Welfare

Dalle baracche al condominio ecologico che cambia la vita

Si intitola "Capacity" il programma di riqualificazione urbana, che ha il Comune di Messina come capofila e la "Fondazione di Comunità di Messina" partner strategico e tecnico, che lo ha anche co-progettato. Un intervento che ha consentito a oltre 200 famiglie di Fondo Saccà e Fondo Fucile di lasciare le baracche scegliendo una casa e, in molti casi, anche acquistarla. Un metodo socialmente compatibile, che prevede anche la sottoscrizione di un'ipoteca di legalità che spezza il filo rosso con la mafia. In tutto 650 le persone che hanno già cominciato una nuova vita

di Gilda Sciortino

Aree verdi, installazioni artistiche e un piccolo condominio “ecologico”, al posto dele baracche, costruito con le tecnologie più avanzate all’insegna della bellezza e della sostenibilità ambientale. Un’oasi per molti, sino a poco termpo fa un’utopia per centinaia di persone delle famose baraccopoli di Messina, delle quali ha neanche tanto tempo fa parlato anche il "New York Times".

Sorte in parte dopo il terremoto del 1908, invase da successive stratificazioni, nelle due aree di Fondo Saccà e Fondo Fucile abitavano oltre 200 famiglie delle 2000 che vivono ancora a Messina nelle baracche, in condizioni paragonabili forse solo ai campi profughi di tanti paesi del mondo ancora in guerra, sul cui accesso ha spesso avuto un ruolo determinante la criminalità organizzata.

Grazie a "Capacity", il programma di riqualificazione urbana di Messina rientrante nel Programma Straordinario di Riqualificazione e Sicurezza delle Periferie Urbane della Presidenza del Consiglio dei Ministri, però, già circa 650 persone hanno potuto scegliere un’abitazione e anche acquistarla, cominciando quel lento ma progressivo processo di uscita da una condizione di "invivibilità" che ha veramente dell’inverosimile


Capofila di "Capacity" è il Comune di Messina, mentre la "Fondazione di Comunità di Messina" è il partner strategico, tecnico, che lo anche co-progettato in Associazione Temporanea di Scopo con la Cooperativa "EcosMed", l’Università degli Studi di Messina, il Microcredito per l’Economia Civile e di Comunione (Mecc) e REVES (Rete europea delle Città e delle Regioni per l’Economia Sociale).

«Partiamo sempre dagli individui – afferma Gaetano Giunta, segretario generale della "Fondazione di Comunità di Messina" – perché queste demolizioni sono venute e verranno dopo che le persone hanno conquistato il diritto alla casa e al lavoro. "Capacity", infatti, ha potenziato il capitale sociale sano offrendo la consapevolezza del cambiamento. Le famiglie hanno finalmente spezzato quel filo che creava una relazione patologica con la criminalità organizzata. Costruite nei primi del Novecento, le baraccopoli di Fondo Saccà e Fondo Fucile si sono sviluppate secondo la logica dell’utilizzo spregiudicato di cemento tipica degli anni ’60, ’70 e ’80. Una logica che ha permesso la costruzione di quartieri ghetto, nei quali il concetto di qualità della vita non veniva e non è tuttora minimamente considerato. Le persone venivano "deportate" tutte insieme senza alcun processo di contaminazione e, quindi, di crescita culturale. Grazie a "Capacity", abbiamo dato vita a un metodo efficace che, se rigorosamente seguito, potrebbe essere finalmente risolutore».

Un processo veramente nuovo che si realizza grazie soprattutto alla partecipazione dei diretti interessati, che sono stati messi nelle condizioni di scegliere dove andare a vivere: 39 famiglie di Fondo Saccà, per esempio, hanno potuto scegliere la strada della casa di proprietà con un contributo una tantum per l’acquisto (un “Capitale di Capacitazione”) pari al 75% del valore della casa fino a un tetto di 80mila euro e una piccola cifra riconosciuta per i lavori di ristrutturazione compiuti dagli stessi acquirenti.Un’opportunità riservata, però, a quanti sono risultati senza pendenze giudiziarie per reati di mafia, sottoscrivendo un’ipoteca di legalità che li dovrà vedere estranei per almeno un decennio a ogni coinvolgimento in attività legate a Cosa Nostra. La conseguenza negativa sarebbe la perdita della casa, che passerebbe immediatamente al Comune.

«Questo meccanismo è stato per la prima volta fortemente premiante per chi voleva tracciare una linea di demarcazione con la criminalità. Non un impegno morale – sottolinea Giunta – ma molto pratico. Un’occasione anche per comprendere noi stessi che solo una minoranza degli abitanti delle baraccopoli é dedita ad attività illegali e che, con l'aiuto del servizio di mediazione del progetto, ha potuto rivendicare i propri diritti con i datori di lavoro».

Oltre a Fondo Saccà, dicevamo, "Capacity" ha coinvolto anche l’area di Fondo Fucile (in tutto 135 famiglie), dove 26 nuclei hanno acquistato grazie all’accesso al "Capitale di Capacitazione", mentre 58 hanno scelto un appartamento assegnato loro dal Comune di Messina.

«Adesso, andiamo avanti in questo processo estremamente innovativo di riqualificazione urbana che punta a risolvere la situazione di tutti i residenti, ma non è facile trovare casa a così tante persone. È, però, l’unico modo per restituire dignità e bellezza a un territorio degradato, dignità e diritti a chi abitava a Fondo Saccà e Fondo Fucile, così come ben-essere all’intera città. Tutto questo – conclude il segretario generale della "Fondazione di Comunità di Messina" – per tornare a vivere liberamente un territorio che dista poco più di 6 km dal centro di Messina e che, una volta rigenerato, diventerà simbolo di rinascita, modello per le future generazioni».

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