Volontariato

Quello che è veramente importante. 3P: Pace, Prossimità, Progetto

di Dino Barbarossa

Rifletto spesso sul senso della Politica e su come sollecitarla a riconnettersi con il mondo reale, affrontando i temi etici ed assumendo le scelte dopo una preventiva verifica dei bisogni del Paese.

Veniamo da anni in cui le scelte sono state mirate solo alla conquista di facile e immediato consenso, orientato dalla “pancia”, piuttosto che dal “cuore” o dal “cervello”.

In questo quadro generale, i temi etici sono stati quelli più penalizzati, ovvero strumentalmente utilizzati per nascondere un profondo vuoto di valori e di capacità.

La realtà è che i pilastri fondanti la Società per tanti secoli, si sono sgretolati ed hanno portato con se gli ideali politici che li sorreggevano.

Non c’è più un partito “etico”, perché non c’è più nessuno che si ispiri ai principi che hanno costruito la nostra Democrazia, le battaglie sociali per conquistarla sono diventate meramente celebrative e non più capaci di alimentare il pensiero etico dei nostri governanti.

Finché quei germi positivi sono rimasti vivi nel Parlamento o nel Governo, la coscienza critica si è alimentata. Ormai, purtroppo, non è più così. Il pensiero tramandato da uomini come Sturzo e De Gasperi, non ha più alcun significato per le attuali generazioni politiche.

In una recente intervista, Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIIIchiede ai tanti cattolici o credenti che esercitano il Servizio della Politica che “senza sbandierare tanti simboli religiosi, mettano in atto la Dottrina sociale della Chiesa che si traduce nel fare leggi giuste per tutti, ma con un'attenzione particolare ai più deboli. I cattolici si devono distinguere non dai simboli o dai pronunciamenti, ma dai frutti di giustizia che diventano leggi di giustizia".

Ci sono, a mio avviso, tre PAROLE FORTI su cui investire nel tempo che verrà: Pace, Prossimità, Progetto


Proprio sulla Pace, Paolo Ramonda ricorda: "Io ho scritto una lettera al premier Conte chiedendo l'istituzione del Ministero della Pace, perché la società si è sempre organizzata per fare la guerra, per odiarsi e eliminarsi. I giovani ci chiedono una società giusta, pacifica, non violenta, dove ognuno possa contribuire al bene comune. Chiederemo che vengano tutelate, difese e promosse la vita e la famiglia, che sia data dignità al lavoro, anche per le persone diversamente abili, anche a quelli che sono emarginati, e che vengano date ai giovani delle prospettive di vita e non di morte, rappresentate dalla liberalizzazione delle droghe e del gioco d'azzardo. Noi vogliamo che venga difesa la dignità della persona, soprattutto quella dei giovani".

Anche la scelta della Prossimitàè dirimente, perché è il modo per metterela persona al centro. La Fondazione Ebbene, la prima Fondazione nazionale di prossimità, ha messo in moto il principio di Economia circolare applicandolo alle persone. L’Economia circolare è pensata per potersi rigenerare da sola; un sistema economico pianificato per riutilizzare i materiali in successivi cicli produttivi riducendo al massimo gli sprechi. Declinandola e pensandola attorno alle persone il passo in avanti è decisivo. Ciò che Ebbene ha fatto è ritenere che anche gli ultimi, anche coloro i quali vengano considerati “scarti” sono invece portatori di un valore capace di cambiare la propria vita e influire sulle comunità generando nuova umanità. E’ così che abbiamo interpretato la quarta fase del welfare quella del welfare generativo. Una visione che pone la centralità del sistema sulla Persona, individuo e membro di una rete di relazioni, e non sulla semplice suddivisione per tipologia di servizi necessari per categorie omogenee. Abbiamo scelto di costruire un sistema per l'emersione, lo sviluppo e la valorizzazione delle potenzialità di ciascuno, e non semplici progettualità a cui è affidato il compito di alleviare i disagi delle persone in difficoltà. Per questo mettiamo al centro di ogni intervento le risorse umane che ciascuno può mettere in campo e non la tipologia di disagio di cui è portatore.La leva di questa strategia spesso è la Riqualificazione di luoghi “sensibili” con azioni di prossimità, che promuovono nuove forme di partecipazione civica e sensibilizzano i cittadini e le famiglie a diventare protagonisti della cambiamento, della rigenerazione dei luoghi che abitano.

La Pace e la Prossimità costituiscono le fondamenta di un nuovo Progetto politico, rilanciando l’idea di cattolicesimo liberale, la sintesi perfetta fra pensiero cristiano e principi liberali di libertà civili e sociali.

Una politica che coinvolge i cittadini intorno alle loro esigenze reali e quotidiane, che li rispetta nel momento in cui deve ascoltarne lamenti e proposte, che rappresenta concretamente le loro esigenze portandole a sistema, che alimenta l’economia secondo criteri di giustizia e di equità sociale, torna ad essere un interlocutore credibile ed eticamente orientato.

Servono nuovamente luoghi VERI, fisici e non virtuali, di formazione e di dibattito, scuole che implementino la capacità critica delle persone, che facciano tornare il desiderio alla partecipazione alla vita pubblica.

Serve tornare ad una politica che abbia una FEDE, non per forza intesa in senso ecclesiale, bensì coacervo di valori forti e identitari.

Se l’uomo è al centro della costruzione di un progetto politico, se ogni uomo ha le stesse possibilità di vivere dignitosamente, se la società che si costruisce è equa e solidale, se c’è rispetto per ogni uomo anche se fragile, allora potrà dirsi nuovamente che la politica ha un’etica e che i temi etici diventano nuovamente centrali nell’agenda politica, perché sono necessari alla costruzione sociale.

È importante l'impegno di ognuno di noi, anche se piccolo, per il bene comune – ci dice ancora Paolo Ramonda,
"Innanzitutto bisogna dare per giustizia ciò che a volte diamo come atti di carità. La giustizia è una dimensione strutturale, una scelta profonda di dare a ognuno il suo, condividere i beni, distribuire le risorse, essere attenti all'ambiente, perché è di ognuno, è il luogo e la casa dove abitiamo. Penso che ognuno di noi può fare la sua parte là dove vive, lavora e si diverte. Se si rispettano i diritti fondamentali degli altri si entra in una dimensione che sviluppa anche la carità".

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