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Le ong a Draghi: «L’Italia e l’Ue riprendano, come prima priorità, la strada del disarmo»
Le organizzazioni LINK 2007 e AOI hanno inviato una lettera a Mario Draghi e tutti i Parlamentari su spesa militare, cooperazione, disegno europeo, disarmo: «Siamo convinti che la migliore difesa del nostro Paese, dell’Ue e dell’intera umanità possa essere ottenuta non con il continuo riarmo ma attraverso il progressivo disarmo negoziato e concordato, ridando ruolo alla Politica nelle relazioni internazionali senza illusorie scorciatoie militari e di potenza che, anche in questi ultimi decenni, hanno dimostrato i loro tanti limiti»
di Redazione
Le organizzazioni LINK 2007 e AOI hanno inviato una lettera a Mario Draghi e tutti i Parlamentari su spesa militare, cooperazione, disegno europeo, disarmo.
"Egregio Presidente del Consiglio, Onorevoli Senatrici e Senatori, Onorevoli Deputate e Deputati, renderemo pubblica questa lettera perché il tema riguarda il modo in cui l’Italia intende affrontare il proprio futuro, come Paese, nell’Unione Europea, nelle Alleanze a cui partecipa, in seno all’Organizzazione delle Nazioni Unite", si legge nella lettera. "Molte parole sono state spese senza superare la visione della mera temporaneità o urgenza invece di inquadrarle in una visione del nostro futuro da costruire ora, rimediando ai gravi ritardi accumulati. Molti impegni sono stati assunti, anche solennemente, senza trovare attuazione se non la loro riconferma a sua volta ripetutamente inattuata. Non sempre c’è stata un’approfondita
valutazione dell’attualità e validità di tali impegni internazionali per la costruzione del nostro futuro e quindi delle priorità che devono essere assunte.
Lei, presidente Draghi, con il sostegno della maggioranza della Camera, si è impegnato a portare il bilancio della Difesa al 2% del RNL rispetto all’attuale 1,22% con un’ulteriore spesa di ben € 16,5 miliardi. Si tratta di un impegno assunto con la Nato da attuare entro il 2024, è stata
la giustificazione. Vogliamo ricordare a Lei e ai Membri del Parlamento un altro impegno altrettanto importante, assunto in sede nazionale, di Consiglio Europeo e di Nazioni Unite, da attuare entro il 2015 (Obiettivi del Millennio) ma scadenzato poi al 2030 (Agenda 2030): la spesa dello 0,70% del RNL per l’assistenza e la cooperazione internazionale allo sviluppo. “Cooperazione” è la parola chiave. Proprio per promuovere i nostri interessi nel mondo essa va nobilitata e resa trasversale, a nostro avviso, ad ogni atto politico dell’Italia nei rapporti internazionali. Deve rimanere il cardine delle relazioni a livello economico, politico, culturale, ambientale, dei diritti, dello sviluppo, della lotta alla povertà, della sicurezza. Cooperazione significa anche pace.
Sia quindi attuato questo impegno senza ulteriori ingiustificabili ritardi. L’articolo 30 della legge 125/2014 impone il graduale adeguamento in linea con gli impegni internazionali assunti – cioè lo 0,70% del RNL – delle risorse per la cooperazione allo sviluppo. Il Parlamento definisca ora, con cifre e date, il significato di tale “graduale adeguamento” che finora ha significato diminuzione piuttosto che aumento delle risorse. Le nostre organizzazioni di cooperazione e solidarietà internazionale hanno lanciato la Campagna 070 chiedendo che sia garantita in merito coerenza politica.
La Difesa è fondamentale e riguarda tutti i cittadini, come afferma la nostra Costituzione. Siamo però convinti che ogni significativo rafforzamento delle Difese nazionali, invece della costruzione di una Difesa comune europea, contribuirebbe al ritardo della costruzione di quel disegno politico federale europeo a cui gli Stati membri sono comunque destinati e di cui si sente sempre più il bisogno.
Siamo inoltre convinti che la migliore difesa del nostro Paese, dell’Ue e dell’intera umanità possa essere ottenuta non con il continuo riarmo ma attraverso il progressivo disarmo negoziato e concordato, ridando ruolo alla Politica nelle relazioni internazionali senza illusorie scorciatoie militari e di potenza che, anche in questi ultimi decenni, hanno dimostrato i loro tanti limiti. Ciò vale per l’Italia, l’Ue e la stessa Alleanza di difesa atlantica.
Vorremmo che l’Italia e l’Ue riprendessero, come prima priorità, la strada del disarmo, proponendola alle potenze militari e all’intera comunità internazionale attraverso un dialogo politico costruttivo, rispettoso, alla pari e senza mire egemoniche che si riprodurrebbero a catena. Se ne faccia promotore, signor Presidente, in seno all’Ue e alle Istituzioni multilaterali. Siatene sostenitori, onorevoli Membri del Parlamento. Il tempo è questo, nonostante le apparenze contrarie. Non si tratta della posizione del “non fare”, essendo le nostre organizzazioni e le nostre persone totalmente indirizzate al “fare”: fare le cose giuste, con efficienza ed efficacia e con una visione del mondo che mette al centro le persone e le loro potenzialità per il bene comune.
Ugualmente, vogliamo che il nostro Paese e i Paesi Ue facciano le cose giuste, guardando all’oggi e insieme al futuro nostro e dell’umanità, evitando errori che peserebbero sulla nostra e le future generazioni".
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