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Storie fra ragazzi permeate di violenza. A Napoli 12enne sfregiata da 17enne

Una ragazzina di 12 anni è stata sfregiata con un coltello da un ragazzo di 17 anni che avrebbe agito a suo dire per "motivi di gelosia". Sembrerebbe che tra i due ci fosse un qualche legame. Non è un caso isolato. Le storie fra adolescenti sono permeate dalla violenza più di quanto si pensi. Per questo non dobbiamo derubricare questo episodio come un’esperienza di tipo esclusivamente individuale: è violenza di genere

di Sabina Pignataro

Ieri sera, a Napoli, una ragazzina di 12 anni è stata sfregiata al volto con un coltello da un ragazzo di 17 anni che avrebbe agito a suo dire per "motivi di gelosia". Sono in corso indagini coordinate dalla Procura dei minori. Si fatica a chiamarlo ex fidanzato. Ma da quel che emerge i due sarebbero stati uniti da una qualche forma di legame, pur considerando la giovane età. Per questo occorre chiamare questo tipo di violenza con il nome corretto: violenza di genere.

E se è un’emergenza che, come società, fatichiamo a riconoscere e a prevenire tra gli adulti, quella che avviene tra gli adolescenti ci risulta essere proprio invisibile. Non la vediamo, non la riconosciamo, non la studiamo nemmeno. Come osserva la giornalista Stefania Prandi nel libro “Le conseguenze. I femminicidi e lo sguardo di chi resta” (Settenove) in Italia non è ancora stata realizzata un’inchiesta sui femminicidi nell’adolescenza. Del resto Camera e Senato hanno votato soltanto in aprile una legge che assicurerà l’effettivo monitoraggio della violenza di genere contro le donne, nonostante il ministero della Giustizia avrebbe dovuto fornire all'Europa dati puntuali sulle vittime di violenza domestica e femminicidi già dal 2017.

Non è un caso isolato

Nel 2017 Noemi aveva 16 anni soltanto. L’ha uccisa il suo fidanzato, che di anni ne ha appena uno in più, 17. Il ragazzo ha confessato l'omicidio e ha indicato ai carabinieri dove aveva nascosto il cadavere: in un prato, sotto un cumulo di pietre di un muretto a secco.

Nel 1996 Jessica F. è stata uccisa a sedici anni con quarantadue coltellate, fuori da scuola, dal suo ex ragazzo Luca F.. Sua madre, come racconta Prandi, ha fatto sistemare una targa in via Buozzi, dove è avvenuto il femminicidio con scritto: «Non c’è nulla in questa morte che ricordi amore». L’assassino di Jessica adesso è un informatico e ha una figlia. Gli avevano dato l’ergastolo inizialmente, poi la pena è stata ridotta e tra sconti e buona condotta è stato in carcere sedici anni.

Non è una questione privata

In realtà le storie di amore fra adolescenti sono permeate dalla violenza più di quanto si pensi. In questo contesto, la prima urgenza è quella di superare l’accezione di violenza domestica come questione privata a favore di una definizione che la inquadri come problema di ordine pubblico.

Citiamo qualche numero che conferma la necessità di non derubricare queste esperienze come un’esperienza di tipo esclusivamente individuale, come se la loro condizione dipendesse meramente dalla sfortuna, dal fallimento delle traiettorie di vita o da una colpa. Come se non ci fosse una dimensione sociale, storica e culturale.

