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L’insegnante di ginnastica alle elementari, rivoluzione a metà
In base al decreto firmato dal Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, dal prossimo anno scolastico - 2022/2023 - comincerà la sperimentazione dalle classi quinte e saranno circa 25mila le sezioni coinvolte per un totale di 2.200 nuovi docenti. È solo il primo passo di un lungo cammino per Fondazione Laureus. Csi invece teme per la formazione e la selezione dei 2200 nuovo docenti
di Luca Cereda
C’è una novità prevista dall’ultima legge di bilancio che riguarda la scuola: arriva il maestro di ginnastica alle elementari. Non era scontato vista l’incertezza legata alle coperture finanziarie. E quindi alla primaria le attività didattiche verranno integrate con la presenza del docente di scienze motorie sviluppando la cultura sportiva e del benessere psicofisico sin da piccoli. In particolare, il prossimo anno scolastico, 2022/2023, si comincerà dalle quinte e saranno circa 25mila le classi coinvolte: «Si tratta di una riforma epocale perché non c’è mai stato un professionista dell’educazione fisica alle elementari. Resta il fatto che varrà solo per l’ultimo anno, mentre in Francia ad esempio oggi le ore di educazione fisica in tutti e cinque anni di scuola primaria raggiunge le 5 ore», spiega Beppe Basso, coordinatore nazionale area formazione Csi. L’Italia è fanalino di coda in Europa dietro anche alla Germania che nella scuola pubblica garantisce dalle 3 alle 5 ore, fino ad arrivare alla Finlandia sono 12 le ore di educazione fisica a scuola per i bambini che vanno dai 5 ai 10 anni di età.
Un rivoluzione culturale, ma è solo il primo passo
L’educazione fisica nella primaria – beninteso – è una materia prevista dall’ordinamento, ma il suo insegnamento è stato delegato a tutor, figure fuori dall’organico, o a persone non qualificate che fanno da “tappabuchi”. Su questo passo significativo per portare nella scuola dell’infanzia lo sport e pratiche di conoscenza e scoperta del corpo, si è espresso il Ministro Bianchi: «È un’importante novità, attesa nel mondo della scuola, che riguarda il benessere psicofisico e lo sviluppo dei nostri bambini e delle nostre bambine – sottolinea il Ministro -. Si parte con le quinte poi, il prossimo anno, si andrà avanti con le quarte. Un tassello che rientra nel percorso di costruzione di una nuova scuola che stiamo realizzando con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e con le misure adottate in questi mesi, comprese quelle dell’ultima legge di bilancio».
Ha espresso soddisfazione anche la sottosegretaria allo sport, Valentina Vezzali: «Si tratta di un risultato storico: scuola e sport camminano insieme». Ma sarebbe bene che lo facesse sin dall’inizio della scuola elementare e non solo nell’ultimo anno, ritiene Gianni Ghidini allenatore e formatore di Fondazione Laureus (relatà del Terzo settore che si occupa di propmuovere la cultura sportiva e l'inclusione attraverso lo sport in Italia e fa parte di un network internazionale): «Questo è un primo passo significativo, ma noi che lavoriamo nelle scuole dell’infanzia da anni, raccogliamo un sentimento condiviso. Sentiamo che a scuola si avverte molto la mancanza di attenzione allo sviluppo del corpo, che finora è il grande escluso. Non educare il corpo rischia di diventare un ostacolo allo sviluppo della persona».
Chi arriva in classe? Che ruolo per la formazione
La pandemia ha fatto crollare la pratica sportiva nella fascia di età delle elementari dell 40%: «È una questione economica di mancanza di fondi da parte dello Stato investire solo sull’ultimo anno di scuola. Ma fare educazione fisica a scuola è fondamentale perché mandare i figli a fare un qualsiasi sport costa mediamente intorno ai 500 € a bambino. Solo alcune famiglie possono permetterselo. Mentre tutte mandano i figli a scuola», aggiunge Ghidini di Laureus che confida nella volontà di del ministero di invertire il paradigma, anche «perché vediamo che con il progetto QuBì a Corvetto, nella periferia milanese, abbiamo aperto uno spazio in oratorio per far fare sport ai bambini. Si sono iscritti in 80, questo segnala che la domanda c’è, manca la risposta che la scuola deve prendere in carico, altrimenti se si resta analfabeti motori in 5 elementare, fare sport successivamente diventa più difficile».
In questa sperimentazione rientrano 25mila le classi coinvolte di cui 15mila a tempo normale (ovvero senza il rientro pomeridiano), le rimanenti a tempo pieno. «Bisogna lavorare sul tempo pieno per tutti, questo tempo è divertimento, è gioco, è sport, e deve essere anche educazione alimentare. Ma per ora il ministero dell’Istruzione sta predisponendo un concorso per 2247 docenti che saranno valutati senza un reale collegamento tra formazione e assunzione. Una questione che nel caso dei precari è cogente, tanto che l’unica strada che gli si prospetta è il concorso a quiz da 50 domande tutte scientifiche e nessuna metodologica».
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