Un invito alle donne parlamentari
Dunque ha preso il via la XVII Legislatura ed il Parlamento ha aperto le sue porte al maggior numero di giovani della storia repubblicana, con un’età media 45 anni, la più bassa tra i parlamentari europei, e sopratutto di donne, ormai un terzo del totale sia alla Camera che al Senato. Nalla città dove vivo, Reggio Emilia, il rapporto tra uomini e donne si è addirittura invertito: sono andate a Roma cinque donne su sette parlamentari eletti.
Tre giorni prima dell’apertura del nuovo Parlamento – quasi a segnare un ideale passaggio di testimone tra quel passato che ha posto le basi di questo presente – si è spenta a 92 anni Teresa Mattei, la più giovane eletta all’Assemblea Costituente, nelle file del Partito Comunista, sulle ventuno donne totali. Una donna libera, esplusa nel 1938 dalle scuole del Regno perché antifascista e nel 1955 dallo stesso Partito Comunista perchè antistalinista, attiva nell’impegno per la pace fino alla fine dei suoi giorni. Teresa mattei il 2 giugno del 2006 rilasciava un’intervista alla trasmissione Radio 3 Mondo nella quale raccontò, tra le altre cose, questo episodio accaduto durante la votazione dei principi fondamentali della Costituzione: “Al momento della votazione per l’art 11, cioè quello contro la guerra – “L’Italia ripudia la guerra”, è stato scelto il termine più deciso e forte – tutte le donne che erano lì, ventuno, siamo scese nell’emiciclo e ci siamo strette le mano tutte insieme, eravamo una catena, e gli uomini hanno applaudito”. E poi continuava: “per questo, quando ora vedo tutti questi mezzucci per giustificare i nostri interventi italiani nelle varie guerre che aborriamo, io mi sento sconvolta perché penso a quel momento, penso a quelle parole e penso che se non sono le donne che difendono la pace prima di tutto non ci sarà un avvenire per il nostro paese e per tutti i paesi del mondo”
Poche ore prima dell’avvio di questa legislatura, il 14 marzo, l’Espresso on line ha diffuso la notizia che, dopo la Corte dei Conti staunitense (il GAO, circa un anno fa) anche la Corte dei Conti italiana ha aperto un fascicolo sull’acquisto dei cacciabombardieri F-35 per danno erariale. E’ sotto osservazione, su iniziativa del Codacons, il famigerato programma di acquisizione dei 90 aerei da guerra joint strike fighter che, secondo le stime accreditate potrebbe arrivare a costare al contribuente italiano oltre 40 miliardi di euro, tra acquisto e mantenimento dei caccia per i soli primi anni. Si tratta del più costoso e inutile programma di riarmo della nostra storia repubblicana, contrario proprio a quell’articolo 11 della Costituzione italiana perché strumento di offesa anche nucleare. Una concreta e attiva minaccia alla pace, invisibile ai radar nemici ma vulnerabile ai fulmini, quasi fosse destinatario dell’ira di Dio.
Dunque, nell’incertezza di queste ore sull’esito della Legislatura, faccio un invito a tutte le donne parlamentari elette nei vari schieramenti politici: siate libere come Teresa Mattei, ispiratevi a lei e proponete insieme la cancellazione totale e definitiva del programma dei cacciabombardieri F-35. Votatela tutte, gli uomini non potranno che seguirvi. Forse la Legislatura finirà presto, ma avrete segnato un cambiamento vero, ridato dignità al Parlamento, onorato la Costituzione e lasciato un segno nella nostra Storia repubblicana. Come Teresa Mattei.
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