Famiglia

Con il decreto sostegni ter arriva il fondo “ristori educativi”

Save the Children soddisfatta per il varo del "Fondo Ristori Educativi” introdotto ieri dalla Commissione Affari Sociali della Camera nel decreto "Sostegni ter". Il fondo è un pacchetto gratuito di opportunità exta-scolastiche rivolto a studenti e studentesse in grave svantaggio economico. La cifra stanziata (667mila euro per il 2022 e 1.333.000 per il 2023) è limitata rispetto al bisogno, ma permetterà di sperimentare un nuovo modello di intervento educativo

di Redazione

«È istituito, nello stato di previsione del Ministero dell’istruzione, il Fondo per i ristori educativi, da destinare alla promozione di iniziative di recupero e di consolidamento degli apprendimenti relativi alle ore di scuola in presenza perse da parte degli studenti che sono stati soggetti a misure di isolamento dovute all’infezione da SARS-CoV-2, attraverso attività gratuite extra scolastiche, quali attività culturali, attività sportive, soggiorni estivi, sostegno allo studio e sostegno psicologico. La dotazione del Fondo è di 667.000 euro per l’anno 2022 e di 1.333.000 euro per l’anno 2023. Con decreto del Ministro dell’istruzione sono definiti le modalità e i criteri di ripartizione del Fondo». La copertura avviene con corrispondente riduzione del Fondo per l’arricchimento e l’ampliamento dell’offerta formativa e per gli interventi perequativi.

È questo il testo dell’emendamento all’Art. 5 del DL 1/2022 “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza COVID-19, in particolare nei luoghi di lavoro, nelle scuole e negli istituti della formazione superiore”, all’esame per conversione della Commissione Affari Sociali della Camera. L’emendamento, approvato ieri dalla Commissione, istituisce un Fondo per i ristori educativi. È a prima firma di Paolo Lattanzio (Pd) ed è stato sottoscritto da Siani, Spena, Bagnasco, Villani, Sportiello, Ianaro, D’Arrando, Nitti, Bologna, Patelli, Bubisutti, Trizzino, Fornaro, Noja. La relatrice Elena Carnevali ha dato parere favorevole.

“È un provvedimento rilevante, perché, a due anni di distanza dall’inizio della pandemia si riconosce che il danno prodotto dalla crisi non è solo quello economico, ma è anche una perdita educativa che oggi pesa sulle spalle dei bambini e degli adolescenti», commenta Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children. Il fondo “ristori educativi” permetterebbe di attuare gratuitamente opportunità exta-scolastiche (attività culturali, attività sportive, soggiorni estivi, sostegno allo studio, sostegno psicologico) per studenti e studentesse in condizioni di grave svantaggio economico. L’obiettivo è consentire loro di vivere esperienze educative e culturali di qualità che rafforzino la motivazione e l’autostima e prevengano la dispersione scolastica e, quindi, la povertà educativa.

Proprio pochi giorni fa, l’Organizzazione che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, aveva lanciato un appello parlando di una “generazione sospesa” a causa della pandemia. I dati della emergenza educativa sono drammatici: i ragazzi e le ragazze tra i 15 e i 29 anni fuori da istruzione, formazione e lavoro (NEET) sono 2,1 milioni, il 23,3%, la percentuale più alta in Europa; l’Invalsi ha registrato un sensibile calo delle competenze di base tra gli studenti che hanno subito gravi interruzioni della didattica in presenza, mentre i dati Istat del 2020 stimano che il 13,1% dei 18-24enni ha abbandonato la scuola senza ottenere nessun titolo di studio. Un provvedimento quindi che arriva in una fase storica caratterizzata da un forte aumento del numero dei minori in povertà assoluta (1.337.000 le bambine, i bambini e gli adolescenti sotto la soglia minima in Italia) e nella quale molte famiglie, a causa dell’inflazione e dei costi energetici, non hanno risorse da dedicare alle attività educative dei figli.

