In occasione della 35° Giornata internazionale del volontariato sono stati molti i messaggi arrivati dalle istituzioni italiane ed europee dal presidente Mattarella al presidente del Parlamento europeo David Sassoli, passando dalla Presidente del Senato Casellati. Tra i tanti e significativi messaggi è arrivato in corsa anche quello del presidente del Consiglio Giuseppe Conte che una volta di più ha blandito il volontariato e Terzo settore che poi dimentica nei suoi Dpcm. Ha scritto il presidente del Consiglio: “Volontariato e Terzo settore si sono rivelati il ‘cuore pulsante’ del nostro vivere sociale. Li ringrazio perché nel momento del bisogno lo Stato ha potuto sempre trovare in loro un solido alleato capace di arrotolarsi le maniche e trasmettere forza e fiducia”.
Conte aveva già detto la stessa identica frase il 28 marzo scorso, trattasi probabilmente di un copia-incolla di Casalino, e l’espressione “cuore pulsante” deve piacergli molto avendo un lessico arzigogolato ma assai limitato, nell’aprile scorso furono le imprese “il cuore pulsante della società” e a novembre la scuola! Si tratta di un vero e proprio tic a cui non seguono atti conseguenti, in ogni Dpcm Terzo settore e volontariato sono stati scientemente dimenticati in questi mesi. E continua a succedere così, sentite cosa dice il premier nella seconda parte del suo messaggio: “In questi ultimi giorni è emersa, purtroppo, la preoccupazione circa la prospettiva di una regolazione peggiorativa degli adempimenti fiscali riguardanti i soggetti che compongono il Terzo Settore. Voglio assicurare che l’impegno del Governo è e sarà quello di continuare a condividere tutti gli aspetti dell’attuazione del Codice. In particolare con la costituzione di un Tavolo di lavoro per quanto attiene agli aspetti fiscali della Riforma, che vedrà Ministero del Lavoro, dell’Economia e Forum Terzo Settore lavorare insieme per costruire un modello di fiscalità rispettoso dell’identità di questi soggetti e compatibile con la disciplina europea in materia”.
Un capolavoro di ipocrisia, ma come “in questi giorni è emersa”, sta parlando della legge di bilancio da lui firmata che all’articolo 108 prevede che migliaia di associazioni che non hanno scopo di lucro e che svolgono essenziali attività di interesse generale verranno assoggettate al regime IVA, con un forte aggravio di adempimenti burocratici e del carico contributivo!
Insomma, il messaggio inopinatamente rilanciato dal Forum del Terzo settore, è una gigantesca presa dei fondelli degna del miglior avvocato del popolo, ma del popolo bue. Dopo due anni e mezzo di governo, Conte non solo non ha attuato il Codice, ma non è neppure riuscito ad inviare alla Commissione europea le norme fiscali sugli Enti del Terzo settore. Si è lasciato passare davanti al naso due porcherie come la Tassa sulla bontà (Mattarella dixit) e oggi quella dell’Iva.
E lui imperturbabile cosa propone? L’abolizione dell’art.108 mettendoci la faccia? Noooo. Propone un tavolo di lavoro sulle norme fiscali. E con chi? Con gli stessi soggetti (Ministero Lavoro, Economia e Forum Terzo settore) che fanno parte della cabina di regia che lui presiede e che dovrebbe proprio occuparsi di queste cose.
Ma che ci volete fare? Questo è il governo che invece di risolvere problemi crea tavoli, una quarantina a livello governativo, più cabine di regia e task force. Così si offre un posto a tutti fregandosene di chi sta sul terreno a risolvere i propri e altrui problemi.
In questi giorni verrà approvato il budget del Recovery Fund con tutti gli appostamenti. Sei linee guida, una sessantina di progetti, 17 clusters che non riusciranno ad esprimere una chiara visione del Paese e da cui Terzo settore, volontariato e temi come incremento del capitale umano e crescita della coesione sociale saranno una volta di più derubricati.
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