Comitato editoriale
Prepariamo i volontari alla nuova sanità
Il neo presidente della Fondazione, Giuseppe Genduso, parla della formazione «che ha permesso a tutto il movimento Abio di tenere durante la pandemia» e di come anche quando le normali attività erano ferme il flusso di domande da parte di aspiranti volontari non si sia mai fermato. Dall’impegno negli hub vaccinali a quello per il futuro
Un filo rosso quello tra Fondazione Abio e il suo neo presidente Giuseppe Genduso che si è allacciato nel 2007 quando era direttore sanitario del San Gerardo di Monza e aveva lavorato con la Fondazione alla messa a fuoco della Carta dei diritti del bambino in ospedale. Un rapporto che si è rinsaldato negli anni dopo che ha chiuso la sua carriera da direttore sanitario del Niguarda di Milano. «Durante la pandemia ho partecipato al gruppo tecnico di lavoro: bisognava mettere a fuoco le nuove linee guida, riconfigurare le attività», ricorda Genduso.
Nella foto da sx il presidente Giuseppe Genduso e il suo predecessore Vittorio Carnelli
Gli ultimi due anni per i 5mila volontari delle associazioni Abio, con i reparti chiusi e l’impossibilità di svolgere le attività solite, sono stati difficili: «Ma il movimento ha tenuto. La pandemia poteva colpire lo spirito dei volontari, ma il nostro tratto distintivo, la formazione, ha permesso di tenere e di ripensare le attività anche da remoto. Di fatto», insiste il presidente «lo spirito Abio non si è mai interrotto». Proprio su questo lo staff di Abio ha lavorato con il predecessore di Genduso, il professor Vittorio Carnelli che un anno fa (leggi la news) raccontava le ragioni della nascita della Pad – la presenza a distanza con l’utilizzo della tecnologia.
A testimoniare la buona salute di Abio il flusso di domande da parte di aspiranti volontari, che non si è mai interrotto, e la risposta immediata alla richiesta di occuparsi dell’accoglienza agli hub vaccinali pediatrici. «Noi non siamo una realtà nata per le emergenze, ma nonostante il breve preavviso abbiamo sprigionato la fantasia per immaginare come accogliere i bambini e dove non si poteva essere presenti abbiamo pensato agli arredi della sala e dato i gadget per i bambini al personale sanitario», continua sottolineando come l’accoglienza in un percorso sanitario non si deve più limitare ai reparti pediatrici».
Il presidente Genduso ha in mente un «nuovo stile del volontariato. Dopo la pandemia non si tornerà al passato, occorre andare avanti. Dobbiamo risintonizzarci, dare forma alla ripartenza formando i volontari» conclude il neo presidente che guarda anche alle Case della Comunità del Pnrr: «Dobbiamo pensare che i nostri volontari potranno essere utili alla pediatria di base e ai nuovi percorsi… Insomma dobbiamo formarci per il futuro e far evolvere le linee guida anche stabilendo dei protocolli d’intesa con le autorità sanitarie».
In apertura volontarie Abio in un hub vaccinale – Immagini fornite da Ufficio stampa
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