La cifra stanziata per i “ristori” appena approvati è molto limitata rispetto alle effettive necessità, ma potrà certamente servire a sperimentare un nuovo modello di intervento educativo personalizzato da inserire all’interno della programmazione delle risorse ordinarie per lo sviluppo dei Patti educativi di Comunità, facendo dunque da volano per altri finanziamenti. Il piano personalizzato di ristoro educativo dovrà essere definito in modo partecipato con gli stessi ragazzi e ragazze coinvolti ed essere finalizzato a consentire loro di vivere esperienze educative e culturali di qualità che rafforzino la motivazione e l’autostima e prevengano la dispersione scolastica e, quindi, la povertà educativa. «Come Save the Children – conclude Raffaela Milano – ci impegneremo ora a coinvolgere le bambine, i bambini e gli adolescenti nella definizione concreta di queste opportunità con proposte da presentare al Ministero dell’Istruzione, per fare in modo che questa iniziativa prenda in seria considerazione le loro reali esigenze».

«Il nostro emendamento al decreto 1/2022 sui Ristori Educativi, votato oggi, è importante perché finalmente riconosce che i danni della pandemia peggiori li hanno subiti soprattutto i ragazzi e le ragazze. Non c’è dubbio che la Dad, per quanto fatta con dedizione da alcuni professori, abbia comportato perdite educative, culturali e soprattutto socio-relazionali. Gli studenti e le studentesse si sono trovati ad affrontare una doppia mancanza: di apprendimento e di relazioni comunitarie. La proposta emendativa, costruita con le associazioni che si occupano di infanzia, istituisce presso il ministero dell’Istruzione, a partire dal prossimo anno, un fondo speciale di 2 milioni di euro da destinare a “Ristori educativi”: attività gratuite culturali, sportive, soggiorni estivi, sostegno sulla base delle ore di insegnamento perse in questi due anni. Nei prossimi mesi si lavorerà per avere una mappatura chiara dei gap e dei territori su cui intervenire. Come richiesto in particolare da Save the Children, non prevede forme di ristoro in denaro ma in opportunità educative e di arricchimento con un coinvolgimento molto alto del Terzo settore e delle sue eccellenze territoriali che si occupano già di povertà educativa e partecipazione», commentano in una nota i deputati del Partito Democratico Paolo Lattanzio e Paolo Siani, membri della Commissione Cultura.

«Come ha giustamente sottolineato Franco Lorenzoni» ha spiegato Lattanzio «in Italia la dispersione scolastica è risalita al 14% e, in questi ultimi due anni, oltre un milione di bambini e ragazzi, già in difficoltà a causa del contesto degradato, sono rimasti isolati ed esclusi da ogni proposta didattica, mentre le loro famiglie scivolavano nella povertà. I ristori educativi non sono solo un intervento riparativo ma servono anche a costruire senso di comunità e appartenenza e a colmare i più evidenti divari sociali. Un intervento che non è universalistico: noi non daremo 100 euro a chiunque ma compenseremo i giorni di scuola persi con attività formative adeguate in base alle necessità effettive e alla situazione di partenza”.
«Un modo per far sentire ai ragazzi che più hanno sofferto in questi anni la vicinanza della politica», ha commentato Siani. «Raramente la politica si è preoccupata delle esigenze dei nostri studenti che sono stati costretti a perdere giorni di scuola e di socialità, a loro va assicurato un pieno recupero di ogni attività e un sostegno vero anche nei prossimi anni quando saremo fuori dalla pandemia», ha concluso.

Lattanzio, inoltre, intende lanciare una call attiva rivolta sia al corpo docente che studentesco, «un modello di confronto operativo e sano con l’obiettivo di raccogliere idee da fornire al ministro dell’Istruzione Bianchi che da subito ha approvato questa proposta».

La nota dei due deputati Pd conclude: «Con il gruppo Pd in Commissione Infanzia abbiamo sempre tenuto un posizionamento politico forte nella convinzione che fosse necessario mettere al centro l’infanzia per il rilancio del sistema Paese. I Ristori educativi sono quindi un passaggio fondamentale perché incidono direttamente sulla vita dei ragazzi e delle ragazze e non soltanto dal punto di vista emergenziale ma anche,con un fondo dedicato, in prospettiva».

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.