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Per i ristori al Terzo settore si intervenga subito come per i super stipendi di Stato

La deputata di Italia Viva Maria Chiara Gadda: «Il rincaro dei costi dell’energia, dei carburanti e degli approvvigionamenti sta minando la sostenibilità e la continuità degli enti non profit e lo svolgimento di numerose attività come la gestione dei servizi». Granata (Federsolidarietà): «Migliaia di posti di lavoro a rischio». Pallucchi (Forum Terzo Settore): «Basta dimenticare questo settore». Perché allora non intervenire immediatamente come si farà per ripristinare il tetto alle remunerazioni dei manager di Stato?

di Redazione

«I rincari energetici stanno mettendo a rischio la tenuta del welfare e migliaia di posti di lavoro». A lanciare l'allarme è Stefano Granata, presidente di Confcooperative Federsolidarietà, federazione che rappresenta la cooperazione sociale. «I servizi sociosanitari, da quelli in regime residenziale semiresidenziale, domiciliare e di accoglienza abitativa – aggiunge Granata – ma anche le RSA, i servizi per la fascia di età 0-6 anni e l’inserimento socio lavorativo di persone con forme di svantaggio, rischiano di implodere sotto i colpi dell’aumento delle bollette: è urgente un intervento immediato nel Dl Aiuti a sostegno di tutte le organizzazioni che si occupano di welfare per evitare che salti il banco».

«Per scongiurare gli effetti del caro bollette sulle attività del Terzo Settore, bisogna estendere le misure di sostegno oggi previste nel decreto Aiuti. Rischiamo la desertificazione di un modello economico e sociale stabile di sviluppo, che svolge numerose attività di interesse generale per la collettività e occupa quasi 900mila persone». Lo dichiara Maria Chiara Gadda, deputata e segretaria regionale lombarda di Italia Viva.
«Il rincaro dei costi dell’energia, dei carburanti e degli approvvigionamenti sta minando la sostenibilità e la continuità degli enti non profit e lo svolgimento di numerose attività come la gestione dei servizi di assistenza residenziale, l’inserimento lavorativo, il trasporto sociale e sanitario, la distribuzione di alimenti e farmaci agli indigenti, l’inclusione attraverso sport di base, dilettantistico e attività culturali, nonché la cura di anziani, minori e persone con disabilità», concorda Gadda, «È quindi necessario evitare con urgenza che l’aumento dei costi possa determinare l’interruzione di queste attività che in molti territori rappresentano un punto di riferimento fondamentale per la tenuta sociale ed economica delle fasce più fragili della popolazione, bisogna scongiurare che tale situazione si ripercuota anche sulle rette di Rsa, scuole paritarie, asili nido e scuole per l’infanzia, mense, e anche salvaguardare i posti di lavoro delle persone impiegate nel Terzo settore».

«Purtroppo ancora una volta il Terzo settore non è stato inserito nei provvedimenti di sostegno di carattere generale, si metta una pezza nel prossimo decreto d’urgenza». Conclude Gadda.

Occorre dunque rimediare con la massima urgenza. Come? Il Dl Aiuti sarà modifcato per ripristinare il tetto ai compensi dei manager di Stato. La strada potrebbe essere quella allargare le misure di sostegno al Terzo sociale proprio in questa occasione.

«Apprezziamo che il Parlamento voglia correggere in fretta la norma che avrebbe eliminato il tetto ai megastipendi dei manager della Pubblica amministrazione, ma ci chiediamo se e quando sarà data giusta attenzione anche a quelle realtà che operano, al di fuori della logica del profitto, al fianco dei più svantaggiati. Gli enti non profit che, ad esempio, si prendono cura di anziani, minori, persone in difficoltà o con disabilità rischiano di non ricevere alcun ristoro, eppure proprio come le imprese profit subiscono pesantemente i rincari energetici. Ci auguriamo allora che si introducano sostegni adeguati già nel prossimo decreto che sarà discusso in Consiglio dei ministri, e che non si dimentichi per l’ennesima volta l'importanza del Terzo settore per la tenuta di questo Paese», chiosa Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum Terzo Settore.

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