Welfare

Autismo, con Work-Aut il sogno del lavoro è diventato realtà

Work-Aut Lavoro e Autismo è una cooperativa sociale nata a Barletta sulla spinta dei genitori di ragazzi con autismo o neurodiversità per promuovere la loro inclusione lavorativa. Il sogno si è trasformato in realtà ed oggi sei ragazzi lavorano nella cooperativa che offre servizi nei settori del turismo, confezionamento, gestioni dei lidi balneari e manutenzione ambientale

di Emiliano Moccia

Quando si sono recati alla Pinacoteca di Barletta per ammirare e conoscere più da vicino le opere dell’artista Giuseppe De Nittis, i visitatori si sono ritrovati davanti a delle guide speciali. A delle giovani guide emozionate ma molto preparate. Perché in occasione del 176° anniversario della nascita del pittore impressionista, a far scoprire le bellezze e la storia dei dipinti conservati a Palazzo della Marra sono stati alcuni ragazzi con autismo o neurodiversità. Sono loro, infatti, che dopo aver studiato tanto per formarsi anche come guide turistiche hanno curato le visite ai capolavori dell’artista nato proprio a Barletta. Del resto, la cooperativa sociale Work-Aut Lavoro e Autismo è nata poco meno di un anno fa con «l’obiettivo di costruire una cultura per l’inclusione lavorativa in base alle varie forme di disabilità, ai vari gradi di compromissione, offrendo opportunità occupazionali concrete e l’acquisizione di competenze». Stefania Grimaldi è madre di un ragazzo di 17 anni con autismo e conosce molto bene i disagi che possono ricadere non solo sui loro figli, ma su tutto il nucleo famigliare. Ed i due anni di chiusura forzata provocata dalla pandemia non hanno fatto altro che acuire le ferite, quel senso di solitudine e di emarginazione.

«Chi convive con il problema dell’autismo vive in un lockdown continuo» racconta Grimaldi. «La chiusura forzata in casa, a causa dell’emergenza Covid, e la noia risultata dal lungo periodo di lockdown, avevano provocato grande malessere e forme di depressione tra i ragazzi con autismo che non frequentavano più la scuola. Avevano perso ogni forma di socializzazione, di svago, di interesse. Non uscivano più neanche per andare a fare una passeggiata o a prendere qualcosa al bar. Tutte le abilità conquistate con tanti anni di sacrificio, costruendo tassello dopo tassello il loro livelli di autonomia, erano state annullate. Di conseguenza, con le mamme ed i papà del “Comitato Genitori per la Neurodiversità” abbiamo capito che dovevamo provare a fare qualcosa per i nostri ragazzi».

Se prima, infatti, i genitori lottavano affinché «fosse garantita l’inclusione scolastica, adesso che i figli crescono e non sono più in età scolare si lotta per garantire l’inclusione lavorativa». Di qui, l’idea di muoversi per piccoli passi, di costituire una cooperativa sociale per dare le prime risposte lavorative, iniziando a mettere mani nelle cose più fattibili, sfruttando anche la conoscenza di aziende sensibili al tema. Come l’Agritalia di Barletta. «Tutto è nato da una semplice chiacchierata con il titolare della ditta, Michele La Porta, che ha messo a disposizione i suoi spazi. Il Progetto “Aloe per Work-Aut” è stata la prima concreta occasione di sperimentare diverse attività propedeutiche di apprendistato lavorativo, fondamentale per raggiungere un vero inquadramento professionale finalizzato alla contrattualizzazione lavorativa» spiega Grimaldi. «I ragazzi coinvolti hanno confezionato ed imballato le piantine di Aloe ed hanno poi provveduto anche alle consegne a domicilio. Abbiamo pensato all’Aloe perché è una pianta grassa, scomoda per certi versi, ma se si va oltre l’apparenza si possono vedere i suoi effetti benefici e la sua bellezza. Come nel caso dei ragazzi con autismo».

Da quel momento in poi la cooperativa Work-Aut ha preso coraggio e consapevolezza, intuendo che il percorso di inclusione lavorativa poteva essere sì duro da percorrere, ma un obiettivo concreto da raggiungere. Come hanno dimostrato i vari progetti sviluppati in questi mesi. «Al momento nella nostra cooperativa sociale di tipo B lavorano sei ragazzi, cinque maschi ed una donna. Sono iscritti a titolo di lavoratori e vengono pagati per ogni ora di lavoro effettuata. Stiamo crescendo ed anche se oggi non guadagnano ancora tantissimo il loro entusiasmo è davvero coinvolgente. Vengono da Barletta, Trani, Molfetta, Bisceglie. Si sono messi in gioco con grande entusiasmo, anche perché per ogni iniziativa seguono prima un corso di formazione per essere in grado di svolgere nel migliore dei modi la commessa ricevuta». Formazione, tutoraggio, accompagnamento al lavoro. Sono gli ingredienti fondamentali che la cooperativa mette in campo per ogni intervento.

Come quando hanno lavorato come guide in Pinacoteca per parlare delle opere di De Nittis. O come quando hanno confezionato i torroni, il caffè, l’uva, le uova di Pasqua, i bauletti di Natale. Turismo, confezionamento, distribuzione di merci, gestione di lidi balneari e manutenzione ambientale sono alcuni dei settori di intervento di Work-Aut che opera nel territorio con una filosofia ben precisa: «Non vogliamo compassione, non chiediamo l’elemosina. Vogliamo lavorare perché siamo bravi, perché ci sono risorse umane valide e competenti che non possono restare nell’ombra» evidenzia Grimaldi. «Il nostro obiettivo è quello di capire qual è la reale inclinazione dei ragazzi per poterla trasformare in lavoro. Intanto, si formano, si impegnano e guadagnano attraverso il loro lavoro. La nostra speranza è di fare connessioni, collegamenti tra le varie realtà presenti, per riuscire ad inserire i nostri giovani nelle diverse imprese del territorio».

Anche perché le richieste da parte dei genitori aumentano sempre di più, in una provincia – come quella della BAT – in cui sono circa 120 le famiglie con figli affetti con autismo o neurodiversità. «Siamo tutte mamme tenaci» conclude Grimaldi «che non mollano mai. E vogliamo dimostrare che le cose belle si possono fare, che dai talenti dei nostri ragazzi possono nascere occasioni di lavoro e percorsi per una piena inclusione sociale». Per saperne di più: www.workaut.org

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