Politica
Un confronto sulla disabilità, per dare concretezza ai programmi
Nei programmi elettorali per il 25 settembre, diversamente dal 2018, la disabilità c'è. Ma per passare dalle promesse "sulla carta" alla concretezza degli impegni, la Fish torna a chiedere un confronto pubblico sui temi della disabilità fra tutti i leader
di Redazione
«Chiediamo a tutti i leader politici un confronto pubblico per declinare in impegni precisi quei segnali di attenzione alla disabilità che abbiamo ravvisato nei programmi elettorali»: è questo l’invito di Vincenzo Falabella, presidente della Fish, in vista delle elezioni del 25 settembre.
Se infatti a questa tornata nei programmi elettorali la disabilità c’è, declinata in varie forme, l’auspicio delle persone con disabilità e delle loro famiglie è quello di arrivare a un vero a proprio contratto «che obblighi chi andrà al governo a dare concretezza alle pari opportunità e all’inclusione sociale delle stesse persone con disabilità», dice Falabella.
Nel 2018, in occasione delle precedenti elezioni politiche nazionali, la Fish aveva al contrario dovuto denunciare senza mezzi termini la quasi totale assenza del tema della disabilità nei programmi dei partiti e dei movimenti. Oggi invece c’è chi dà più spazio al lavoro, chi a una radicale riforma del settore riguardante l’autosufficienza, c’è chi parla di LEPS (Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali), chi di caregiver, chi di incremento delle pensioni di invalidità… Il filo comune a più di un programma, poi, è quello relativo alla necessaria attuazione della Legge Delega in materia di disabilità (Legge 227/21).
All’inizio di agosto, prima dell’arrivo dei vari programmi elettorali, la Fish aveva diffuso un documento “appello” programmatico articolato in vari punti, in cui chiedeva politiche e servizi inclusivi, strumenti e interventi normativi adeguati, in linea con i princìpi fissati dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e con le indicazioni contenute nelle norme nazionali esistenti o in fase di completamento, fra cui appunto la Legge Delega.
«In testa a quel documento – ricorda Falabella – scrivevamo come nonostante gli strumenti normativi esistenti e gli impegni politici susseguitisi, le persone con disabilità continuano a incontrare ostacoli nella loro partecipazione nella società e a subire violazioni dei loro diritti umani in ogni parte d’Italia e in diversi momenti della loro vita. Per queste ragioni il movimento delle persone con disabilità e dei loro familiari chiede con determinazione un impegno non episodico nella direzione delle politiche e dei servizi inclusivi che vadano a bandire la segregazione, combattere l’abbandono, dare concretezza all’uguaglianza delle opportunità e all’inclusione sociale».
In queste settimane di elaborazione dei programmi elettorali, racconta Falabella, «abbiamo avuto contatti con tutte le forze politiche, esponendo ulteriormente le nostre istanze e registrando con favore nei programmi la presenza di una serie di punti che erano stati indicati nel nostro documento “appello”. L’abbiamo letto come un riconoscimento per la credibilità delle nostre proposte e “sulla carta” possiamo almeno per il momento dichiararci soddisfatti».
Ora però, aggiunge, «vorremmo che i leader delle forze politiche in campo il 25 settembre si confrontassero pubblicamente con la nostra Federazione, per declinare direttamente quei segnali di attenzione per il mondo della disabilità in impegni precisi». Perché il passaggio dal “sulla carta” alla “realtà” non è scontato. «Noi siamo pronti e disponibili, con proposte chiare e concrete per alimentare il contraddittorio politico», rilancia Falabella.
«Intendiamo essere in prima linea, diventando la “casa” di un confronto indipendente, trasparente e super partes tra i leader delle varie forze, in base a regole chiare, condivise e garantite, per offrire ai cittadini e alle cittadine con disabilità, e non solo a loro, l’opportunità fare una scelta sulla base della miglior informazione possibile.
Noi faremo la nostra parte andando a votare e invitando tutti a farlo, senza alcun ordine di scuderia ma con piena libertà di coscienza, non rinunciando a collaborare con chi, in modo credibile, riterremo più vicino alle proposte della nostra Federazione e all’idea di Italia che ci vede impegnati ogni giorno con le nostre attività, un’idea basata su una nuova visione sostenibile, solidale e inclusiva, rispetto alla quale crediamo fermamente che si giochi il futuro del nostro Paese». La palla, dunque, passa ai leader politici che vorranno accettare il confronto.
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