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«Agire subito per salvare studenti e docenti afghani», l’appello all’Ue di Scholars at Risk

I governi e le istituzioni europee devono “agire immediatamente” per proteggere le vite di studenti, accademici e attori della società civile dell'Afghanistan. Questo l’appello urgente di Scholars at Risk, sostenuto da più di 150 associazioni internazionali per l’istruzione superiore, da network e leader nel campo della protezione degli studiosi. Tra i firmatari Global Campus of Human Rights, la più grande rete di università al mondo per l’insegnamento dei diritti umani e della democrazia, con sede a Venezia

di Redazione

«Come Global Campus of Human Rights, abbiamo firmato l’appello urgente di Scholars at Risk ai governi e alle istituzioni europee, per invitarli ad agire immediatamente per garantire la vita e il lavoro dei ricercatori, degli studenti e degli attori della società civile dell’Afghanistan». Così Manfred Nowak, Segretario Generale di Global Campus of Human Rights, la più grande rete di università al mondo per l’insegnamento dei diritti umani e della democrazia, che ha la sua sede principale al monastero di San Nicolò al Lido di Venezia.

Tra i firmatari dell’appello di Scholars at Risk, rete internazionale di istituti di istruzione superiore con sede negli Usa, che sostiene e difende i principi della libertà accademica, ci sono anche il programma Pause in Francia, l'iniziativa Philipp Schwartz della Fondazione Alexander von Humboldt, il Council for At-Risk Academics e lo Scholar Rescue Fund dell'Institute for International Education (IIE), che offre contratti di lavoro temporanei presso istituti di istruzione superiore in tutto il mondo per coloro che non sono in grado di lavorare in sicurezza nei loro paesi di origine. In totale ad oggi hanno firmato più di150 associazioni internazionali per l’istruzione superiore, network e leader nel campo della protezione degli studiosi.

Negli ultimi due anni, l'80% dei “rifugi sicuri” organizzati da Scholars at Risk erano in Europa: la Ong statunitense fornisce “rifugi sicuri” in università della rete, per gli intellettuali e gli accademici in fuga da persecuzioni e violenze. Negli ultimi vent’anni, studiosi, studenti e attori della società civile in Afghanistan hanno lottato per un nuovo Paese, rispettoso dei diritti, orientato al futuro e basato sulla conoscenza. Molti di loro hanno lavorato in collaborazione con le istituzioni europee, i partner Nato, i governi europei e altre organizzazioni internazionali e della società civile. Centinaia hanno viaggiato in Europa per cercare un'istruzione e sono tornati, poi, in patria, dedicandosi a diffondere valori di apertura, tolleranza e libertà d’espressione. Questi non sono valori condivisi dai talebani, ed è per questo che le loro vite sono ora a rischio. Un'azione tempestiva del governo può ancora fare un'enorme differenza.

L'appello chiede ai governi europei e alle istituzioni europee di:

Continuare i voli di evacuazione il più a lungo possibile in modo da includere studiosi, studenti e attori della società civile che hanno sostenuto la visione lungimirante e pluralista dell'Afghanistan che l'Ue, i governi europei, i partner Nato e altre organizzazioni internazionali e della società civile hanno abbracciato. Non terminare i voli finché non saranno usciti in sicurezza tutti coloro che desiderano lasciare il paese.

Aumentare le quote di reinsediamento per aiutare coloro che hanno bisogno di protezione internazionale, inclusi ricercatori, studiosi ed esponenti della società civile. Garantire la protezione internazionale agli attuali richiedenti protezione afgani attraverso una procedura accelerata, e dare priorità e accelerare le domande di ricongiungimento familiare.

Creare percorsi legali complementari accelerati per i candidati che dimostrano di avere un istituzione ospitante, un lavoro o uno sponsor, anche per le famiglie, che faciliterebbe il loro arrivo e il loro primo adattamento. Molti istituti d'istruzione superiore europei sono pronti ad ospitare borsisti in posizioni temporanee; a cogliere questa opportunità accelerando la registrazione degli individui che sono pronti ad accogliere, e a fornire supporto logistico.

Derogare a qualsiasi requisito di intenzione di ritornare e risiedere in patria che fosse incluso nelle domande di visto per studiosi e ricercatori afgani per il prossimo futuro. In caso non fosse possibile una deroga completa, emanare delle linee-guida autorevoli per i funzionari consolari e di frontiera che permetta di accertare e soddisfare la condizione che l'intenzione di rimpatrio si perfezioni solo in assenza dei talebani, o di raccogliere dimostrazione credibile, durevole e non confutabile che l'individuo sarebbe in grado di tornare e vivere in sicurezza sotto i talebani.

Istituire un apposito programma di borse di studio dell'Ue per ricercatori e studiosi a rischio, compresi studiosi, studenti e attori della società civile provenienti dall'Afghanistan, in particolare donne e minoranze etniche o religiose, per intraprendere programmi di studio/fellowship, programmi di insegnamento, posizioni di ricerca o posizioni accademiche temporanee presso istituti di istruzione superiore europei.

Stabilire borse di studio nazionali dedicate a ricercatori e studiosi a rischio, compresi studiosi, studenti e attori della società civile dell'Afghanistan, simili ai programmi esistenti gestiti dal programma PAUSE in Francia e dall'Iniziativa Philipp Schwartz della Fondazione Alexander von Humboldt in Germania.

«Il tempo a disposizione per compiere questi passi, salvare vite e riscattare una parte dell'investimento europeo nel futuro dell'Afghanistan si sta rapidamente riducendo. Il vostro intervento urgente è necessario per mobilitare le istituzioni e le agenzie competenti L’aggravarsi della situazione in Afghanistan rappresenta una minaccia non solo per le vite dei nostri colleghi ancora in Afghanistan, ma per il futuro di quel paese. La leadership morale dell'Unione europea, compreso il suo impegno per i diritti umani, lo stato di diritto e il multilateralismo, è necessaria ora più che mai, ed è imperativo vedere questi impegni messi in pratica in questo momento di crisi. La comunità dell'istruzione superiore europea è pronta a fare la sua parte, ma abbiamo bisogno del vostro aiuto. Se ci muoviamo rapidamente, possiamo fare molto per mitigare il peggio delle minacce e dimostrare un impegno continuo per il futuro dell'Afghanistan e del suo popolo». Queste le parole di Scholars at Risk e dei firmatari dell’appello.

A questo link l’appello e l’elenco completo delle organizzazioni firmatarie.

Foto: Isaak Alexandre Karslian/Unsplash

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