Welfare
L’Atelier che rigenera persone e ausili protesici
Il servizio fornisce a quattro ASL pugliesi recupero, rigenerazione, sanificazione e consegna degli ausili protesici alle persone con disabilità che ne fanno richiesta. E’ gestito dalle imprese sociali L’Obiettivo ed Innova per favorire un risparmio economico alle ASL e l’inserimento socio-lavorativo di chi proviene da percorsi di giustizia riparativa
Luigi si porta dietro un passato difficile, fatto di sofferenza personale e di dolore provocato ad altri. Un tortuoso percorso di vita che conta oltre dieci anni di carcere. Più di sette anni fa, mentre scontava ancora la pena ai domiciliari, gli è arrivata l’occasione per svoltare, per «lasciare i fantasmi del passato. Questa non è un’occasione. Questa è l’occasione ed ho deciso davvero di cambiare vita». Luigi, infatti, da quando è entrato a far parte del progetto “Atelier dell’Ausilio” non n’è più uscito. Anzi, oggi è il caposquadra del gruppo di lavoratori che recupera, ripara, sanifica e consegna gli ausili protesici per le persone con disabilità che ne fanno richiesta a quattro Aziende Sanitarie Locali pugliesi. Merito dell’iniziativa promossa e gestita dalla cooperativa sociale L’Obiettivo e da Innova Impresa Sociale per coniuga economica circolare e inserimento occupazionale.
Il magazzino degli ausili ha sede a Cerignola, nella Zona Industriale, dove i lavoratori coinvolti svolgono l’intero processo produttivo. Prima effettuano il ritiro degli ausili obsoleti o dismessi presso le sedi dei Distretti Sociosanitari coinvolti o presso le abitazioni degli utenti; poi effettuano opere di rigenerazione e sanificazione degli ausili ritirati. Ed infine, effettuano la consegna degli ausili trattati agli utenti su indicazione delle ASL competenti.
La sperimentazione del servizio ha preso forma nel 2015 attraverso il progetto “Atelier dell’Ausilio” sostenuto da Fondazione CON IL SUD nell’Iniziativa Carceri 2013. Perché l’obiettivo era ed è ancora oggi duplice: «Con questo servizio facciamo inserimento socio-lavorativo di persone provenienti dalla giustizia riparativa, che provengono dagli istituti di pena» spiega Marco Sbarra, responsabile operativo del servizio. «Abbattiamo la recidiva e lo dimostra il fatto che alcuni dipendenti che hanno iniziato il progetto, lavorano ancora con noi come dipendenti di Innova in un servizio a mercato. Grazie al lavoro hanno potuto acquistare una casa, costruirsi un progetto di vita, tagliare i ponti con il passato difficile che hanno avuto».
Tra questi, appunto, Luigi che ha iniziato il cammino sin dalle prime battute ed oggi lavora insieme ad altri tre dipendenti. «I numeri potrebbero aumentare nella misura in cui le ASL capiscano l’importanza di questa opportunità». E qui, si inserisce il secondo obiettivo che stava alla base del progetto e del servizio: «E’ possibile contenere i costi della spesa sanitaria pubblica anche grazie agli scarti, agli ausili protesici riparati e messi a disposizione delle persone non autosufficienti. E’ il principio dell’economia circolare: invece di acquistarne di nuovi, le ASL possono avere un risparmio economico in questo settore con il riutilizzo degli Ausili di proprietà pubblica».
L’iniziativa, infatti, ha dimostrato in questi anni che «ritirare, riparare, manutenere, ricondizionare, sanificare gli ausili protesici per persone non autosufficienti già utilizzati anziché acquistarne dei nuovi» prosegue Sbarra «consente alle ASL pugliesi un risparmio del 70% della spesa sull’acquisto del nuovo (oltre ad un servizio di magazzino e logistica compresi nel servizio), e produce posti di lavoro per persone detenute o in esecuzione penale esterna debitamente formate». Un percorso che ha ancora grandi margini di potenziamento, soprattutto se alcune ASL ed i loro relativi Distretti mostrassero più attenzione e disponibilità verso il servizio. Come nel caso dell’ASL di Foggia, da cui ha avuto inizio questo percorso con la sperimentazione nell’ambito del progetto “Atelier dell’Ausilio”, di cui era partner, ma in cui il servizio non è mai decollato; mentre nelle ASL di BT (in cui il budget di gara è terminato prima dei tre anni previsti) e in quelle di Brindisi e Taranto il progetto sta andando molto bene. E lo dimostrano anche alcuni dati: l’ASL di Taranto, per esempio, in due anni e mezzo di attività ha potuto risparmiare circa 1 milione e mezzo di euro grazie a questo servizio che rigenera persone ed ausili.
All’appello, dunque, mancano ancora le ASL di Bari e Lecce, che in considerazione del numero della popolazione e dell’estensione dei Distretti potrebbero dovrebbero avere interesse per il servizio. «Da una parte il servizio rappresenta un risparmio per la sanità, dall’altro offre un servizio personalizzato agli utenti. In mezzo, c’è l’inserimento lavorativo di chi viene da contesti difficili» conclude Sbarra. Senza contare che gli ausili che non vengono restituiti alle ASL dai familiari degli utenti che ne avevano usufruito in comodato d’uso gratuito, non vengono riutilizzati dal sistema sanitario regionale, che così dissipa un patrimonio pubblico di milioni di euro l’anno.
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