come l’ammissione dei cani di assistenza nei locali aziendali. Dopo una prima esperienza positiva di questo tipo al nostro grattacielo di Torino, nel 2021 la banca ha pubblicato specifiche Linee Guida che rendono quella che fu un’eccezione la regola per chi ne ha bisogno.

Il Glossario si è avvalso dell'esperienza di Anffas, come è stato lavorare assieme a un'associazione?

Quando è nata la necessità di una revisione affidabile del testo, tratto da un glossario in inglese dell’Università dell’Arizona che ci ha concesso la licenza di tradurlo, serviva individuare un’organizzazione accreditata e autorevole in grado di coprire il variegato mondo delle disabilità. Ci siamo rivolti ad Anffas, con cui la banca lavora da molti anni nella sua attività di finanziamento e promozione di enti e progetti non profit. Il contributo che abbiamo ricevuto dall’Anffas è stato di altissimo livello e ha dato un valore aggiunto fondamentale al documento. Anche l’"Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità" ha collaborato in modo fattivo e qualificato ai contenuti. L’apporto di entrambi ci ha permesso di ottenere un suggello di cui andiamo fieri: il logo della presidenza del Consiglio dei Ministri.

Lei è un comunicatore di lungo corso, sempre dal lato istituzionale. Come ha visto cambiare l'attitudine del mondo aziendale su questi temi?

L’attenzione verso questi temi ha avuto senza dubbio una crescita esponenziale negli anni. Se prima eravamo abituati a osservare meritorie ma sporadiche iniziative di responsabilità sociale, talvolta non coordinate tra loro, oggi invece le aziende lavorano in modo molto più strutturato anche su questi temi. Per Intesa Sanpaolo questo impegno, che è in continuità con la storia del gruppo legata nel passato come nel presente alle fondazioni benefiche, ha assunto negli ultimi anni un valore strategico perché favorisce una crescita sana del tessuto sociale di un Paese moderno e dinamico come vuole essere il nostro. Intesa Sanpaolo è inserita nelle principali classifiche internazionali per il suo impegno verso la diversità ed è riconosciuta come uno degli ambienti di lavoro più inclusivi al mondo. Di recente è entrata per il quinto anno consecutivo nel Bloomberg Gender-Equality Index (GEI) 2022. L’importanza di comunicare questo impegno viene di conseguenza. Anche con l’auspicio di aggregare compagni di viaggio con cui realizzare i progetti e scambiare idee.

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