Politica
Acli: «Assegno unico, il tesoretto andava destinato alle famiglie»
L'Associazione ha inviato alcune proposte d’intervento al ministro per la Famiglia, Elena Bonetti, auspicando un miglioramento dell’Assegno unico universale
di Redazione
«La decisione presa durante l’ultimo Consiglio dei Ministri di utilizzare i soldi “avanzati” dall’Assegno unico familiare per altre voci di spesa, è l’ennesima dimostrazione che i nostri governanti non hanno capito quanto sia grave la situazione causata dal calo di nascite continuo che il nostro Paese registra ormai da più di 10 anni, e che ha toccato livelli record nell’ultimo periodo, anche a causa della pandemia». Lo affermano le Acli in una nota inviata alla stampa. L’Associazione ha inviato alcune proposte d’intervento al ministro per la Famiglia, Elena Bonetti, auspicando un miglioramento dell’Assegno unico universale.
«Le risorse avanzate – si legge nel comunicato – sono frutto principalmente di domande non pervenute rispetto alle stime iniziali: dovrebbero essere reinvestite per migliorare una misura importante come è l’Assegno unico universale, che però necessita ancora di migliorie importanti, tra cui quella del riconoscimento dell’Assegno fino ai 21 anni d’età dei figli (attualmente dai 18 ai 21 anni è previsto il dimezzamento dell’importo) o fino al termine del corso legale di studi. Le Acli ritengono importante questo miglioramento perché dimezzare l’Assegno unico in una età cruciale rischia di bloccare l’ascensore sociale. Si auspica inoltre la rimodulazione dell’importo dell’Auu nella fase di minore età del figlio, con rinforzo nel primo o comunque nei primi anni di vita del medesimo, e dando maggiore attenzione a situazioni di nuclei familiari con figli in stato di disagio economico. Occorre, infine, l’estensione del beneficio a richiedenti e figli residenti all’estero».
«Oggi, auspicando che la famiglia sia al centro dell’agenda elettorale di ogni forza politica, è necessario anche dare pieno corso al “Family Act”, di cui l’Assegno unico è solo una delle più ampie previsioni, anche grazie alle risorse del Pnrr e dei fondi europei, e provvedere con urgenza a sostenere il lavoro giovanile e femminile, implementare i servizi per la conciliazione dei tempi di lavoro e della famiglia, i servizi territoriali per la prima infanzia e per i minori, potenziare i consultori familiari e progettare finalmente soluzioni concrete per l’abitare di giovani e giovani coppie».
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