Welfare
Le vite degli altri. Resistere a Scampia
Ciro Corona è il presidente della associazione “(R)esistenza Anticamorra” cui dal 2012 fa riferimento anche la Cooperativa sociale “(R)esistenza”. Entrambe impegnate nel tristemente celebre quartiere di Napoli. È Ciro il protagonista della quinta puntata del Podcast realizzato da Chora Media per Vita.it. con il sostegno di Fondazione Cariplo
Sono passati trentun anni da quel 10 novembre del 1990 quando Giovanni Paolo II visitò Scampia, il quartiere di Napoli identificato con “Gomorra”. Una sua frase è rimasta impressa e ha portato frutti: “Non bisogna arrendersi al male! Mai!”, disse il Papa, “Il bene, se voluto con forza, forse fa meno rumore, ma è più efficace e può compiere prodigi. Se la situazione permane difficile, e per alcuni aspetti anche drammatica, è possibile, anzi è doveroso cambiarla, per creare un futuro migliore per voi e per i vostri figli”.
Ciro Corona aveva 10 anni ed è uno che ha preso sul serio quelle parole. Tanto che le ha ricordate lui stesso proprio oggi su Facebook. Anche quel messaggio ha contribuito a mettere in piedi la bella realtà che Corona ha creato. La sua associazione si chiama “(R)esistenza Anticamorra” (ne è Presidente dal 2008) e, dal 2012 ha messo su la Cooperativa sociale “(R)esistenza”. Scampia è infatto un posto dove per esistere bisogna resistere.
Il quinto episodio de Le Vite degli altri, la serie podcast da me realizzata con Chora media per Vita.it con il sostegno Fondazione Cariplo, è dedicato all’esperienza di presenza civile di Ciro Corona in uno dei quartieri più difficili delle nostre città. “Avevo davanti un bivio”, racconta Ciro, “o entrare nel meccanismo della criminalità organizzata oppure andarmene per costruirmi un’esistenza altrove. Io ho rifiutato entrambe le soluzioni per scegliere di stare qui, a cercare di costruire percorsi di cittadinanza alternativi allo spaccio e al degrado”. Pian piano, negli anni, il lavoro sul territorio ha cominciato a dare i suoi frutti. La camorra non ha più trovato quegli spazi lasciati vuoti dalla società ed ha dovuto indietreggiare.
Una presenza sociale dal basso che ha prodotto anticorpi per contrastare malapolitica e camorra. Attraverso l’associazione Corona gestisce anche il Fondo Rustico Amato Lamberti, il primo bene agricolo confiscato di Napoli sul quale vengono ora prodotti vino, miele, confetture e birra artigianale secondo la logica dell’agricoltura sociale (in particolare, ad esempio, con percorsi lavorativi individualizzati per detenuti). Le storie che Ciro racconta sono di giovani recuperati, che hanno avuto una seconda opportunità, che hanno potuto scegliere di restare a Scampia, senza accettare la logica della malavita. Certo, la lotta è ancora quotidiana, il confronto duro con l’illegalità continua: “Ogni giorno è un braccio di ferro, non puoi tirarti indietro”.
“Non faremo mai l’antimafia da salotto, quella borghese, che dà istruzioni dal centro città”, ci dice ancora Ciro Corona. “Noi saremo sempre qui sul territorio ad offrire il doposcuola e il karate ai bambini, il pilates alle madri, la palestra agli adolescenti. È il legame col territorio che non ti permette l’antimafia di facciata, ma ti spinge ogni giorno al confronto con la gente e con i suoi problemi”. Che poi è il bello anche di Scampia.
Non perdetevi il quinto episodio de Le Vite degli altri Resistere a Scampia.
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