Famiglia

Emily Mignanelli: «Carissimi genitori, prima di iniziare la scuola vorrei proporvi un patto…»

«Carissimi genitori, vorrei proporvi un patto per iniziare l’anno nel migliore dei modi. Io sottoscritta maestra dei vostri figli, prometto solennemente che…»: così la fondatrice della scuola-comunità dinamica “Serendipità" di Osimo (Ancona) si rivolge alle mamme e ai papà dei suoi alunni

di Sabina Pignataro

A scuola, come in ogni comunità, si cresce insieme, passo dopo passo, attraverso aggiustamenti reciproci. Ma occorrono parole schiette, e intenti comuni, condivisi fin dal principio. «Una scuola funziona meglio se c’è condivisione e co-responsabilità tra adulti»: con questa premessa, Emily Mignanelli, fondatrice della scuola-comunità dinamica “Serendipità" di Osimo (Ancona) si rivolge alle mamme e ai papà degli alunni che stanno iniziando un nuovo anno scolastico proponendo loro un patto.
«Io sarò sempre fedele al mio compito professionale, ossia vi accompagnerò con dedizione e passione i vostri figli nel prezioso e delicato cammino di crescita culturale, strumentale, emotiva e sociale»; «sarò sempre prudente nel costruire opinioni e pensieri sui vostri figli». «Mai mi sostituirò a voi», ma «se me lo permetterete, vi affiancherò per un breve tratto della vostra vita per cercare di sostenere vostro figlio al meglio». Voi, se potete, «immaginate che tutta la famiglia stia venendo a scuola, non solo vostro figlio», accordatemi «gratitudine anticipata» e promettetemi che «qualora emergesse un problema, il dialogo sarà il nostro primo strumento operativo».
Alla fine, un imperativo che è anche una preghiera: «Per alcune discipline siamo maestri assieme: etica, educazione civica ed educazione emotiva».


Il testo delle lettera recita così:

«Cari genitori,
il tempo per chi lavora nella scuola ha una curvatura particolare, e l’inizio è sempre fissato per settembre. E come tutti sanno, ogni inizio che si rispetti merita una lista di buoni propositi.
Tra i miei spiccava una lettera a voi, cari genitori dei miei alunni.

Comprendo chiaramente come possa essere difficile affidare vostro figlio ad una persona estranea, nonostante questo sia il suo lavoro (perciò qualcosa per cui abbia studiato e ne abbia esperienza), la fiducia è un bene prezioso che si custodisce e spende con parsimonia. Mi rendo pienamente conto che la posizione genitoriale è complessa, i vostri figli portano ogni giorno dentro la scuola le vostre questioni familiari e nonostante la vostra riservatezza, spesso noi insegnanti conosciamo molto più di quello che voi desiderereste raccontare. Capisco, lo capisco davvero, che non tutti di voi hanno avuto buone esperienze scolastiche e che mandando vostro figlio a scuola vi si riaccendono ansie, paure, pensieri. Lo so genitori, è difficile e fa anche un po’ paura, questo gioco della responsabilità educativa verso i bambini.

Purtroppo so anche quanto siano diffusi i pregiudizi che vedono insegnanti e genitori come antagonisti di non si sa quale battaglia. Quindi, carissimi genitori, voglio proporvi un patto per iniziare l’anno nel migliore dei modi.

Io sottoscritta maestra dei vostri figli, prometto solennemente che:

