Non profit

5 per mille, un recovery plan scritto dal basso

Torna lo speciale di Vita sul 5 per mille: i dati aggiornati, i trend, le ultime novità normative... Ma soprattutto una guida per i cittadini, con il racconto di come quattordici organizzazioni utilizzeranno il 5 per mille. Non si tratta solo di sostenere il Terzo settore, ma di comporre con le nostre firme un recovery plan scritto dal basso, indicando alla politica dove è prioritario indirizzare attenzione e risorse, nell'ottica dell'innovazione e dello sviluppo. Scarica lo speciale e segui le nostre dirette Instagram

di Sara De Carli

Il 2022 per il 5 per mille sarà una sorta di anno zero. E mai come ques'anno sarà importante “metterci la firma”. Non si tratta solo di sostenere il Terzo settore e le sue attività con una modalità semplice e che non ci costa nulla, ma di essere protagonisti di un recovery plan scritto dal basso, che ciascuno di noi, come cittadino contribuente, potrà scrivere.

Come ogni anno, nella stagione delle dichiarazioni dei redditi, Vita presenta uno “speciale 5 per mille” che ha due funzioni: da un lato è l’occasione per fare il punto sui dati, sui trend e sulle ultime novità di uno strumento tanto apprezzato dagli italiani e divenuto così fondamentale per il non profit; dall’altro è una guida per chi – ci sono circa 12 milioni di italiani che in dichiarazione dei redditi non firmano per la destinazione del 5 per mille – ancora non conosce questa opportunità, presentando 14 realtà affidabili, esempi di un Terzo settore che è davvero motore di innovazione e di crescita del Paese, a beneficio di tutti e non solo di alcuni.

Sul cartaceo e su Vita.it, in una sezione dedicata, ABF-Andrea Bocelli Foundation, Actionaid, Famiglie SMA, Oxfam, ABIO, AIL, ANT, Banco Alimentare, Dynamo Camp, Fondazione Progetto Arca, Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica, Fondazione Ronald Mcdonald, Lega del Filo d’Oro e MPVI raccontano il loro impegno e spiegano come utilizzeranno le risorse che gli italiani gli destineranno con il prossimo 5 per mille. Lo speciale è allegato al nuovo numero di Vita, in edicola da venerdì 10 giugno, sarà distribuito insieme al Corriere della Sera con Sette ed Oresette sempre il 10 giugno e nel corso del mese di luglio con Linkiesta Magazine/New York Time Big Ideas, attraverso il canale abbonati. È possibile scaricare gratuitamente lo speciale qui. La novità di quest’anno è un appuntamento sul canale Instagram di Vita per “Il 5 per mille alle cinque”: una striscia quotidiana in diretta, a partire da lunedì 13 giugno, per conoscere più da vicino le proposte di alcune realtà.

Il 5 per mille è nato nel 2006 e finora ha permesso agli italiani di destinare alle necessità che ritengono più urgenti o meritevoli oltre 6,519 miliardi di euro. Il titolo che abbiamo scelto quest’anno è "Un 5 per mille mai visto": il mondo negli ultimi due anni è cambiato e in questo grande momento di passaggio che stiamo vivendo, dove accanto a grandi tensioni ed emergenze convivono spinte di innovazione e di ricostruzione, il Terzo settore – come dimostra l'inchiesta a firma di Sabina Pigantaro – ha dimostrato di essere pronto a raccogliere la sfida, dando risposte efficaci a nuovi e vecchi bisogni, dei singoli e delle comunità. Se la politica mette sotto attacco il 5 per mille, tentando di estenderlo a cause – il fondo assistenza per il personale in servizio delle Forze dell’ordine – del tutto aliene allo spirito della legge e a fronte del fatto che dal 2016 le risorse messe a bilancio non hanno più coperto le scelte effettuate dei contribuenti (su questo si leggano nello speciale gli interventi di Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum del Terzo settore e di Wladimiro Boccali, consulente del ministro Andrea Orlando), la firma per il 5 per mille non è “solo” un sostegno al non profit: come ci evidenzia Paolo Venturi, il 5 per mille è un modo per scrivere in prima persona un pezzo di welfare, indicando allo Stato la direzione in cui, da cittadini, vorremmo spostare attenzione e risorse.

«Oggi è importante cambiare il nostro sguardo sul 5 per mille», afferma in queste pagine il sociologo Aldo Bonomi: «uno sguardo di orizzontalità dal basso, segno di una utopia di prossimità, di coscienza di luogo mobilitata per fare del margine un centro di inclusione e di diritti». Non per nulla “sviluppo” e “innovazione” sono le parole che il presidente dell’Istat, Giancarlo Blangiardo, ha scelto come leit motiv del Censimento permanente delle istituzioni non profit in corso.

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