Mondo

Sereni: il Covid-19? Ha reso ancora più evidente la necessità della cooperazione

A dirlo è stata la vice ministra degli Affari Esteri inaugurando il Codeway 2021 Digital Edition, dedicato alla Cooperazione allo Sviluppo Internazionale

di Redazione

«La pandemia da Covid-19 porta a rilanciare il concetto stesso della cooperazione. In un mondo globalizzato e con confini sempre più liquidi, nessuno può definirsi sano in un pianeta malato». È Marina Sereni, Vice Ministra degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale, ad aprire l’edizione digitale di Codeway – Cooperation Development Expo, la prima manifestazione fieristica italiana dedicata alla Cooperazione allo Sviluppo Internazionale, con un focus specifico su aziende e realtà profit impegnate nel settore.

L’appuntamento, organizzato da Fiera Roma con il supporto di Regione Lazio, Camera di Commercio di Roma, Unioncamere Lazio, è in programma da oggi a venerdì, fruibile gratuitamente registrandosi su codewayexpo.com .

«Credo che questa pandemia ci abbia insegnato», ha spiegato Sereni, intervenendo sul tema della prima giornata di lavori “Covid, sostenibilità e Sdgs, i nuovi paradigmi della Cooperazione Internazionale”, «ci sono sfide mondiali, che senza una cooperazione globale e strumenti multilaterali non possiamo risolvere. Non è possibile nemmeno per il Paese più potente e ricco del mondo. La cooperazione è dunque sì figlia di buoni sentimenti, ma anche di una scelta razionale: cooperare significa fronteggiare meglio minacce e pericoli».

La Vice Ministra ha sottolineato come per raggiungere gli obiettivi prefissati nell’Agenda 2030 sia necessario “un enorme sforzo umanitario” che chiama senz’altro a raccolta risorse pubbliche e donazioni dei cittadini, ma non solo. «I Paesi a basso e medio reddito», ha affermato Sereni, «ci chiedono non solo di essere generosi con loro, ma anche di indirizzare sempre maggiori risorse verso lo sviluppo, la possibilità di creare posti di lavoro, impresa, formazione, innovazione tecnologica. È una faccia relativamente nuova della cooperazione, che può e deve mobilitare anche le risorse private del sistema economico. L’Italia è un paese presente in molti contesti difficili e le molte imprese italiane che lavorano in Africa – dove l’Italia è uno dei principali investitori – possono essere impegnate non solo nell’aspetto business puro e semplice, ma anche ad accompagnare questo business con iniziative fatte assieme ai nostri partner africani, per creare condizioni di sviluppo sostenibile, che in qualche misura rendano migliore la prospettiva di vita per quelle popolazioni. La cooperazione deve affrontare di più questo tema. La diffidenza che c’era inizialmente, quando abbiamo approvato la legge 125 nel 2014, di fronte all’idea di dare anche a soggetti profit un ruolo nella cooperazione alla sviluppo, oggi è culturalmente superata. E servono occasioni, proprio come questa offerta da Codeway, che consentano incontro e reciproca conoscenza tra universi diversi come quelli di profit e non profit. Noi, come Italia, dobbiamo migliorare nel fare sistema paese: se riusciamo a mettere insieme tutti i soggetti che a vario titolo si trovano in un determinato territorio, possiamo costruire progettualità di cooperazione certamente più ambiziose, efficaci e robuste».

A livello mondiale si attribuisce un ruolo centrale alla cooperazione: l’Unione Europea nel Bilancio 2021-2027 dota di 79,5 miliardi di euro lo Strumento di vicinato e di cooperazione internazionale e allo sviluppo, Banca Mondiale ha già fatto sapere che la sostenibilità ambientale, economica e sociale di progetti e lavori sarà un prerequisito base per ottenere finanziamenti o realizzare lavori. Anche l’Italia dimostra un’attenzione crescente: la Vice Ministra degli Affari Esteri e Cooperazione Internazionale comunica importanti novità relativamente alla finanza alla cooperazione allo sviluppo contenute nella legge di bilancio in discussione. Dal 2022 fino al 2026 e oltre c’è un trend di aumento per le risorse destinate alla cooperazione: «Abbiamo innescato – ha detto Sereni- dei meccanismi di aumento, graduale, ancora modesto, ma concreto. La seconda novità – ha continuato la Vice Ministra -, che forse è ancora più interessante per le realtà profit, è che abbiamo introdotto una modifica dell’articolo 127 della legge 125, che è quello che riguarda Cassa Depositi e Prestiti. I fondi di CDP destinati alla cooperazione allo sviluppo sono significativi, ma abbiamo sperimentato in questi primi anni che non sono di facile utilizzo: la forma principale che veniva lì ipotizzata è quella dell’impresa mista, ma questo spesso risulta un ostacolo. Abbiamo dunque introdotto una serie di modifiche per consentire alle imprese di attingere a quelle risorse anche senza che ci sia la formula dell’impresa mista. È una semplificazione molto importante, che ci consente di aprire una fase nuova nell’utilizzo delle risorse di CDP che in questo momento sono essenziali per sostenere progetti consistenti di sviluppo sostenibile».

Moderati da Massimo Zaurrini, Direttore di Internationalia, sono intervenuti su “I nuovi paradigmi della cooperazione”: Wladimiro Boccali, Coordinatore di Codeway – Cooperation Development Expo; Luisa Romano, Regione Lazio; Elly Schlein, Vice Coordinatrice Commissione Affari Europei e Internazionali Conferenza delle Regioni-Vice Presidente Regione Emilia Romagna; Francesco Rocca, Presidente Croce Rossa Italiana; Giorgio Marrapodi, Direttore Generale DG Cooperazione allo Sviluppo – MAECI; Luca Maestripieri, Direttore AICS; Silvia Stilli, Portavoce AOI; Raffaele K. Salinari, Presidente CINI; Roberto Ridolfi, Presidente Link2007; Federico M. Bega, Chief Strategy Officer Promos Italia; Enzo Bianco, Presidente Consiglio Nazionale ANCI.


In foto un dele attività della Ong Avis in Congo

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.