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Contro Trump non basta la piazza. Ecco come si organizza una resistenza civile
di Diego Galli
Non ci sono solo le grandi manifestazioni di protesta nel fronte di opposizione ai provvedimenti di Trump sull’immigrazione. C’è il lungo lavoro di “organizzazione delle comunità” condotto quartiere per quartiere dall’Industrial Areas Foundation e altre organizzazioni simili che incarnano lo spirito democratico descritto secoli fa da Tocqueville, tenuto in vita nelle chiese, nelle scuole e oggi anche nelle moschee delle città americane.
Nel Nord Carolina, Durham CAN ha riunito 1.300 musulmani, latinoamericani e rifugiati per una negoziazione di successo con lo sceriffo e la polizia locale per portarli a ratificare l’impegno di non collaborare con gli agenti dell'Immigration and Customs Enforcement (Ice) che dovrebbero attuare i provvedimenti di espulsione di Trump. Al contrario, la polizia locale si è impegnata a rafforzare i rapporti con le comunità di immigrati. Il provveditore agli studi di Durham si è impegnato a restringere il più possibile l’applicazione delle misure anti-immigrati nelle scuole.
Nel Maryland, PATH ha radunato 1.200 persone in un’azione di supporto a una legge, poi approvata, che rende Howard una “contea santuario”, vietando alla polizia e gli altri impiegati della contea di far rispettare la legge sull'immigrazione o la raccolta di informazioni sullo status degli immigrati.
In Virginia, VOICE ha formato 125 leader di 8 moschee e spinto gli altri leader a “gemellare” la propria organizzazione (scuola, chiesa, sindacato) con un’organizzazione del territorio composta da una comunità diversa dalla propria (per religione, etnia o convinzioni politiche).
A New Haven, nel Connecticut, circa 500 persone tre ebrei, musulmani, battisti e cattolici hanno promesso di proteggersi a vicenda dalla discriminazione. Polizia, scuole e politici locali si sono radunati in solidarietà con le comunità immigrate nella chiesa cattolica Santa Rosa da Lima, una parrocchia per lo più ispanica, parte del gruppo interconfessionale CONECT (Congregazioni organizzate per una nuova Connecticut). Il gruppo affiliato alla IAF in tutto lo stato sta iniziando comitati per organizzare le risorse legali, di sicurezza sul lavoro, e di spazi santuario per gli immigrati privi di documenti.
A New York i leader di South Bronx Churches e Manhattan Together hanno tenuto incontri relazionali con la maggior parte dei 100 immigrati che sono venuti a una “clinica legale” ospitata dall'organizzazione membra di SBC, Mexican Coalition. E’ stato solo il primo di una serie di incontri per informare gli immigrati dei loro diritti.
Come ha scritto il co-direttore dell’Industrial Areas Foundation Michael Gecan, le proteste di piazza sono quello che Trump si aspetta. E’ successo in Wisconsin dopo il passaggio di alcune leggi antisindacali da parte dell’attuale presidente Scott Walker (riconfermato per il secondo mandato nonostante le proteste di massa di allora). “Molti democratici o non sanno come relazionarsi a persone con posizioni moderate o miste, o non vogliono farlo. Preferiscono le rock star e le celebrità agli autisti di autobus e ai lavoratori dei fast food. A loro piacciono gli slogan accattivanti e i cartelli con scritte di impatto, non le sessioni lunghe e pazienti di ascolto con persone che hanno interessi complessi, e che potrebbero non superare il test di visioni progressiste”. Trump non fa altro che sfruttare le debolezze del campo avversario, che conosce bene. I democratici, aveva scritto Gecan sul New York Times all’indomani della vittoria di Trump, “devono reimpegnarsi con le persone comuni, non i maghi della finanza e la celebrità di Hollywood”.
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