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Ucraina: 300 euro al mese a profugo, ecco l’ordinanza della Protezione civile

L'ordinanza 881 definisce l'organizzazione della nuova accoglienza diffusa che metterà a disposizione fino a 15mila posti, tramite affidamento diretto al Terzo settore. Riconosciuto un contributo di sostentamento di 300 euro al mese per chi ha trovato autonoma sistemazione. Sono 475 i minori stranieri non accompagnati ucraini: previsto temporaneo aumento del 25% della capienza delle comunità per under14

di Sara De Carli

Dopo la firma, attesa più di un mese e avvenuta ieri, del Dpcm che regola il tema della protezione temporale per i cittadini ucraini, ecco oggi l’ordinanza 881 di Protezione Civile che ne discende e che dà attuazione anche a quell’accoglienza diffusa che viene si tenta per la prima volta di mettere a sistema, tratteggiata nell’articolo 31 del DL 21/2022. L’ordinanza 881 è stata presentata nel pomeriggio da Fabrizio Curcio, Capo del Dipartimento della Protezione Civile, da Francesca Ferrandino, Capo Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’Interno e da Wladimiro Boccali, membro del Gabinetto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, esperto per il Terzo settore ed economia sociale, con un intervento da remoto di Vanessa Pallucchi, portavoce del Forum del Terzo settore e vicepresidente del Consiglio Nazionale del Terzo settore.

La protezione temporanea
Il Dpcm recepisce la decisione del Consiglio Ue del 4 marzo e fissa proprio a partire dal 4 marzo 2022 la decorrenza della protezione temporanea, con durata di un anno. I beneficiari sono gli sfollati dall'Ucraina a partire dal 24 febbraio 2022: vi rientrano non solo i residenti in Ucraina, ma anche cittadini di Paesi terzi che beneficiavano di protezione internazionale e i loro familiari. È consentito ai cittadini ucraini già presenti in Italia il ricongiungimento con i propri familiari ancora presenti in Ucraina. Il permesso di soggiorno ha validità di un anno e può essere prorogato di sei mesi più sei, per un massimo di un anno. Consente l'accesso all'assistenza erogata dal Ssn, al mercato del lavoro e allo studio.

L’accoglienza diffusa
L’articolo 31 del decreto legge 21 del 21 marzo 2022 inserisce nel nostro sistema di accoglienza una nuova modalità, che si affianca e si aggiunge a quelle canoniche dei CAS e dei SAI. Si tratta di 15mila posti messi a disposizione in collaborazione con il Terzo settore, in forma allargata (gli enti del Terzo settore, i Centri di servizio per il volontariato, gli enti e le associazioni iscritte al registro di cui all' articolo 42 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 e gli enti religiosi civilmente riconosciuti). Il decreto demandava a successiva ordinanza della Protezione Civile la definizione delle forme e le modalità organizzative di questa nuova accoglienza diffusa. Curcio ha annunciato un imminente avviso per una manifestazione di interesse, per raccogliere da tutti questi enti la loro disponibilità. L’avviso stabilirà anche i criteri per l’accoglienza e le tariffe massime pro capite per die che però – era scritto nel decreto e ha già detto – saranno allineate con quelle del Ministero dell’Interno, per non creare diversità economiche per un servizio». Rispondendo alle domande dei giornalisti, ha confermato la cifra di 33 euro pro capite per die. Dopo la manifestazione di interesse e la valutazione delle disponibilità, ci sarà la stipula di una convenzione con singola associazione che attiverà l’accoglienza. «Mettiamo a disposizione del livello territoriale una sorta di raccolta di disponibilità fatta a livello nazionale», ha detto Curcio.

«Abbiamo messo in campo una forma di co-programmazione come prevede la legge, come nuovo strumento di rapporto tra pubblico e privato sociale», ha sottolineato Wladimiro Boccali. «Chiediamo una grande responsabilità agli enti di Terzo settore e ci interfacciamo con le reti – a titolo esemplificativo Caritas, Arci, il sistema della cooperazione sociale – il che non vuol dire che i soggetti che offrono disponibilità all’accoglienza devono essere per forza già dentro a queste reti, ci può essere la piccola associazione, la singola famiglia o una serie di famiglie che si mettono insieme, ma chiediamo a questi soggetti di dare disponibilità dentro delle reti che lo Stati già conosce. Se questo modello che stiamo mettendo in piedi adesso funziona, può funzionare per l’accoglienza che costantemente gestiamo nel nostro paese».

