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La vergognosa unanimità dell’aumento delle spese militari

Un ordine del giorno della Camera dei deputati dà il via libera all'aumento delle spese militari fino al 2% del Pil. Il testo è stato sottoscritto da Pd, Fi, Iv, M5S e FdI. Una scelta inaccettabile perché in tal modo si segnala e si riafferma una continuità preoccupante con le scelte di questi anni in cui nonostante le crisi economiche e le pandemie si è tagliato tutto: scuola, welfare, sistema sanitario, formazione, ma mai un euro sulle spese militari

di Andrea Morniroli

La Camera dei Deputati ha dato il suo via libera all'aumento delle spese militari fino al 2% del Pil, approvando un Ordine del giorno presentato dalla Lega Nord e collegato al decreto "Ucraina". I voti a favore sono stati 391 su 421 presenti con 19 voti contrari. Il testo è stato sottoscritto da Pd, Fi, Iv, M5S e FdI. Non so se l'ordine del giorno si materializzerà in atti concreti ma è un segnale di una pulsione e di un atteggiamento che va censurato da subito. Senza se e senza ma.

Va censurato perché in un momento in cui si dovrebbe tornare a investire tanto e in modo strutturale per ricostruire un Paese che tenga al centro le persone e i loro diritti, la lotta a disuguaglianze e povertà, e gli interventi necessari per un futuro di giustizia sociale e ambientale, invece il Parlamento, con una quasi vergognosa unanimità, propone di dare priorità alle spese militari, proponendo un obiettivo che significa spostare sul bilancio dello stato 12 miliardi in più su questo che vanno a sommarsi ai 68 milioni di euro al giorno che già si spendono oggi.

Va censurato perché in tal modo si segnala e si riafferma una continuità preoccupante con le scelte di questi anni in cui nonostante le crisi economiche e le pandemie si è tagliato tutto: scuola, welfare, sistema sanitario, formazione, ma mai un euro sulle spese militari.

Va censurato perché il voto di ieri non è accettabile neanche dal punto di vista etico. Perché la sensazione è che questo aumento di spesa sia stato proposto ora, sull'onda dell'emozione e dello sdegno per l'inaccettabile invasione russa, usando il dolore delle donne e degli uomini ucraini per assecondare le lobby delle armi. E va censurato, con più forza, il voto a favore da parte di quelle forze politiche che si dicono democratiche e progressiste.

Quello che stiamo vivendo è un momento drammatico che ha radici antiche in tempi in cui la ricerca della pace e della convivenza non sono mai state centrali ma hanno lasciato il posto a relazioni internazionali orientate dagli interessi economici e finanziari e non certamente dai destini dei popoli.

Oggi non si può rispondere alla guerra con scelte di guerra ma con la forza delle sanzioni economiche e con investimenti politici per la riaffermazione del dialogo come chiave della risoluzione delle tensioni internazionali. Con un’Europa capace di sottrarsi alla subalternità alla Nato per costruire una sua voce autorevole autonoma. Tutto il resto appare come strumentale e ipocrita. Stride con le parole di pace e accoglienza con cui molti di quelli che ieri hanno votato a favore si riempiono la bocca.


In foto: un disegno dei bambini del Donbass. La scritta dice: "Siamo solo per lapace"

L'autore è membro della cooperativa sociale Dedalus di Napoli


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