  • sarò sempre fedele al mio compito professionale, ossia accompagnerò con dedizione e passione i vostri figli nel prezioso e delicato cammino di crescita culturale, strumentale, emotiva e sociale;
  • rispetterò ciascuno di voi, con tutte le vostre peculiarità, talenti, potenzialità, limiti e difficoltà. Siamo tutti in un processo costante di crescita e nessuno si aspetta la perfezione, bensì il desiderio di continuare a crescere e imparare dalla condivisione e dal confronto;
  • sarò sempre prudente nel costruire opinioni e pensieri sui vostri figli, perché conosco la complessità che si cela dietro ogni vissuto, ogni manifestazione, ogni storia;
  • cercherò di guardare con stupore ai vostri figli come se fosse ogni volta la prima volta che vedo un bambino. Permetterò loro di distruggere le mie teorie di riferimento e non cercherò queste ultime in loro, tentando di infilar loro a forza un vestito della misura sbagliata;
  • lavorerò su di me, sempre, per evitare di entrare in risonanza con qualcuna delle vostre storie facendole diventare mie e impedendo in tal modo un corretto flusso relazionale, professionale ed emotivo;
  • rispetterò sempre il vostro ruolo gerarchico nei confronti dei vostri figli. Voi siete i genitori, io sono l’insegnante. I figli sono i vostri e questa evidenza non potrà mai essere messa in discussione. Non cercherò di fare la madre a nessuno di loro prendendo un posto che non mi compete e non giudicherò il vostro modo di esser genitori. Se me lo permetterete vi affiancherò, momentaneamente, per un breve tratto della vostra vita e potrò donarvi tutti gli strumenti che possiedo, per cercare di sostenere vostro figlio al meglio;
  • mai e poi mai, penserò che non siete in grado di fare i genitori; sarò sempre collaborativa, finché reciproco sarà il rispetto e la fiducia; difenderò sempre il valore della verità, del rispetto reciproco, della sincerità e del confronto. non farò ricadere su di voi, problematiche che riguardano me.
  • Ed ora, tocca a voi cari genitori, ecco quali sono le mie richieste per voi che state accanto a me in questo processo di crescita reciproca.
  • Piena di gratitudine anticipata, cari genitori, per un sereno svolgimento dell’anno, per un corretto funzionamento della scuola, per un anno all’insegna della condivisione sincera, per un cammino che ci vede tutti partecipi, cari genitori vi chiedo alcuni piccoli accorgimenti:
  • una scuola funziona meglio se c’è condivisione e co-responsabilità tra adulti. Per questo vi chiedo di entrare a scuola anche voi. Immaginate che tutta la famiglia stia venendo a scuola, non solo vostro figlio. Questo comporta presenza, dialogo, sguardi e parole. Questo significa che qualora emergesse un problema, il dialogo sarà il nostro primo strumento operativo;
  • un bambino ha sempre due genitori, indipendentemente dal rapporto che essi hanno tra loro. Non delegate a vostro/a marito/moglie il compito di comunicare con la scuola. Entrambi siete coinvolti perché entrambi siete genitori;
  • un bambino ha bisogno di fiducia e sicurezza, non fate diventare la scuola un terreno di scontro domestico e familiare. Vostro figlio deve sapere di poter contare su di voi, sulle vostre scelte. La vostra paura lo fa vacillare, la vostra insicurezza diventerà per lui impossibilità di affidarsi. Ricordate che io ci sarà sempre per parlare. Se avete problemi ci sarò per confrontarci;
  • non confondete piano privato con piano professionale. Le mie scelte private e familiari non devono diventare oggetto di dibattiti da bar per valutare la mia professione. Ho diritto di compiere scelte private in libertà, come tutti voi. Pertanto, non contate i viaggi che faccio, i libri che leggo, dove faccio la spesa e quante volte invito persone a cena, sarebbe davvero spiacevole e poco rispettoso;
  • se ci sono problemi o dubbi riguardo questioni didattiche e scolastiche prima di scrivere messaggi sulle chat, prima di seminare terrore, prima di chiamare ogni singolo genitore, contattami. Questo è un buon modo di comunicare e creare alleanze positive;
  • se perdete fiducia nel mio modo di insegnare, in quello delle altre maestre e della scuola, vi consiglio vivamente di cambiare scuola al bambino, altrimenti come nel caso dei genitori separati, gli verrà chiesto di schierarsi quotidianamente e avere emorragie di fiducia, serenità e senso di protezione;
  • se avrete delle difficoltà familiari, la scuola potrà sostenervi. Vi ricordo che siamo uniti per lo stesso obiettivo e tutti i nostri strumenti educativi e professionali ve li mettiamo a disposizione con grande gioia;
  • evitate di fare commenti sulle insegnanti di fronte al bambino, come nel punto 8, perderà spensieratezza nel rapporto di fiducia, ed in ambito scolastico, è il pilone portante di tutti i processi di apprendimento;
  • Se senti un genitore lamentarsi, invitalo a contattarmi, non alimentare quello che i genitori chiamano “chiacchiericcio”. Ricorda che ogni nostro singolo gesto e comportamento, sta educando i bambini.
  • Non chiedetemi di fare da genitore a vostro figlio, non chiedetemi di diventare complice di problematiche che non riuscite a risolvere. Ci sarò sempre, ma mai al vostro posto.
  • Ora siamo pronti a giurare, insieme, guardandoci negli occhi, stringendoci le mani. Ricordiamo che il più potente atto educativo è l’esempio e che non possiamo chiedere ai bambini qualcosa che non siamo in grado di fare. Per alcune discipline siamo maestri assieme: etica, educazione civica ed educazione emotiva.
  • Io ci sono, croce sul cuore».

Il testo è stato pubblicato su autorizzazione dell’autrice, che ringraziamo.
In apertura foto di Josue Michel by Unsplash

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