Anche per i posti aggiuntivi nei CAS e nei SAI, ha detto Francesca Ferrandino, «sono state adottate disposizioni che semplificano le procedure di aggiudicazione dei contratti», così che potranno essere realizzati in tempi consoni a quelli che l’emergenza ci chiede.

Il contributo di sostentamento
Delle circa 72mila persone entrate in Italia, al netto di quelle che sono solo transitate, la stragrande maggioranza è ancora nella rete amicale e parentale, ha detto Curcio. «Uno dei punti cruciali per la sostenibilità dell’accoglienza è mantenere questa rete attiva». Ecco allora che gli ucraini che hanno fatto richiesta di protezione temporanea e che abbiano trovato una autonoma sistemazione, riceveranno un contributo di sostentamento una tantum pari a 300 euro mensili pro capite per la durata massima di tre mesi decorrenti dalla data d'ingresso in Italia». In caso ci siano dei minori accolti, «in favore dell'adulto titolare della tutela legale o affidatario, è riconosciuto un contributo mensile di 150 euro per ciascun figlio di età inferiore ai 18 anni». Tre gli assi della misura: celerità dell’erogazione, perché la necessità è oggi; sicurezza della individuazione del beneficiario; temporaneità del contributo, per 90 giorni al massimo. L’erogazione avverrà cash presso un soggetto finanziario di prossima individuazione.

La piattaforma #OffroAiuto
È online #OffroAiuto, la piattaforma del Dipartimento della Protezione Civile che consente a cittadini, aziende ed enti del Terzo Settore o del Privato Sociale di offrire beni, servizi e alloggi per sostenere la popolazione ucraina (vi si accede da offroaiuto-emergenzaucraina.protezionecivile.gov.it). L’obiettivo è creare un database che consenta anche di rispondere in modo dinamico alle diverse esigenze che possono emergere nel tempo, nell’ambito di uno scenario emergenziale in continua evoluzione. L’offerta è differenziata e destinata alla finalizzazione dell’offerta dell’aiuto: ad esempio «al cittadino sono richiesti servizi e disponibilità di accoglienza ma non di beni perché per noi il tema dei beni deve essere veicolato in altro modo», ha spiegato Curcio, mente al contrario gli enti di Terzo settore sulla piattaforma non possono inserire disponibilità all’accoglienza perché per quello c’è il percorso di accoglienza diffusa descritto prima.

I minori stranieri non accompagnati
Francesca Ferrandino, che l’ordinanza della Protezione Civile n. 876 del 13 marzo 2022 ha nominato come Commissario delegato per i minori non accompagnati, ha evidenziato per l’ennesima volta la necessità che tutti i minori non accompagnati vengano segnalati alle Questure, per consentire il tempestivo intervento dei Tribunali per i minorenni e delle Procure della Repubblica, a tutela dei minori e nel loro superiore interesse. «L’inserimento di tutte queste situazioni nella Banca Dati del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali è un imperativo categorico perché ci dà la possibilità di seguire questi minori passo a passo». Al momento sono 475 i minori ucraini riconosciuti tali e registrati nel sistema, ma sono in aumento. Una buona parte è in affido in famiglie. L’articolo 8, al fine di rafforzare il sistema di accoglienza dei minori provenienti dall’Ucraina, prevede che per la durata dello stato d'emergenza, tenuto conto dell'eccezionale afflusso di minori dall’Ucraina, le comunità per minori autorizzate o accreditate all’accoglienza di minori con meno di 14 anni, possono derogare ai parametri di capienza previsti dalle disposizioni normative e amministrative delle Regioni, delle Province Autonome o degli Enti locali nella misura massima del 25% dei posti fissati dalle medesime disposizioni.

Foto Flick, Protezione Civile

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