Formazione
Pensioni di invalidità: sorpresa, adesso fanno reddito
Una amara sorpresa per le persone con disabilità che hanno già fatto il nuovo Isee: la quota della pensione d'invalidità che supera i 280 euro viene conteggiata come reddito facendo alzare l'Isee e generando situazioni di sfavore. Falabella (FISH): «Basta accanirsi contro i più deboli»
di Redazione
«È a dir poco inaccettabile togliere in altro modo ciò che una Sentenza della Consulta aveva stabilito di dare due anni fa. È una cosa assurda, ogni volta dobbiamo difenderci dai soprusi di una Pubblica Amministrazione che invece di rendere più semplice la vita dei più deboli, ci si accanisce contro»: è sconcertato e sconfortato Vincenzo Falabella, presidente della FISH, dinanzi all'ultima (brutta) sorpresa cha arriva per le persone con disabilità, nemmeno due mesi dopo la questione della sospensione dell'assegno di invalidità agli invalidi vicili che lavorano.
La novità di questi giorni riguarda gli aumenti della pensione di invalidità civile totale, ai ciechi civili assoluti e ai sordi. La sentenza 152 del 2020 della Corte Costituzionale aveva prodotto due anni fa un aumento di tali pensioni (poco più di 291 euro al mese per il 2022), fino a un massimo di oltre 368 euro, a seconda dell’entità dei redditi conteggiati nell’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), fino ad un azzeramento dell’aumento stesso al raggiungimento di un ISEE di 8.583,51 euro. La successiva Circolare n. 107 dell’INPS aveva reso attuativo quanto disposto dalla Sentenza della Consulta.
«Ora accade però che quegli aumenti vengano conteggiati nell’ISEE. Le persone se ne sono accorte in queste settimane, quando hanno richiesto il nuovo ISEE. L'ISEE, aumentando a propria volta, può portare in pratica a vedersi vanificare l'aumento concesso. E questo benché la Legge 89 del 2016 abbia escluso con chiarezza dal conteggio dell’ISEE tutti i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari percepiti da amministrazioni pubbliche in ragione della condizione di disabilità», denuncia Falabella.
I prossimi passi? «C'è urgente necessità che l’intera cifra rientri nella "vecchia" procedura, cioè che non venga considerato reddito», dice Falabella. «Già domani depositeremo presso l’INPS, l’Agenzia delle Entrate e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali un interpello urgente per capire esattamente da dove arrivi questa procedura e valutare in quale modo agire per riparare a una situazione che riteniamo del tutto inaccettabile».
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