Welfare
«In questo hotel il personale è rispettato»: da Barcellona una piattaforma per prenotare alloggi etici
A Barcellona, 500 cameriere e donne incaricate della pulizia degli hotel hanno dato vita al sindacato “Las Kellys”. L’obiettivo: lottare contro contratti precari, turni estenuanti, paghe al di sotto della dignità umana. «Nel 2022 lanceremo una piattaforma che consentirà di prenotare e soggiornare solo in alberghi e in hotel in cui il personale di servizio è trattato, contrattualizzato e pagato in maniera dignitosa».
«Vogliamo creare una piattaforma che consenta di prenotare e soggiornare solo in alberghi e hotel in cui il personale di servizio è trattato, contrattualizzato e pagato in maniera dignitosa». L’idea è nata da un gruppo di donne che lavorano come cameriere e personale di servizio negli hotel di Barcellona.
Stufe di contratti precari, buste paga false, turni estenuanti, ricatti e violenze verbali e fisiche, paghe al di sotto della dignità umana, nel 2018 queste professioniste hanno dato vita al sindacato “Las Kellys”, il cui nome rappresenta l’acronimo fonetico las-ke-li, "las que limpian", (quelle che puliscono”, in italiano).
«Nel 2014 il nostro gruppo è nato su una pagina facebook nella quale ognuna raccontava le proprie esperienze di sfruttamento», racconta Miriam, una delle portavoci. «Nel 2016, dopo aver preso coscienza del fatto che sfruttamento e irregolarità contrattuali erano il minimo comune denominatore di tutte le nostre storie abbiamo deciso di costituirci come associazione, e nel 2018 abbiamo dato vita ad un vero sindacato per rendere visibile e migliorare le nostre condizioni di lavoro contro una crescente precarizzazione ed esternalizzazione dei contratti».
Miriam fatica a dire quante “Las Kellys” esistano in Spagna: «Somos muchas», ripete.
Le professioniste della pulizia riunite nel sindacato di Barcellona sono quasi cinquecento, ma esistono associazioni “Las Kellys” anche nelle città più turistiche della penisola iberica, come Benidorm, Cadice, Fuerteventura, Lanzarote, Maiorca e Madrid.
«La maggior parte di noi sono donne straniere e tra queste una buona percentuale vive in condizioni di vulnerabilità, quindi anche se i contratti fanno schifo si ritrovano ad accettare perché faticano a trovare alternative».
In questi sette anni la mobilitazione di queste lavoratrici è stato costante e persistente: sono andate in tv e in radio a denunciare la loro situazione lavorativa, hanno organizzato proteste, marce, raccolte firme e scioperi. Nel 2019 hanno persino consegnano alla Commissione Europea e ad un gruppo di europarlamentari una proposta di direttiva europea per porre fine "all'esternalizzazione dei rapporti di lavoro".
«Le cose però non sono cambiate molto per noi: perché a fronte di una maggiore sensibilizzare pubblica, soprattutto della clientela alberghiera, le grandi e piccole catene non hanno migliorato i loro contratti», spiega Miriam. «La pandemia, poi, ha aggravato ancora di più la nostra condizione perché con la riduzione del turismo, dei congressi e delle fiere, parecchi hotel si sono trovati in difficoltà economiche e hanno lasciato a casa molte delle cameriere e le donne di servizio, (per lo più contrattualizzate tramite appalti e sub appalti, in nero, o con contratti a chiamata) senza che queste potessero godere di alcun diritto, o ricevere indennizzi o sussidi di disoccupazione».
Così, nauseate da queste ingiustizie e determinate a non arrendersi, nel luglio scorso hanno lanciato una campagna di crowdfunding per creare una piattaforma web che consenta di prenotare solo in alberghi e hotel in cui il personale di servizio è trattato, contrattualizzato e pagato in maniera dignitosa. In meno di due mesi hanno raccolto oltre 88mila euro attraverso quasi tre mila donazioni, 20 mila euro più della cifra minima che si erano prefissate.
«Vorremmo che su questa piattaforma ci fossero esclusivamente gli alberghi e gli hotel che ottengono il “sigillo del lavoro giusto e di qualità”: strutture in cui c’è il rispetto dei diritti del contratto collettivo del settore, il rispetto delle leggi sulla sicurezza del lavoro. E dove il servizio di pulizia sia stabile e non gestito in outsourcing».
La piattaforma, assicura Miriam, «potrebbe essere pronta già all’inizio del 2022 e speriamo che possa arricchirsi di molti indirizzi prima dell’estate prossima». L’auspicio è che possa diffondersi ovunque, raccogliendo i nominativi delle strutture di tutto il mondo e non solo di Barcellona.
Alcune catene alberghiere hanno già cominciato a contattare “Las Kellys” di Barcellona, mostrando interesse e hanno avviato un processo per soddisfare i requisiti di qualità fissati dalle lavoratrici. «Molti lo hanno fatto perché temono che essere esclusi da questo sistema possa danneggiare la loro reputazione. “Da igual”», dice, non importa. «Abbiamo bisogno che gli hotel sottoscrivano condizioni contrattuali etiche e dignitose. Ma poiché siamo consapevoli che questo slancio difficilmente verrà da loro, siamo sicure che la creazione di questa piattaforma centrale di prenotazione prospererà con successo e li costringerà a farlo».
Su una cosa invece Miriam puntualizza: «non vogliamo essere un nuovo Booking o un nuovo Trivago. Vogliamo creare qualcosa che fino ad oggi non c’era».
«Quando si fa buio è difficile osare, progettare nuove soluzioni a problemi che sono eterni. Ma noi siamo convinte che “Mondo Pulito” che sogniamo sia alla portata di tutti. Questo è il primo passo per raggiungerlo», conclude.
In apertura, la foto di una manifestazione de Las Kellys
Cosa fa VITA?
Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è grazie a chi decide di sostenerci.