Non profit

La ricerca della sostenibilità

di Elena Zanella

In questi giorni, sto lavorando al concetto di “sostenibilità”. Sostenibilità è un termine molto bello, un valore profondamente reale e attuale. Ha significati diversi a seconda delle situazioni nelle quali lo si declina.

Dal punto di vista professionale, sostenibilità incarna perfettamente gli obiettivi verso cui tendo: nei confronti delle organizzazioni con cui collaboro, cerco di muovermi in modo strutturato e integrato al fine di favorire i risultati migliori, nel rispetto delle specificità di ciascuna identità e promuovendo azioni che ritengo possano dare impatti e ritorni anche nel lungo periodo. E' proprio su quest’asse temporale che, sono convinta, si giochino i rapporti di fiducia e di reciprocità su cui la mia professione di fundraiser deve fondare i propri princìpi comportamentali ed etici.

Sostenibilità è dunque una parola affascinante ma che spesso utilizziamo a sproposito. Nella sua grandezza, si insinua la complessità di un concetto profondamente scomodo. Per raggiungere la sostenibilità occorre il sudore della fronte. Occorre lavorare duro. Occorre attendere e perseverare.

Occorre arrendersi all’evidenza che i risultati nel breve periodo sono più una questione di buona sorte che d’abilità.

Magari una buona sorte mista all'esperienza – e dal grado d’investimento che vogliamo accompagni i ritorni nel breve – ma pur sempre di buona sorte si tratta. È necessario prendere consapevolezza che occorre dotarsi di strumenti idonei e di professionalità competenti che non "assicurino di garantire" ma che "favoriscano" il perseguimento dei risultati.

L’esperienza non s’improvvisa e gli slogan sono slogan, punto.

Le strade facili non esistono – io, almeno, non ne conosco – ma quelle produttive e che danno ritorni veri, tangibili, rilevanti, quelle sì che mi piacciono e sono proprio quelle che chiedo vengano percorse da chi sceglie di credere che si può fare bene, ma bene veramente. Non una volta, bensì due, tre, quattro!

Mi piace quando i risultati arrivano e quando il telefono squilla per darmi la bella notizia e dirmi che avevo ragione e che d'ora in avanti sarà tutto più semplice.

Mi piace così anche oggi che non sono più lì ad aggredire il mercato come un tempo, in prima persona, ma accompagno le mie organizzazioni a dotarsi di un nuovo approccio alle cose, forse più lento nel breve, ma certo più rock nel lungo. E tanto, ma tanto più sostenibile.

Ecco, queste sì che #sonsoddisfazioni, punto.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.