Riduzione degli imballaggi, efficientamento energetico, riciclaggio e riuso, calcolo dell’impronta ecologica dei prodotti , sostenibilità, bioeconomia, green economy, blue economy, sono tutti passi che si sono sviluppati negli ultimi decenni e che ora stanno evolvendo in una unica grande visione, l’economia circolare.
Portare l’economia dal modello lineare tipico fin dalla rivoluzione industriale’ produci, consumi, dismetti’ a un modello circolare dove lo scarto di una produzione diventano materia per un nuovo impianto, dove i prodotti arrivati a fine vita sono rifabbricati e possono tornare in circolazione con prestazioni migliorate rispetto all’originale il tutto con un consumo minimo di acqua e di energia, rigorosamente rinnovabile, e una alta intensità di lavoro.
Come sintetizza benissimo il libro pubblicato da Edizioni Ambiente ‘Che cosa è l’economia circolare’ di Emanuele Bompan e Ilaria Nicoletta Brambilla, ‘l’economia circolare è un sistema economico ricco di risorse e un motore per l’innovazione, che porta benefici costanti alla società. E’ pianificata, dalla culla alla culla, per un ricircolo infinito di materiali tecnici e biologici puliti, energia, acqua e ingegnosità umana’. Sono vari i modelli di business che si applicano all’economia circolare. Cade ad esempio la necessità in molti casi di possedere i prodotti mentre sempre più si vedono i vantaggi di ottenerne i servizi, pagando solo per l’uso. Il car-sharing è solo uno dei molti esempi in questo senso ma non tutta la sharing economy ( a cui è dedicato il numero di Novembre di VITA) può essere considerata un buon esempio di economia circolare, visto che spesso non rispetta i principi base, essere cioè sia ambientalmente che socialmente sostenibile. La rifabbricazione dei prodotti è un altro ottimo modello di business, di cui ho parlato già nel pezzo Rifabbricato è meglio per tutti , dove a fronte di un uso limitato di materia e energia si valorizza lavoro altamente specializzato per rimettere sul mercato prodotti con più alte prestazioni rispetto all’originale. Con l’Up-cycling invece si intende valorizzare quello che è considerato scarto di un ciclo produttivo dandogli nuova vita, in un campo spesso completamente diverso, ad esempio realizzando artigianalmente un pezzo unico come ad esempio una borsa da una vela. Infine estendere la vita dei prodotti stessi, grazie alla riparazione, alla fine dell’obsolescenza programmata, alla ricarica e alla rivendita dell’usato.
Sono solo alcune delle moltissime cose che l’economia circolare permette, sia su grande che su piccola scala e di cui è tempo che cominciamo a occuparci per cogliere tutte le opportunità che la chiusura del cerchio della nostra economia può portarci.
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