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Sul confine polacco: «Le famiglie spaccate dalla guerra che distrugge l’Ucraina»
Oltre un milione e 200mila profughi hanno superato il confine polacco. «C’è una mobilitazione incredibile dei cittadini polacchi che stanno accogliendo famiglie intere. Il governo insieme alle ong presenti e alle associazioni locali ha messo in piedi una macchina molto ben organizzata», dice Guido Calvi, emergency coordinator di Fondazione Avsi. «Serve che questo sforzo sia sostenuto in tutti i modi possibili». La fondazione lavora anche a Leopoli in Ucraina, attraverso la Caritas locale, e sul confine romeno. Il video
di Anna Spena
Gli ucraini che hanno superato i confini del Paese, ad oggi, sono due milioni. Due milioni dal 24 febbraio significa un fiume umano di persone che scappa per provare a salvarsi la vita.
Le stime dicono che i profughi potrebbero arrivare fino a 10 milioni. Persone che hanno preso qualche maglione pesante, i figli, gli animali domestici e si sono riversate con ogni mezzo a loro disposizione, in molti anche a piedi, sui confini dei Paesi più vicini: Polonia, Ungheria, Slovacchia, Moldavia, Romania. Sui confini si sono posizionate anche le ong, le associazioni locali, i privati cittadini. Lo hanno gatto per accogliere e per supportare chi arriva. Tutti ancora un po’ increduli, nel 2022 una guerra in Europa sembrava impossibile. E invece oggi con quell’impossibile dobbiamo fare i conti.
Fondazione Avsi lavora a Leopoli, attraverso la caritas locale, qui si riversano gli sfollati interni, provenienti dall'Ucraina orientale. La città è diventata il centro operativo dove arrivano i beni di prima necessità e che poi vengono distribuiti, come si può, nel resto Paese. La fondazione è presente anche in Romania e in Polonia.
«In Polonia stiamo collaborando con Avis Polska ed è in partenariato con Caritas Lublino e con le municipalità di Chelm e Wegrow», racconta Guido Calvi, emergency coordinator di Fondazione Avsi, che fa la spola tra il confine polacco e quello romeno. «Forniamo e trasportiamo all’interno della Polonia e dalla Polonia all’Ucraina beni essenziali alimentari e non, inclusi i medicinali, sosteniamo e aiutiamo nel trasporto delle persone sfollate dalla frontiera ai centri di transito e di accoglienza, censiamo e registrazione delle famiglie presenti nei centri di accoglienza per garantire tracciabilità e supporto personalizzato». Più di un milione e 200mila profughi sono passati per la Polonia.
«C’è una mobilitazione incredibile dei cittadini polacchi che stanno accogliendo famiglie intere. Il governo insieme alle ong presenti e alle associazioni locali ha messo in piedi una macchina molto ben organizzata. Ma con questi numeri la situazione non rientrerà presto. Serve che questo sforzo sia sostenuto in tutti i modi possibili. Dobbiamo anche iniziare a pensare a lungo termine, lo spostamento medio di chi scappa da una crisi o una guerra è di 20 anni».
Prima immagine Medyca, confine polacco.
Credit Foto e Video Davide Arcuri per Avsi
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