Annamaria Lusardi

Cari genitori, ai vostri figli parlate di soldi fin da piccoli

di Diletta Grella

«È importante trasferire quanto prima ai giovani le conoscenze finanziarie utili per il loro futuro. Senza educazione finanziaria non può esserci sviluppo sostenibile». Parla la professoressa della George Washington University School of Business di Washington, uno dei massimi esperti mondiali di educazione finanziaria e in Italia direttrice del Comitato Edufin

«Quando le lezioni di vela rivelano la loro utilità? Quando il mare è agitato. Il fatto che tu sappia come comportarti, ti permette di non farti male. Ora, con la crisi economica dovuta al Covid, l’educazione finanziaria può aiutarci a superare meglio le difficoltà».
Annamaria Lusardi, professoressa di economia alla George Washington University School of Business di Washington, è uno dei massimi esperti mondiali di educazione finanziaria. Nella città americana ha fondato il GFLEC (Global Financial Literacy Excellence Center), un centro di ricerca su questo tema, che collabora con istituzioni e Paesi in tutto il mondo. Dal 2017 il governo italiano le ha affidato la guida del Comitato Edufin, che ha proprio l’obiettivo di accrescere la conoscenza finanziaria dei cittadini.

Perché ha deciso di centrare la sua attività sull’educazione finanziaria?
Perché è un tema fondamentale, purtroppo sottovalutato. La conoscenza finanziaria va ‘democratizzata’, invece è ancora patrimonio di pochi esperti. E questo ha delle ripercussioni gravi sulla vita delle persone, che commettono errori e non traggono vantaggio dalle opportunità di cui non sono a conoscenza. Avere una conoscenza finanziaria di base significa capire come gestire il proprio bilancio, i propri risparmi e i debiti, la pensione… Quali decisioni prendere per i genitori anziani e i figli.
Da uno studio condotto dal GFLEC e confermato da tante altre indagini, purtroppo è emerso che gli italiani sono all’ultimo posto, tra i cittadini dei Paesi del G7, per quanto riguarda la conoscenza finanziaria.

Quali sono le categorie meno preparate da questo punto di vista?
Voglio indicare tre gruppi grandi: i giovani, gli anziani e le donne. Diversi studi hanno dimostrato che nel nostro Paese la differenza di genere è forte anche nell’ambito della conoscenza finanziaria e inizia fin dall’adolescenza.

Per questo lei sostiene che l’alfabetizzazione finanziaria dovrebbe farsi a scuola…
La scuola è l’unico strumento che abbiamo per raggiungere tutti i giovani e, come dicevo prima, per ‘democratizzare’ la materia. Le nuove generazioni si trovano davanti ad un futuro molto complesso: dovranno affrontare il tema spinoso della pensione, pagare un debito pubblico elevato e affrontare un mercato del lavoro in continua evoluzione. I pagamenti saranno sempre più digitali e questo aumenterà i rischi, incluso il pericolo di truffe. È importante che i giovani abbiano gli strumenti adatti per prendere decisioni finanziarie utili per il loro futuro.

Anche con i bambini bisognerebbe parlare di soldi?
Si, fin da quando arriva la fata del dentino. I bambini peraltro sono interessati ai soldi. È importante che li educhiamo ad acquisire la giusta consapevolezza e che forniamo loro gli strumenti per capire quanto sia importante una gestione responsabile del denaro. Purtroppo in Italia si parla poco di soldi, per ragioni anche culturali questo tema viene spesso considerato un tabù.

Lei sostiene che ci sia anche una relazione tra soldi e salute…
Come ci prendiamo cura della nostra salute fisica, dobbiamo prenderci cura di quella finanziaria. Oltretutto essere tranquilli dal punto di vista della gestione delle nostre disponibilità finanziarie favorisce certamente anche la nostra salute fisica e psicologica. Il Comitato che presiedo ha elaborato cinque regole semplici, utili per gestire il proprio denaro: abbi cura dei tuoi soldi, informati bene, confronta più prodotti, non firmare se non hai compreso, ricordati che più guadagni più rischi.

La regola più importante è la prima: “Abbi cura dei tuoi soldi”.
I risparmi richiedono attenzione, un po’ come una pianta. Basta iniziare con dieci minuti alla settimana. Ci ripagheranno nel tempo. Curiamo il bilancio famigliare, raccogliamo informazioni, facciamo un po’ di conti, chiediamo a qualcuno più esperto di noi se non capiamo… Il Comitato Edufin ha promosso il mese dell’educazione finanziaria proprio per ricordare a tutti che dobbiamo pensarci: ogni anno ad ottobre ci sono numerose attività organizzate in tutta Italia. Sul portale www.quellocheconta.gov.it si trovano notizie utili in ambito finanziario, assicurativo e previdenziale.
Se impariamo a risparmiare e a investire i nostri soldi, il nostro patrimonio cresce: non è una legge riservata ad astuti investitori, è un principio generale, alla portata di tutti.

Interessante il legame che lei sottolinea tra educazione finanziaria e sostenibilità…
Senza educazione finanziaria non ci può essere quello sviluppo sostenibile che tutti auspichiamo. L’educazione finanziaria ha implicazioni sul lungo periodo, ci insegna a consumare in modo attento, a tutelare noi stessi e le persone a cui vogliamo bene, a compiere scelte virtuose anche per chi verrà dopo di noi. L’educazione finanziaria quindi ha già in sé il principio della sostenibilità.
Il mondo sta cambiando velocemente, chi capisce di finanza ed economia potrà vivere questo cambiamento in modo consapevole e affrontare il futuro con più serenità. Ed essere anche più felice.

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