Welfare
Garante detenuti e Unicef firmano un protocollo, «Mai più bambini in carcere»
Il protocollo, della durata di 3 anni, mira a promuovere i diritti dei minori, con particolare attenzione ai figli di genitori detenuti. Palma: «Il carcere non è un luogo dove crescere». Pace, Unicef: «Realizzare ambienti che siano a misura di bambino»
di Luca Cereda
Il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Mauro Palma e Carmela Pace, e la presidente dell'Unicef Italia hanno firmato un Protocollo di intesa della durata di 3 anni al fine di promuovere i diritti dei bambini, con particolare attenzione ai figli di genitori detenuti. La firma è avvenuta a Roma presso la sede del Garante Nazionale dei Diritti delle persone private della libertà personale. «Con il Protocollo firmato oggi vogliamo dare particolare attenzione a tutti quei bambini figli di genitori detenuti che vivono in realtà difficili; insieme vogliamo promuovere i loro diritti e realizzare ambienti che siano a misura di bambino, utili al loro sviluppo – ha dichiarato Carmela Pace, Presidente dell'unicef Italia. «Ringrazio il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale, Mauro Palma, per questo impegno. Il nostro comune obiettivo è sensibilizzare la collettività e l'opinione pubblica sulla necessità che non vi siano mai più bambini in carcere».
«Questo protocollo è un importante passo avanti soprattutto per la diffusione della cultura dei diritti umani e più in particolare sui diritti dei bambini – ha detto Mauro Palma, Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà -. Il carcere non è un luogo dove crescere, ogni sforzo perché non vi siano bambini in carcere va nella giusta direzione».
In particolare il protocollo prevede di: Realizzare iniziative di formazione destinate al personale dell'amministrazione penitenziaria, o, più in generale, a coloro che a vario titolo operano nel mondo carcerario, tese a promuovere la conoscenza della Convenzione dei Diritti ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza nelle strutture penitenziarie dislocate sul territorio nazionale;
Condividere modelli che consentano di evitare, quanto più possibile, la permanenza dei minorenni in carcere;
Sollecitare l'ideazione e l'attivazione di percorsi di rieducazione e trattamento che tengano conto delle specifiche esigenze dei figli di minore età delle persone private della libertà personale, implementando buone prassi;
Promuovere progetti di formazione e di percorsi di istruzione in tema di tutela dei diritti umani, con particolare attenzione ai diritti delle bambine, dei bambini e degli adolescenti;
Individuare specifiche modalità di intervento per agevolare un sereno legame con il proprio genitore quando destinataria del provvedimento restrittivo della libertà personale è la madre di prole inferiore a 10 anni;
Sensibilizzare la collettività rispetto alla cultura dei diritti di bambini, bambine e adolescenti, secondo la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, i quali non possono essere scalfiti per effetto della situazione di detenzione di un genitore, nella consapevolezza che l'inclusione a livello sociale dei genitori detenuti e/o dei loro figli durante e dopo il periodo di carcerazione costituisca un presupposto indispensabile per lo sviluppo sano delle relazioni sociali e familiari, nonché presidio fondamentale della legalità;
Istituire momenti di riflessione e formazione sulle specificità dei percorsi di reinserimento o risocializzazione delle persone detenute con figli minorenni e l'allontanamento dal carcere delle donne detenute con figli al seguito.
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