I dati

  • Secondo dati della Fiss, Federazione italiana di sessuologia scientifica, nasce con violenza il 23% delle relazioni tra i giovani. Il dato, drammatico, riguarda ragazze e ragazzi con un’età compressa tra gli 11 e i 24 anni. «Spesso la violenza nella coppia è reciproca: la subiscono e la agiscono sia i ragazzi che le ragazze», osserva Piero Stettini, psicoterapeuta e sessuologo e vicepresidente Fiss. «La differenza è che la violenza sessuale e fisica è agita soprattutto dai maschi, mentre quella psicologica e verbale è messa in atto dalle femmine». Dall’indagine curata dall’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza della Fiss attraverso il sito Skuola.net, emerge un dato che desta preoccupazione a proposito della diffusione della violenza all’interno di una relazione sentimentale. «Il 23 per cento dei 3500 giovani intervistati (con età tra gli 11 e i 24 anni)riporta di aver subito violenza dal proprio partner; mentre il 12 per cento afferma di aver agito qualche forma di violenza sul partner. In particolare, il 14 per cento dei rispondenti dichiara di aver subito violenza verbale e psicologica dal partner, il 6 per cento violenza sessuale e il 3 per cento di tipo fisico», evidenzia Stettini.
  • Una delle poche ricerche esistenti in Italia è stata condotta in Friuli Venezia Giulia da Lucia Beltramini, psicologa e docente a contratto dell’Università di Trieste. Ne abbiamo scritto qui e qui . I dati a disposizione in Italia sono limitati e pochi hanno respiro nazionale. Tuttavia, quanto ci è noto, sia a livello nazionale che internazionale, ci permette di affermare con sufficiente certezza che si tratta di un fenomeno pervasivo che interessa un’ampia porzione di ragazzi e ragazze.
  • Nel 2019 l’Osservatorio nazionale adolescenza, attraverso le pagine del sito Skuola.net, ha lanciato un questionario al quale hanno partecipato 7.500 teenager tra i tredici e i diciannove anni. La ricerca dice che in una coppia su dieci, tra ragazzi di diciotto anni, c’è violenza fisica: considerando altre forme di violenza quella psicologica, i comportamenti di controllo, le pressioni per il rapporto sessuale. Dalle risposte è emerso che quasi due ragazze su dieci considerano il proprio fidanzato eccessivamente possessivo. Al 66% è capitato di subire una «scenata di gelosia», spesso per futili motivi, al 14% di venire offesa pesantemente, anche di fronte agli altri. Quattro adolescenti su cento sono state picchiate e una su dieci ha paura che il fidanzato, quando si arrabbia, prima o poi vada oltre. Una su tre, dopo aver subito violenza, ha perdonato il partner e il 75% non ne ha parlato con nessuno. Al 68% delle intervistate è capitato, almeno una volta, che il ragazzo pretendesse di leggere le conversazioni su WhatsApp, al 37% di dare l’accesso ai propri profili social, e il 13% è stata costretta a cancellare alcuni amici dai social network.
  • Secondo Save The Children, (nel documento di marzo 2022) «risulta essere prioritaria l’alleanza con gli ambienti scolastici e con i/le professionisti/e dell’aria sociale educativa e sanitaria e tutti gli attori che, per mandato professionale o informalmente, entrano in contatto con gli/le adolescenti al fine di sviluppare programmi efficaci di prevenzione ed intervento».
  • Il progetto DATE (Developing Approaches and Tools to End Online Teen Dating Violence) nasce in quest’ottica inserendosi nel gap di letteratura, progetti e interventi in campo di violenza di genere online tra pari. Il progetto, che riguarda il biennio 2021-22 e vede partner Save the Children ed Fondazione Centro Studi Erickson. Il progetto ha visto lo sviluppo di due cicli di formazione rivolti a professionisti che a vario titolo si relazionano col mondo dell’adolescenza: una formazione base (E-learning) e una formazione specialistica (Training of Trainers). Attualmente, il progetto si trova nella fase di erogazione delle formazioni. Dopo l’estate, verranno diffusi i risultati delle prime fasi di progetto attraverso una campagna di comunicazione e l’organizzazione di eventi nei vari territori italiani interessati (Reggio Calabria, Ancona, Venezia, Roma).

Un fenomeno sommerso

In Italia non è ancora stata realizzata un’inchiesta come quella coordinata da Avanti Adhia, epidemiologa all’Università della Washington School of Medicine, sui femminicidi nell’adolescenza. Lo studio americano ha preso in esame gli omicidi di più di 2mila teenager tra il 2003 e il 2016 negli Stati Uniti. Il 7% è stata uccisa dal partner oppure dell’ex; nel 90% dei casi si trattava di ragazze con un’età media di diciassette anni, mentre l’assassino era maggiorenne. La situazione è precipitata per l’interruzione del rapporto amoroso oppure per il rifiuto di cominciarne uno.

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